Giovanni Barbareschi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Giovanni Barbareschi (Milano, 11 febbraio 1922[1]Milano, 4 ottobre 2018[2]) è stato un presbitero, partigiano e antifascista italiano, prete delle Brigate Fiamme Verdi e medaglia d'argento della Resistenza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Durante la guerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'8 settembre 1943, assieme a Teresio Olivelli, Carlo Bianchi, David Maria Turoldo, Mario Apollonio, Dino Del Bo, partecipa agli incontri che porteranno alla fondazione del giornale Il Ribelle. Il giornale delle Brigate Fiamme Verdi esce quando può per 26 numeri, facendo correre ai suoi sostenitori grandi rischi sia per stamparlo sia poi per distribuirlo: infatti uno dei tipografi, Franco Rovida, e lo stesso Teresio Olivelli finiranno la loro esistenza in un campo di concentramento. Oltre a questa attività si impegna con il gruppo scoutistico cattolico le Aquile randagie e con l'O.S.C.A.R. nel compito di portare in salvo (in Svizzera) ebrei, militari alleati e ricercati politici.

Il 10 agosto 1944 va dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, pregandolo di andare a impartire la benedizione ai partigiani uccisi in piazzale Loreto, ma il cardinale gli ordina di andare lui stesso[3], benché ancora diacono. Tre giorni dopo (13 agosto) viene ordinato sacerdote dal cardinale Schuster e celebra la sua prima messa il 15 agosto; la notte stessa viene arrestato dalle SS mentre si sta preparando per accompagnare in Svizzera degli ebrei fuggitivi.[4] Resta in prigione fino a quando il cardinale non ne ottiene la liberazione e, quando in seguito si presenta a lui, il cardinale si inginocchia e gli dice:

«Così la Chiesa primitiva onorava i suoi martiri. Ti hanno fatto molto male gli Alemanni?[5]»

Passa qualche giorno e don Barbareschi parte per la Valcamonica, dove si aggrega alle Brigate Fiamme Verdi e diventa cappellano dei partigiani. Dopo essere stato arrestato viene portato nel campo di concentramento a Bolzano (Durchgangslager Bozen), da dove riesce a fuggire prima di essere trasferito in Germania; ritornato a Milano diventa il "corriere di fiducia" tra il comando alleato ed il comando tedesco durante le trattative per risparmiare da rappresaglie le infrastrutture milanesi. Dal 25 aprile 1945, su mandato del cardinale Schuster, si adopera per evitare rappresaglie contro i vinti e con l'avallo dei comandi partigiani e alleati opera per salvare il capo-banda Pietro Koch, il generale Wolff e il colonnello Dollmann (il quale il 4 marzo 1948 gli offrirà il suo diario personale come ringraziamento per avergli salvato la vita[6]).

Dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Ritorna all'attività pastorale e all'insegnamento, è assistente della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) nella Diocesi di Milano, è tra i fondatori della Fondazione Giuseppe Lazzati e fa parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Monsignor Andrea Ghetti-Baden. Grande amico di don Carlo Gnocchi, lo aiuterà nella sua opera e diventerà il suo curatore testamentario; lo aveva conosciuto il 17 marzo 1943, alla stazione di Udine, mentre rientrava in Italia con gli alpini reduci dal fronte russo. Fino all'ultimo si è impegnato in modo attivo perché non si dimentichi cosa hanno significato gli anni della Resistenza in Italia.[7].

Ultima intervista al cardinale Martini[modifica | modifica wikitesto]

Il Corriere della Sera.it, edizione del 9 ottobre 2012, ha reso pubblico un video, del 24 luglio 2012, nel quale don Giovanni Barbareschi intervistava il cardinale Carlo Maria Martini, per la ricorrenza del 50º anniversario dall'apertura del Concilio Vaticano II. Il cardinale, nell'occasione, ebbe a dire tra l'altro: "Mi pare che don Barbareschi, che stimo e apprezzo da tanti anni come patriarca, sia in diocesi rappresentante della tradizione e questa sia un'occasione per rendergli omaggio. Grazie. La ringrazio anch'io e sono felice di incontrarla qui".

