Vinitaly, l'ad Maurizio Danese: "Enoturismo e dealcolati le prossime sfide"

Oltre 97mila operatori, di cui il 31% dall’estero con un +20% rispetto allo scorso anno, 1200 top buyer da 140 Paesi, 50mila eventi nel centro di Verona. Vinitaly tira le somme e fa il bilancio di un’edizione, la 56esima, che consolida il successo già registrato lo scorso anno in termini di business  e presenze straniere. La fiera di Verona cresce: basti dire che vale il 40% del fatturato di Veronafiere. Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese.

Com’è andato questo Vinitaly 2024? E qual è il sentiment dei produttori?

“Abbiamo avuto dei commenti molto positivi dalle cantine, e questa per noi è la vera soddisfazione. Il produttore è un cliente che deve fare affari, le fiere costano ed è giusto che siano produttive. Nell’ultimo anno abbiamo molto investito sull’incoming del’horeca (hotel, ristoranti e caffè) italiana facendo promozione con le associazioni di categorie, soprattutto nel centro sud. Un altro aspetto importante riguarda i buyer e la loro profilazione: dei 1200 presenti, il 26% vengono dagli Usa, 26% dall’Europa del Centro-Nord, il 13% dall’Europa dell’Est e il 24% da Asia e Oceania. Quanto invece agli operatori, al primo posto troviamo gli Usa con 3700 operatori, +8% rispetto al 2023, seguiti da Germania, Regno Unito, Cina, Canada, che ha registrato un +6%, e Giappone, +15%” .

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Una cosa positiva e una da migliorare di Vinitaly in vista delle prossime edizioni?

“Ogni fine-fiera diventa un punto di partenza per migliorare, noi vogliamo continuare a migliorare la qualità dei nostri visitatori spostando l’attenzione dei wine lover sulla città con Vinitaly and the City. Il vino è un prodotto identitario, molti di noi sono buyer in alcuni momenti e wine lover in altri. Però la selezione è fondamentale. E dividere gli accessi aprendo lunedì e martedì solo agli operatori, e domenica e mercoledì anche ai sommelier è ottimale. Fino a dieci anni fa avevamo 160mila presenze, oggi poco più della metà: è un grande risultato. La cosa ancora di più da migliorare è la qualità dei buyer che vengono qui, aumentando anche il numero”.

Qualche produttore si è lamentato del costo elevato dello stand (sui 50mila euro), a che cosa risponde Veronafiere?

“Noi abbiamo  una ampia lista di attesa di aziende che vogliono venire, il costo va valutato non fine a se stesso ma in base ai contatti e alla possibilità di fare business. Qualsiasi costo è folle se non c’è logica di investimento. Non a caso abbiamo annullato la cena di gala: ogni azione che promuoviamo è finalizzata a fare affari. L’anno scorso durante la fiera ci sono stati 11mila contatti, quest’anno siamo già a ventimila. Questo è il vero valore. E il clima da parte delle aziende è molto positivo”.

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Quest’anno a Vinitaly molto acceso si è rivelato il dibattito sii vini senza alcol, è pensabile dedicare un padiglione a questo segmento il prossimo anno?

“Quest’anno ci siamo posti il problema se dedicare o non un  padiglione alla categoria, ma abbiamo deciso di aspettare: prima il governo e i produttori si devono mettere d’accordo sui come gestire il dealcolato in Italia. La risposta deve avvenire in fretta.  Noi abbiamo visto la crescita spaventosa che il trend sta vivendo e per questo siamo pronti a dedicare un padiglione di Vinitaly alla categoria, ma vogliamo lavorare tutti nella stessa direzione”.

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Nel mondo del vino cresce molto l’enoturismo, tra le cantine c’è chi chiede un investimento di Vinitaly in questo senso, che cosa ne pensa?

“Qui a Verona, nelle gallerie mercatali, a ottobre terremo il primo evento sull’enoturismo come partner di Great Wine Capital: ogni Stato partecipa con una città e per noi c’è Verona. Vogliamo ampliare il nostro interesse nel mondo del vino e l’enoturismo è un settore che ha grandi potenzialità e in cui investiremo, per questo stiamo dialogando con questa e altre associazioni come, ad esempio, Milano Wine Festival, con cui cureremo la prima edizione del festival dedicato ai vini in anfora”.

Quali sono le altre partnership in cantiere?

A Chicago il 20 e 21 ottobre ci sarà prima fiera Vinitaly Usa edizione grazie alla partnership con un importatore locale. Inoltre, faremo nuovi investimenti economici nel settore degli eventi”.

Vinitaly, Wine Paris e ProWein sono le fiere internazionali più polari del momento. Si può dire che Verona abbia sbaragliato la concorrenza?

"Parigi e  Düsseldorf seguono la loro strada, noi percorriamo la nostra".