Michel Piccoli

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Michel Piccoli al Festival di Cannes 2013

Jacques Daniel Michel Piccoli (Parigi, 27 dicembre 1925Saint-Philbert-sur-Risle, 12 maggio 2020) è stato un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Michel Piccoli nel 1945

Nato in una famiglia di musicisti, con lontane origini ticinesi,[1] da Marcelle Expert-Bezançon (1892-1990), pianista, e Henri Piccoli (1889-1975), violinista, esordì nel film Silenziosa minaccia (1945).[2]

Il film che lo fece conoscere al grande pubblico internazionale fu Il disprezzo (1963) di Jean-Luc Godard, cui seguirono, tra i titoli più noti, Il diario di una cameriera (1964), La calda preda (1966), Dillinger è morto (1969), La via lattea (1969), La grande abbuffata (1973), Life Size (Grandezza naturale) (1974), Tre simpatiche carogne (1976), Salto nel vuoto (1979), La signora è di passaggio (1981), Passion (1982), Il generale dell'armata morta (1983), Mosse pericolose (1984), Viva la vita (1984), La bella scontrosa (1991), Compagna di viaggio (1995), Genealogia di un crimine (1997), Libero Burro (1998), La Petite Lili (2003), Specchio magico (2005), Belle toujours e Giardini in autunno (2006), La duchessa di Langeais (2007), Habemus Papam (2011), per il quale l'anno successivo vinse David di Donatello e il Premio Vittorio Gassman per il miglior attore protagonista al Bif&st di Bari.

Particolarmente importante il sodalizio con Marco Ferreri[3], che lo diresse in alcuni tra i suoi ruoli più celebri, come il protagonista di Dillinger è morto (1969), padre Amerin in L'udienza (1971) e uno dei quattro amici annoiati che si lasciano andare ai bagordi ne La grande abbuffata (1973). In coppia con Romy Schneider fornì una serie di eccellenti interpretazioni in numerosi film di successo nel corso degli anni '70: L'amante (1970), Il commissario Pelissier (1971) e Mado (1976) diretti da Claude Sautet, Trio infernale (1974) di Francis Girod e La signora è di passaggio (1982) di Jacques Rouffio.

Nel 1997 debuttò nella regia con Alors voilà, cui seguirono nel 2001 La plage noire e nel 2005 C'est pas tout à fait la vie dont j'avais rêvé. Nel 2012 partecipò al film Holy Motors. Michel Piccoli è morto il 12 maggio 2020 a causa di un ictus cerebrale nella sua residenza di Saint-Philbert-sur-Risle a 94 anni,[4] ma la famiglia ne ha comunicato il decesso solo alcuni giorni dopo.[2][5]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Fu sposato in seconde nozze per undici anni con la cantante e attrice Juliette Gréco[6].

Politicamente impegnato, espresse più volte il suo sostegno al Partito Socialista Francese[7], scagliandosi spesso contro il partito di estrema destra Front National[8]. Nel marzo 2007 firmò insieme a 150 intellettuali un appello a votare per Ségolène Royal alle elezioni presidenziali[9].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Michel Piccoli al Festival di Cannes nel 1993

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Premio Europa per il Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001 fu insignito del IX Premio Europa per il Teatro, a Taormina, con la seguente motivazione:

Michel Piccoli ha debuttato sotto il segno del teatro – il suo Don Giovanni è rimasto celebre -, per approdare soltanto in seguito “sull’altra riva”, il cinema, e poi finalmente rassegnarsi alla relatività di una traiettoria intermedia fra le due arti. Ma tra le due sponde s’intessono dialoghi.

