Il Vangelo della Domenica - Vangelo - Corriere di Saluzzo

Vangelo

Il Vangelo della Domenica

Dal Vangelo secondo Giovanni 10,11-18

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me...     (...)

4ª DOMENICA DI PASQUA (B)

Dopo le pagine più significative dei fatti accaduti e delle esperienze vissute con il risorto, la chiesa ci giuda ad accogliere tutto il vangelo di Cristo come la sua rivelazione, da quando spiegava la sua missione prima ancora che quegli eventi succedessero.
Oggi, dunque, contempliamo l’immagine bellissima del pastore. Gli ebrei hanno ancora nel sangue la loro storia di nomadi e di pastori. Il pastore, proprietario del gregge, se ne prende cura, lo difende, conosce spesso una per una le sue pecore, le riconosce e ne sa scrutare anche i minimi cambiamenti. Certo, è nel suo interesse. Ma a volte c’è addirittura quasi un “amore” per quelle pecore, che va ben oltre l’interesse. Quel tipo di pastore è altra cosa dal mercenario. Il custode, mestiere che Gesù indica nella qualità di mercenario in quanto pagato per quel lavoro che fa, era colui che si prendeva la responsabilità di sorvegliare il gregge di altri, ma il contratto gli permetteva di non andare fino a rischio della vita; davanti a un leone o a un ladro egli era autorizzato a fuggire. È questa situazione davanti ai rischi che per Gesù mostra la differenza tra pastore e mercenario. 
Gesù dice: o siete pastori o non parlate di amore vero. Amare è avere la consapevolezza che ti si può chiedere anche la vita, e lo accetti. Perché amare è così. 
Gesù ci parla di “come” lui vive, e di come chiede ai suoi di vivere. “Dare la vita” non è solo il Crocifisso sul calvario, è il quotidiano e incessante regalare vita, ogni volta che te ne presenta l’occasione o il bisogno. Dare la vita è il “mestiere” di Dio, da sempre e per sempre. Entrare dentro Gesù Cristo, ascoltare la sua “voce”, è accogliere quel suo modo di amare e di lottare, perché solo così si può battere chi ama la morte, vincere contro i lupi di oggi. 
Ha cuore di mercenario chi si attiene agli obblighi fissati nel “contratto”, perché tale considera il suo rapporto religioso, tra obblighi, divieti e meriti. 
Chi ha il cuore come quello di Cristo non fa calcoli, non ha “contratti” religiosi.
A questa domenica (detta del “Buon Pastore”) è legata la preghiera di tutta la Chiesa per il dono delle vocazioni sacerdotali e di vita consacrata. Intanto, possiamo cominciare col pregare per loro e voler loro bene, accoglierli con umanità …belli o brutti, giovani o anziani, simpatici o scontrosi. 
Buona domenica.