Giorgio Locatelli: «Ho preso il Covid, pensavo di morire. Vi racconto i miei 20 anni da re di Londra» | Cook

l’intervista

Giorgio Locatelli: �Ho preso il Covid, pensavo di morire. Vi racconto i miei 20 anni da re di Londra�

di Alessandra Dal Monte

Lo chef festeggia l’anniversario della sua �Locanda�, ristorante stellato nella capitale inglese, molto amato dai vip, da Madonna al principe Carlo. �Volevo dimostrare che la cucina italiana non � solo da trattoria�

Giorgio Locatelli: �Ho preso il Covid, pensavo di morire. Vi racconto i miei 20 anni da re di Londra�

Giorgio Locatelli risponde al telefono da Milano. Ha preso il Covid e non � stata una passeggiata, nonostante le tre dosi di vaccino: �Congiuntivite virale, respiro faticoso. Ho avuto paura di morire�, racconta. La voce, per�, torna squillante non appena parla della sua creatura, la �Locanda Locatelli� di Londra, che ha da poco compiuto vent’anni. �Abbiamo aperto il 14 febbraio 2002, quando la cucina italiana all’estero equivaleva a tovaglia a quadri, fiaschi di vino, mandolino, pizza. Stereotipi su cui non sputo perch� hanno dato da vivere a tanti emigrati, ma io ho sempre pensato che potessimo raggiungere altri livelli�. Lo aveva gi� dimostrato con �Zafferano�, il primo ristorante italiano a prendere la stella Michelin in Inghilterra, nel 1999. �Poi fin� malissimo: i miei soci vendettero le quote a un investitore che defraud� me e Gordon Ramsay, all’epoca chef dell’altro locale del gruppo, “Aubergine”, del nostro potere decisionale. Mi sono sentito derubato l� dove avevo dato tutto per sette anni, rinunciando a veder crescere i miei figli. Un’umiliazione tremenda: sono andato in terapia per riprendermi�.

Le celebrities e l’entrata �segreta�

Cos�, quando � stato il momento di riaprire, lui e la moglie Plaxy non hanno voluto altri partner: �Ma non avevamo i soldi per ristrutturare un locale in centro da soli. Per fortuna l’hotel Hyatt Regency The Churchill ha scommesso su di noi�. E cos� la �Locanda� � stato il primo ristorante italiano a insediarsi in un albergo cinque stelle di Londra: �All’epoca in posti cos� la cucina era francese. Noi per� avevamo dalla nostra la stampa, che per aiutarci dopo il caso “Zafferano” aveva creato una tale attesa da riempire il ristorante per due mesi�. Tante le innovazioni: carta dei vini (italiani, tranne lo Champagne) con mappa geografica, il coniglio arrosto, che nessuno aveva il coraggio di servire, tavoli nudi, niente musica. La stella � arrivata subito. E anche i vip: �L’effetto Madonna: viveva l� vicino e passava al mattino per un cappuccio. Da noi si sentiva a casa: mangiava insalata di tonno, cipolla e borlotti, nessuno la disturbava. Non abbiamo mai chiamato un paparazzo. Conserviamo ancora i tovaglioli con l’impronta delle sue labbra�. Dopo di lei, Kate Winslet, Tom Cruise, il principe Carlo con Camilla, Mariah Carey, Mick Jagger, Beyonc�, Roger Federer e i suoi due etti di pasta, Ronaldo e il pollo alla griglia. Menu personalizzato e �Goodfellas entrance�, cio� ingresso dal garage, per la massima privacy: ecco il segreto della �Locanda�. �Non � mai stato il mio tempio, ma il tempio dei clienti�, dice Locatelli. Che oggi, dopo aver chiuso le collaborazioni a Dubai e in Montenegro, non disdegnerebbe un ristorante a Milano. �Ma Plaxy non vuole�. Il sogno? Una �Locanda�, con stanze, in Sicilia o in Puglia. Forse alle Eolie. Nel 2023.