Piccoli seduce perché si colloca fra l’identità ben delineata dell’attore cinematografico e quella indefinita e duttile dell’attore teatrale. Quando, malgrado la sua fama cinematografica, registi teatrali del calibro di Bondy, Brook e Chéreau si sono rivolti a lui, lo hanno fatto senza dubbio in ragione di questa disponibilità, di questa apertura. Piccoli non era prigioniero di un’immagine, e apportava una presenza. Presenza disponibile, in grado di dar corpo alla prodigiosa varietà di ruoli che lo hanno condotto da Schnitzler a Checov e Pirandello, da Shakespeare a Koltès. L’attore cinematografico sapeva tirarsi indietro per lasciare spazio al suo doppio, l’interprete teatrale. Che cosa si ama di Piccoli? Il suo porsi come un artista che resiste nel tempo senza rimanere intrappolato in un’icona… egli assicura una certezza eppure, conserva una dimensione nascosta. La luminosità non scaccia l’ombra che puntualmente accompagna il fulgore dell’attore mitico che egli è. In nessun aspetto Piccoli mostra mai una sola dimensione. Michel Piccoli è una figura europea. In lui non si ravvisa la star internazionale che ignora le frontiere, ma l’artista aperto che si impegna a superarle. Cittadino libero, egli non vuole esserne prigioniero, la sua intera vita testimonia l’insopprimibile desiderio di oltrepassare i confini. Confini nazionali oltre che artistici. Michel Piccoli rifiuta l’indifferenza civile. Non ha mai praticato il disimpegno, anzi ha sempre preso una posizione, si è schierato. In lui coincidono sempre l’etica dell’attore e la morale civile.

Se lo si erige a modello sarà sempre suo malgrado. Non ha niente dell’eroe che si mette in mostra. Piccoli, più di chiunque altro, ha saputo difendere la propria umanità. Un’umanità palpitante che continua ad alimentare le sue azioni e le sue parole. Michel Piccoli è un attore esemplare, responsabile di sé stesso come della propria arte.[10]

In quell'occasione propose, al teatro Massimo "Bellini" di Catania, lo spettacolo Piccoli- Pirandello, à partir des Géants de la montagne, interpretato con Emmanuelle Lafon.[11]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Michel Piccoli è stato doppiato da:

Da doppiatore è stato sostituito da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il cinema, grande specchio dell'esistenza, su swissinfo.ch, 15 agosto 2007. URL consultato il 9 aprile 2016.
  2. ^ a b È morto Michel Piccoli, mostro sacro del cinema europeo, su la Repubblica, 18 maggio 2020. URL consultato il 18 maggio 2020.
  3. ^ Boris Sollazzo, ‘Conversazione con Michel Piccoli: "Sarei voluto essere Totò", su thecinemashow.it, The Cinema Show, 22 maggio 2020. URL consultato il 22 maggio 2020.
  4. ^ (FR) Guillaume Lejeune, L’acteur Michel Piccoli est décédé chez lui dans son manoir de Saint-Philbert-sur-Risle, dans l’Eure, in Paris-Normandie, 18 maggio 2020. URL consultato il 18 maggio 2020.
  5. ^ Paolo Mereghetti, È morto Michel Piccoli: aveva 94 anni, da Ferreri a Moretti, ha lavorato con tutti i più grandi, su Corriere della Sera, 18 maggio 2020.
  6. ^ (FR) Juliette Gréco et son mari, plus de 50 ans d'amour... Et de passion pour Brel, su purepeople.com, 12 maggio 2014. URL consultato il 9 aprile 2016.
  7. ^ Alessia Lo Porto, LA FRANCIA FESTEGGIA IL CINEMA CENTENARIO, in la Repubblica, 6 ottobre 1994. URL consultato il 18 maggio 2020.
  8. ^ Mario Serenellini, Michel Piccoli, sobrio seduttore, in il manifesto, 26 agosto 2017. URL consultato il 18 maggio 2020.
  9. ^ (ES) 150 intelectuales llaman a votar a Ségolène Royal en un manifiesto, in El País, 1º marzo 2007. URL consultato il 18 maggio 2020.
  10. ^ IX Edizione, su Premio Europa per il Teatro. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  11. ^ Europe Theatre Prize - IX Edition - Program, su archivio.premioeuropa.org. URL consultato il 28 dicembre 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore David di Donatello per il miglior attore protagonista Successore
Elio Germano
per La nostra vita
2012
per Habemus Papam
Valerio Mastandrea
per Gli equilibristi
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