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Don Giovanni Barbareschi, Il valore della persona umana. Appunti di lezioni tenute agli universitari milanesi, Milano, Ediz. FUCI, 1961.
  • Don Giovanni Barbareschi e Don Giorgio Basadonna, La confessione sacramento di gioia, Milano, Ediz. FUCI, 1961.
  • Don Giovanni Barbareschi, Rifiuto di amare, Campodolcino, Casa alpina di Motta, 1967. Stampa: Milano, Scotti.
  • Giovanni Barbareschi (a cura di), Memoria di sacerdoti "Ribelli per Amore" 1943-1945, Milano, Centro Ambrosiano di documentazione e studi religiosi, 1986.
  • Giovanni Barbareschi et al., Su ali d'aquila, a cura di don Mirko Bellora, Milano, Parrocchia S. Maria del Suffragio, 2002.
  • Giovanni Barbareschi, La mia resistenza. Testimonianza, in I cattolici e la Resistenza. A sessant'anni dalla Liberazione: memoria, identità, futuro. Con Lettere inedite di Giuseppe Lazzati dai lager, Milano, In Dialogo, 2006, ISBN 88-8123-418-1. Atti del convegno tenuto a Milano l'8 aprile 2005.
  • Giovanni Barbareschi, Il racconto di una primavera, in Mirko Bellora (a cura di), Il Concilio Vaticano II: persino la luna si è affrettata stasera, Casale Monferrato, Portalupi, 2007, ISBN 978-88-8441-086-3.
  • Giovanni Barbareschi (a cura di), Memoria di sacerdoti "Ribelli per Amore" 1943-1945, Milano, Centro Ambrosiano, 2018, ISBN 978-88-6894-268-7. Nuova edizione a cura di Emanuele Locatelli in collaborazione con Fondazione Ambrosianeum.
  • Giovanni Barbareschi, Chiamati a libertà. Parole e testimonianze di una vita appassionata, a cura di Giuseppe Grampa, Milano, In Dialogo, 2019, ISBN 978-88-32047-11-0.
  • Giovanni Barbareschi, Alla scuola della Parola. Provocazioni di un grande educatore ai giovani, a cura di Giuseppe Grampa, Milano, Centro Ambrosiano, 2020, ISBN 978-88-6894-447-6.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1955 ricevette un attestato di merito da parte della Comunità ebraica di Milano.[9]

Dal 2014, per la seconda Giornata europea dei Giusti, è onorato nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il fondatore dell'OSCAR
  2. ^ Zita Dazzi, Milano, addio a monsignor Barbareschi: era il prete della Resistenza, in la Repubblica, 5 ottobre 2018. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  3. ^ Intervista a don Barbareschi in: Bruno Testori, Un giorno in più del fascismo - La resistenza delle Aquile Randagie, Rai Storia, 2015. URL consultato il 18 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2018).
  4. ^ Antonio Airò, E il prete «ribelle» salvò 2000 ebrei, in Avvenire, 16 ottobre 2003. URL consultato l'11 giugno 2022.
  5. ^ Racconto di don Barbareschi, Speciale TG1 del 14 ottobre 2012
  6. ^ Silvio Mengotto, Mostra su «I cattolici e la Resistenza» all'Ambrosianeum fino al 30 aprile, su chiesadimilano.it. URL consultato il 13 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2005).
  7. ^ ANPI - scheda Convegno su Fossoli Archiviato il 7 giugno 2006 in Internet Archive. - visto 13 febbraio 2009
  8. ^ Da Ambrosianeum: 7.12.2011 RIBELLE PER AMORE, su ambrosianeum.org. URL consultato l'11-10-2012.
  9. ^ Alcuni testi confondono l'attestato di merito conferitogli nel 1955 dalla Comunità ebraica di Milano con il titolo di giusto tra le nazioni, rilasciato invece dall'istituto Yad Vashem. È da distinguere anche dall'ascrizione al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano: Giovanni Barbareschi (1922 - 2018) il fondatore dell'OSCAR, su Gariwo. Si tratta di riconoscimenti diversi, che rispondono a criteri differenti. Per questo il nome di don Barbareschi non è compreso negli elenchi ufficiali dei giusti tra le nazioni italiani dello Yad Vashem: (EN) Righteous Among the Nations Honored by Yad Vashem by 1 January 2020 ITALY, su Yad Vashem.
  10. ^ Don Barbareschi al Giardino dei Giusti di Milano, su it.gariwo.net.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Barbareschi (a cura di Giuseppe Grampa), Chiamati a libertà. Parole e testimonianze di una vita appassionata. In Dialogo Milano, 2019. ISBN 978-88-32047-11-0
  • Giovanni Barbareschi (a cura di), Memoria di sacerdoti "Ribelli per Amore" 1943-1945, Centro Ambrosiano di documentazione e studi religiosi, Milano 1986
  • Giovanni Barbareschi (a cura di), Memoria di sacerdoti "Ribelli per Amore" 1943-1945, Centro Ambrosiano 2018, Nuova edizione a cura di Emanuele Locatelli in collaborazione con Fondazione Ambrosianeum. ISBN 978-88-6894-268-7

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN19992001 · ISNI (EN0000 0000 4573 0948 · SBN MILV131712 · LCCN (ENno2007018925 · GND (DE1201141249 · BNF (FRcb15540132f (data)