La storia rivoluzionaria del pop-punk – Zoom

La storia rivoluzionaria del pop-punk

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Il pop punk è un sottogenere del punk rock con particolari richiami alla musica pop. Il genere si sviluppò verso la fine degli anni settanta dopo l’ondata del punk, negli Stati Uniti d’America e in contemporanea nel Regno Unito. Furono i Ramones che, a fine anni settanta, gettarono le basi per quello che sarebbe poi stato conosciuto come pop punk. Negli stessi anni gruppi come i Buzzcocks, Generation X e Undertones combinarono la velocità e la caoticità delle sonorità punk rock con la musica pop ed erano senza dubbio pop-punk secondo la definizione odierna del termine. 

Un’altra band americana nel frattempo “prese d’assalto” il trono del pop-punk. I Dickies, provenienti dalla San Fernando Valley, pubblicarono il loro primo album The Incredible Shrinking Dickies quello stesso anno. Come i Rezillos dall’altra parte del mondo, i Dickies erano ossessionati dalla cultura pop. The Incredible Shrinking Dickies contiene canzoni buffe e bizzarre come “Walk Like an Egg” e “You Drive Me Ape (You Big Gorilla)”. I Dickies chiamarono il proprio stile, scherzando, “easy listening punk” in un’intervista su Sounds nel 1978. Ma, col senno di poi, era puro pop-punk e gettava luce su un altro lato di questo sottogenere: un lato ironico, non-romantico, totalmente nerd. Troviamo gruppi, come i Black Flag, i Circle Jerks e i Germs che si differenziavano dai loro contemporanei di LA, per aver ingrandito la marea crescente dell’hardcore.

Non molto distante dai Dickies, a Manhattan Beach una band punk sconosciuta stava componendo il primo disco. Si trattava di un singolo autoprodotto contenente “Ride the Wild”, una canzone irresistibile che faceva già intuire la grandezza che le sarebbe seguita. Si chiamavano Descendents e sono diventati i fari del pop-punk nel corso degli anni Ottanta, quando la scena punk era dominata appunto dall’hardcore. Il pop-punk è stato finalmente in grado di “rompere” il mainstream in maniera significativa grazie ai Green Day e al loro album del 1994 Dookie. Così il suono dei Buzzcocks e degli Undertones è tornato a galla, specialmente tra i compagni di etichetta dei Green Day, Lookout! Records.

Quindi a lanciare il “revival” del pop-punk furono proprio i Green Day con i Weezer, i The Offspring, seguiti poi dai NOFX e i Rancid, che affermarono il genere a livello mondiale. La Epitaph Records, fondata dai componenti dei Bad Religion, fu una delle basi dei futuri gruppi pop punk. Il pop punk degli anni 2000, come quello dei Blink-182, è talvolta criticato dai devoti del punk rock, ma è proprio grazie a loro e ad altri gruppi quali Sum 41, Good Charlotte e MxPx che il genere continua ad espandersi.. Nel 2002 troviamo la diciassettenne Avril Lavigne, esponente femminile pop-punk di maggior successo della storia e tra il 2003 e il 2007 il genere comincia a essere sempre più miscelato con sonorità pop e soprattutto emo. Da questa unione nasce il sottogenere emo-pop, portato al successo da Fall Out Boy, Paramore e My Chemical Romance. Band come gli All Time Low, Mayday Parade, The Maine e Simple Plan guidarono in quegli anni l’ondata più melodica del pop punk. Negli anni successivi si ridusse sempre di più il seguito di questo genere e quindi l’attenzione delle etichette si spostò sulle icone della precedente ondata come i Fall Out Boy e i Paramore con sonorità più commerciali. Nel 2008, fortunatamente, band che univano metalcore e pop punk come gli A Day to Remember riportarono il genere alle radio, e band come The Wonder Years, Man Overboard e The Story So Far gettarono le basi per un revival del genere, supportato dalle etichette statunitensi come la Hopeless Records, Fearless Records e Rise Records. Ad oggi questa ondata di gruppi pop punk revival viene capitanata dai gallesi Neck Deep, fortemente influenzati da Sum 41, Fall Out Boy e New Found Glory.

Articolo a cura di Martina Nardoni

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