Musica giapponese pop: il J-Pop - K-ble Jungle
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Musica giapponese pop: il J-Pop

Musica giapponese pop

Fin dalla prima metà del 1800 il Giappone è stato un paese chiuso nei propri confini, isolato rispetto agli altri Paesi e alle loro influenze. All’epoca la musica classica comprendeva molti generi e veniva eseguita alla corte imperiale o durante spettacoli teatrali Noh o Bunraku (spettacoli di marionette), mentre la musica folkloristica accompagnata dallo shamisen (tipo di liuto) o dallo shakuhachi (un tipo di flauto), veniva eseguita in occasioni popolari come matrimoni, funerali o durante le varie feste religiose. Generi ben lontani, apparentemente, dalla musica giapponese moderna: il J-Pop.

Fu solo dopo la seconda metà dell’Ottocento che, durante la restaurazione Meiji, a partire dal burocrate Izawa Shuji, si inizia a diffondere nel paese la musica occidentale. Come ogni altra influenza, la musica proveniente dall’estero venne acquisita e interpretata dai musicisti giapponesi dando origine ad un genere ibrido tra melodie popolari giapponesi e canzoni tipiche occidentali, specialmente ballate e marce militari.

Questo tipo di musica “occidentalizzata” prende il nome di kayokyoku, il cui primo esempio risale al 1914 con la composizione, da parte di Nakayama Shimpei, del brano Kachusha no Uta, ispirata al romanzo Resurrezione di Lev Tolstoj. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con le influenze degli anni ’50, si iniziano a diffondere anche le canzoni latino-americane, il rock con band come i Beatles e i Rolling Stones che, grazie alla nascita del karaoke, hanno reso il genere pop il genere standard della musica giapponese moderna.

CD di musica pop giapponese
Raccolte di musica pop giapponese, ideali per iniziare il vostro viaggio nel J-Pop

Il J-Pop

Nonostante letteralmente la parola J-Pop indichi solamente la musica pop giapponese, in realtà è ormai consuetudine utilizzare questo termine anche per riferirsi a brani di altri generi musicali, come il rock, R&B e hip-hop, anche se pure termini come J-Rock sono molto usati sia in occidente che in Giappone.

Il termine “J-Pop” compare per la prima volta tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, periodo in cui questo tipo di musica diviene estremamente popolare in tutto il paese, subendo continui cambiamenti fino ad arrivare alla tipologia che conosciamo oggi.

Non solo il J-Pop si presenta come genere piuttosto ampio, ma si rivela essere anche il più ascoltato e il più comprato, come certificato regolarmente dalle classifiche giapponesi Oricon. In poche parole è ormai stato completamente assimilato all’interno della cultura giapponese, come si può notare dal suo utilizzo in sigle d’apertura e di chiusura di anime (cartoni animati giapponesi), in colonne sonore di film e drama (serie televisive giapponesi) o all’interno di videogiochi.

Musica giapponese pop: il J-Pop
Delicata illustrazione di un musicista giapponese con strumento tradizionale

Alcuni artisti J-Pop e dintorni

Una delle cantanti sicuramente più famosa al giorno d’oggi, nonostante il suo precoce ritiro nel 2018, è Namie Amuro, soprannominata la “Regina del pop giapponese” o “Madonna giapponese” in quanto il suo stile si avvicinava molto a quello della cantautrice americana Madonna.

Band formata da due chitarristi maschi e una cantante donna, gli Ikimonogatari basano il loro successo sulle orecchiabili canzoni scritte da Yoshiki Mizuno, e sulla voce di Kiyoe Yoshioka, potente ed accattivante. Producono canzoni dall’architettura raffinata pur rimanendo facili da assimilare, e si destreggiano bene nelle ballate tanto quanto nelle canzoni più ritmate.

Utada Hikaru è una voce imprescindibile per chi ama il J-Pop, e per chi ci si avvicina per la prima volta. Molto nota anche all’estero, domina le classifiche dal 1997, anno del suo esordio.  Koda Kumi è conosciuta per la voce profonda e roca, in contrasto con la tipica voce femminile del J-Pop, spesso acuta. I fan dei giochi di Final Fantasy la conoscono per aver prestato la voce ad alcune canzoni per le colonne sonore di questa fortunata saga. Ai Otsuka viene da Osaka, la sua canzone, Sakuranbo (さくらんぼ) è rimasta in classifica per 103 settimane di seguito! 

