La ballata: cos’è, struttura, caratteristiche ed esempio | Studenti.it

La ballata: cos’è, struttura, caratteristiche ed esempio

Storia e caratteristiche della ballata, usata per canzoni e danze. Struttura ed esempio della forma metrica del componimento poetico nato nel Medioevo
La ballata: cos’è, struttura, caratteristiche ed esempio
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1La ballata

La ballata: cos’è, struttura, caratteristiche ed esempio.
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Tra le forme della poesia di estensione più ampia che, nel corso dei secoli, si sono imposte nella tradizione poetica italiana c’è sicuramente la ballata. Si tratta di un componimento poetico di origine provenzale (da cui riprende anche il nome, in provenzale balada) le cui prime testimonianze in Italia – e in particolar modo in Toscana, a Bologna e nel centro della penisola – risalgono al XIII secolo.    

Chiamata anche canzone a ballo, in origine la ballata era strettamente legata alla danza e quindi accompagnata dalla musica. Uno stretto rapporto che, nel corso dei secoli, è andato perdendosi

2La storia della ballata

Primi versi di una Laude di Iacopone da Todi in un antico manoscritto del quindicesimo secolo.
Fonte: ansa

Come è già stato detto, la ballata conobbe una sua veloce diffusione in Italia nel corso del XIII secolo; non fu adoperata dai poeti della scuola siciliana, ma la ritroviamo ad esempio nei componimenti di argomento religioso (le laude) di Guittone d’Arezzo (1235-1294) e di Jacopone da Todi (ca 1230-1306).   

Secondo diversi studiosi, proprio al primo autore si dovrebbe l’invenzione della cosiddetta "ballata sacra". Esempi significativi si possono trovare nei componimenti di Guido Cavalcanti (1255-1300); anche Francesco Petrarca (1304-1374), in quegli anni, utilizzò questa forma poetica nel suo Canzoniere, il quale ne contiene ben 7

La ballata conobbe il suo massimo splendore nel Quattrocento, appena prima del Rinascimento: due dei suoi più noti autori italiani furono Angelo Poliziano (1454-1494) e Lorenzo de’ Medici (1449-1492).  

Giosuè Carducci (1835-1907).
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Già nel Cinquecento tornò ad essere un genere meno praticato dagli autori, per poi conoscere un ritorno in auge nell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Fu in questi decenni che si affermò la cosiddetta ballata romantica, un racconto in versi, tendenzialmente brevi, di carattere fantastico e dallo stile vivace; divenne questo uno dei generi letterari più diffusi in Europa negli anni del Romanticismo

In Italia la riscoperta di questo genere si deve ad autori particolarmente noti nel panorama letterario dell’epoca, come Giosuè Carducci (1835-1907), Giovanni Pascoli (1855-1912) e Gabriele d’Annunzio (1863-1938). 

3La ballata: struttura metrica e temi

La ballata: La ballata: cos’è, struttura, caratteristiche ed esempio.
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Se, in origine, la ballata non prevedeva una struttura metrica fissa, fu con gli stilnovisti che essa assunse una forma ben più definita. In linea generale, si può dire che la ballata è un componimento formato solitamente da versi endecasillabi, spesso misti a settenari.    

Al suo interno è suddivisa in un numero variabile di strofe, chiamate anche stanze; ciascuna di esse è preceduta da uno stesso ritornello, chiamato anche ripresa, solitamente di due o quattro versi. Il ritornello si ripete uguale a sé stesso tra una stanza e l’altra, scandendo il ritmo della ballata

È proprio la lunghezza del ritornello a dare il nome alla ballata, che sarà quindi detta: 

  • minima se il ritornello è di un solo verso (quinario, settenario o ottonario);
  • piccola se il ritornello è di un solo verso (endecasillabo);
  • minore se il ritornello è di due versi;
  • mezzana se il ritornello è di quattro versi;
  • grande se il ritornello è di quattro versi;
  • extravagante se il ritornello è di più di quattro versi.
La ballata: cos’è, struttura, caratteristiche ed esempio.
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Alle origini, quando questo componimento – come è già stato detto – era accompagnato da una rappresentazione musicale, le strofe venivano cantate da un solista, mentre il coro si occupava di intonare il ritornello, danzando. 

Per quanto riguarda lo schema rimico della ballata, non c’è una regola rigida. Lo schema più ricorrente prevede delle strofe in rima alternata o incrociata, con l’ultimo verso in rima con il ritornello; quest’ultimo, invece, se è di due versi lo troviamo in rima baciata (XX), se in quattro in rima alternata (XYXY). 

Per ciò che concerne i temi, la ballata nasce come genere di poesia popolare. Pur concedendosi una certa libertà sui contenuti che tratta, possiamo dire che questo tipo di componimento è prevalentemente di tema amoroso, ma anche ludico e giocoso, strizzando di tanto in tanto l’occhio alla licenziosità

4Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de’ Medici

Vediamo insieme un esempio di ballata del Quattrocento, secolo d’oro per lo sviluppo di questo genere. Si tratta del Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de’ Medici, componimento anche noto con il titolo di Canzona di Bacco.  

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

Quest’è Bacco e Arianna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ‘l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia
di doman non c’è certezza. 

Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo
se non gente rozze e ingrate:
ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

Questa soma, che vien drieto
sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio, è ebbro e lieto,
già di carne e d’anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

Bacco e Arianna. Artista: Giovanni Antonio Pellegrini.
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Scritta in occasione del carnevale del 1490, questa ballata appartiene ai Canti carnascialeschi di Lorenzo de’ Medici. In essa viene celebrato il trionfo di Bacco, dio dell’ebbrezza e del vino, e della sua sposa Arianna, figlia del re Minosse: stando al racconto del mito, infatti, Bacco si innamorò di Arianna dopo averla vista in preda alla disperazione sull’isola di Nasso per essere stata abbandonata da Teseo, e decise quindi di sposarla. 

Nel componimento, Lorenzo de’ Medici celebra i piaceri terreni della vita, invitando i giovani a goderne fin quando ne hanno ancora la possibilità.  

A livello di struttura, siamo di fronte a una ballata grande di ottonari, composta da una proposta iniziale la ripresa, che è rimata XYXY – e seguita da 7 stanze di 8 versi ciascuna, rimate ABABBYYX. Gli ultimi due versi di ogni strofa riprendono gli ultimi due versi della proposta iniziale, andando a formare il ritornello (Chi vuol esser lieto, sia: / di doman non c’è certezza); il terzultimo verso, inoltre, rima sempre con il penultimo della ripresa.