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Si terrà giovedì 18 aprile alle ore 17 presso lo Spazio Mostre di Palazzo Farnese a Piacenza, nell’ambito della mostra “Delineare”, l’incontro “Nulla dies sine linea” a cura del direttore dei Musei Civici Antonio Iommelli sulla pratica del disegno dall’antichità a oggi.
Il disegno è un’arte millenaria, che ha attraversato epoche e culture, trasformandosi e adattandosi ai mutamenti del tempo. Fin dai tempi più remoti infatti, l’uomo ha espresso la propria creatività tracciando segni su superfici, prima nelle caverne, poi su papiro, pergamena e oggi anche su schermi digitali. Nell’arte egizia, per esempio, disegni accurati, riferiti alla vita e alle gesta dei defunti, adornavano le pareti delle tombe. In Grecia e Roma antiche, il disegno – utilizzato per illustrare miti e storie epiche – era parte integrante dell’educazione aristocratica. Con l’avvento del Rinascimento in Europa, il disegno subì una trasformazione epocale: artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello, affascinati dall’anatomia umana e dalla prospettiva, usarono il disegno come strumento di studio e preparazione per le loro opere pittoriche e scultoree. Il disegno divenne quindi una disciplina accademica, insegnata nelle botteghe d’arte e nelle accademie, dove gli studenti imparavano le tecniche e i principi del disegno osservando la natura e copiando i maestri. Nel XX secolo, con l’arrivo della modernità, il disegno si amplia ulteriormente, abbracciando nuove tecnologie e materiali. In particolare, Picasso e Duchamp, sfidando le convenzioni tradizionali, spingono il disegno verso territori più sperimentali e concettuali. Oggi, nel ventunesimo secolo, con l’affermazione delle tecnologie digitali, quest’arte continua a evolversi e ad adattarsi ai rapidi cambiamenti della società contemporanea, consentendo agli artisti di esplorare nuove forme e modalità espressive.
Durante l’incontro il direttore Antonio Iommelli approfondirà il tema, illustrando alcuni dei disegni di Giovanni Bellini, Michelangelo Buonarroti, Sandro Botticelli, Raffaello Sanzio e Pontormo messi a confronto con quelli di Wols, Cy Twombly, Lucio Fontana, Henri Michaux e tanti altri pittori, scultori e artisti.