Le Perfume rientrano nel genere technopop, da ascoltare a volume alto e da ballare. Grazie al genio del produttore e compositore Yasutaka Nakata sono velocemente arrivate nell’Olimpo degli artisti giapponesi più amati nel mondo. I Mr. Children sono ormai vecchiotti, ma sono leggendari in Giappone. Negli anni ’90 erano presenti ovunque nei media, con il loro pop/rock di ottima fattura.

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Da sinistra: CD di Perfume, Koda Kumi, Mr Children, Utada Hikaru

Varianti sul tema

Un gruppo molto particolare è, senza dubbio, quello delle Babymetal, il cui stile unisce il genere pop alle sonorità tipiche dell’heavy metal occidentale in quello che poi risulta un metal edulcorato chiamato anche kawaii metal (“metal carino”). Su questa scia si inserisce anche Babybeard, con il cantante australiano Ladybeard. Prodotti in Italia, i K-ble Jungle sono una formazione con voci giapponesi e italiane (le KJGirls). Nella loro discografia troviamo sia cover di anime che composizioni originali in stile 100% J-Pop, i loro concerti sono infuocati d’energia e di recente ospitano anche pezzi K-Pop.

Molto famosa è anche Hatsune Miku. Questa, tuttavia, non è un’artista in carne e ossa, ma un progetto digitale nato come sintetizzatore vocale per musicisti e poi trasformata dal pubblico in una vera e propria idol. Infatti, dal 2007 ha iniziato a cantare in concerti veri e propri e a “partecipare” ad eventi con altri artisti “reali”.

Esistono vari esempi di contaminazione, con artisti che mescolano tradizionale e pop. I loro video e la loro musica consiste principalmente in canzoni della cultura pop che si mescolano con la tradizione folkloristica data dai classici kimono indossati dagli artisti e da suoni e movimenti tradizionali.

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Alcuni lavori delle Babymetal

Il fenomeno degli Idol

Spesso i cantanti o i gruppi di musica J-Pop sono composti da giovani ragazzi che prendono il nome di “idol”. Nella cultura giapponese questo termine si riferisce, generalmente, ad un adolescente che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo, quindi sia in ambito musicale, sia in ambito cinematografico, sia come modelli o presentatori televisivi.

Dato che solitamente con idol si intende un ragazzo o una ragazza giovane o adolescente, spesso di bell’aspetto secondo i canoni della bellezza giapponese in quanto considerati veri e propri modelli da seguire da parte del pubblico, solitamente è un’occupazione che può durare fino a circa trent’anni, traguardo che vedrà l’idol o ritirarsi dalle scene oppure sistemarsi con un lavoro in televisione. Questa regola si applica in realtà più alle idol donne che uomini, come dimostra la longevità di gruppi come gli Arashi.

Il fenomeno degli idol ha avuto inizio in Giappone a partire dagli anni Sessanta, poi, sviluppatosi negli anni Ottanta, si è espanso anche in Corea e in Cina e, più recentemente, anche nelle Filippine, in Thailandia e nel restante dei paesi asiatici. Troviamo in Giappone sia gruppi di idol “classici”, ovvero che rispettano i canoni di grazia, gentilezza e pucciosità, che gruppi idol alternativi, soprattutto femminili. Tra le idol più famose, le Morning Musume, in auge fino ai primi anni 2000, e le AKB48, ancor oggi regine delle classifiche.

Colonne sonore

Una menzione speciale va fatta per le colonne sonore, siano esse di film, animazione o videogames. I compositori giapponesi, tanto quanto gli interpreti, mettono probabilmente i loro migliori lavori a disposizione dei creatori di intrattenimento video e videoludico. Un tappeto rosso che ha portato la musica giapponese direttamente nelle case anche di tutti gli italiani. Sono molti gli artisti di grande successo, sia in campo J-Pop che J-Rock e addirittura compositori classici, che hanno creato suoni appositamente per questo utilizzo, o che hanno prestato i loro pezzi come sigle e colonne sonore.

Musica giapponese per videogiochi
CD musicali consigliati
FONTI

Ginger Generation, Conosciamo il J-Pop e il J-Rock, di Francesca Parravicini
Cultura Giapponese, nota introduttiva al J-Pop e J-Rock
Dadablob, Top 10 Japanese pop idol
Silvio Franceschinelli, o DJ Shiru, co-autore dell’articolo.

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