Gary Cooper

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Disambiguazione – Se stai cercando il musicista classico, vedi Gary Cooper (musicista).
Gary Cooper nel gennaio 1941 nella foto promozionale per Arriva John Doe di Frank Capra
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore 1942
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore 1953
Statuetta dell'Oscar Oscar onorario 1961

Gary Cooper, pseudonimo di Frank James Cooper (Helena, 7 maggio 1901Beverly Hills, 13 maggio 1961), è stato un attore statunitense.

Eroe per eccellenza del western e del melodramma hollywoodiano, l'American Film Institute ha inserito Cooper all'11º posto tra le più grandi star della storia del cinema.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gary Cooper vestito da cowboy nell'aprile 1903
Autografo di Gary Cooper

Gary Cooper nacque a Helena, nel Montana, figlio di immigrati britannici. Visse in Inghilterra con sua madre Alice Brazier, donna originaria del Kent, fino al 1914, quando, all'età di tredici anni, rimase ferito alla schiena in un incidente automobilistico; tornò quindi ad abitare nel Montana con il padre Charles Henry Cooper, brillante avvocato, presso il ranch nel quale imparò a cavalcare per ristabilirsi dai postumi dell'incidente. Durante questo periodo fece amicizia con Myrna Loy, che viveva vicino a lui[senza fonte].

Come avrebbe riferito anni dopo in un'intervista con la giornalista Hedda Hopper, celebre columnist di Hollywood, la vera vocazione di Cooper non era il cinema, ma la professione di disegnatore: «Sono diventato attore solo per sbarcare il lunario, dopo aver fallito come disegnatore e caricaturista politico. Era questa infatti la mia vera e unica vocazione giovanile»[2].

Nel 1924 si trasferì a Los Angeles con l'intenzione di diventare commerciante d'arte, ma il tentativo non ebbe grande successo. Appena tre mesi più tardi iniziò a lavorare nell'industria cinematografica come comparsa e, l'anno successivo, ebbe la possibilità di affrontare il suo primo vero ruolo di attore in un cortometraggio con Eileen Sedgewick quale protagonista. All'uscita del film, Cooper venne contattato dalla Paramount che gli offrì un contratto a lungo termine. L'attore accettò e, su consiglio della sua agente Nan Collins, cambiò il proprio nome Frank James in Gary, dal nome della città omonima nello Stato dell'Indiana, che doveva evocare lo stile "duro e puro" del luogo.

Coop, come lo chiamavano i colleghi, iniziò una carriera che l'avrebbe portato a partecipare a più di 100 film. Nel 1936 interpretò la commedia È arrivata la felicità di Frank Capra, che gli valse la prima candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista. I primi anni quaranta furono il periodo di maggior successo per l'attore, che nel 1942 vinse il suo primo Oscar al miglior attore per il film bellico Il sergente York (1941). Nei due anni successivi ottenne altre due candidature come miglior attore per i film L'idolo delle folle (1942), biografia del giocatore di baseball Lou Gehrig, e Per chi suona la campana (1943), dall'omonimo romanzo di Ernest Hemingway, ma in entrambi i casi non riuscì a portare a casa la statuetta.

Cooper con Joan Fontaine ai premi Oscar 1942 per Il sergente York di Howard Hawks

Dopo un periodo di minor successo, nel 1953 Cooper vinse un secondo Oscar come miglior attore protagonista per la sua memorabile interpretazione del tormentato sceriffo Will Kane in Mezzogiorno di fuoco (1952), il suo ruolo più ricordato e probabilmente anche la sua migliore interpretazione.

Gary Cooper morì per un tumore alla prostata pochi giorni dopo aver compiuto sessant'anni e fu sepolto nel cimitero Sacred Heart Cemetery a Southampton nello Stato di New York.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

In gioventù ebbe relazioni sentimentali con attrici come Clara Bow, Lupe Vélez e con Dorothy Caldwell Taylor, ex moglie dell'aviatore inglese Claude Grahame-White[non chiaro]. Nel 1933 sposò Veronica Balfe, un'esponente dell'alta società newyorkese, che aveva lavorato brevemente come attrice sotto il nome di Sandra Shaw, nipote dello scenografo Cedric Gibbons. Durante il matrimonio, da cui nel 1937 nacque la figlia Maria, e che durò fino alla morte di lui, a Cooper vennero attribuiti flirt con diverse co-protagoniste dei suoi film, incluse Grace Kelly e Patricia Neal.

Cooper si convertì ufficialmente al cattolicesimo nel 1958, ricevendo il sacramento del battesimo; aveva iniziato un percorso di avvicinamento alla fede sin dal 1950. Al contrario di quanto viene frequentemente riportato, la sua conversione non fu sollecitata dall'incombere della malattia sulla sua vita. «Assolutamente no - ha detto sua figlia Maria Janis Cooper - ci arrivò da solo, a suo tempo [...] pezzi e pezzi della sua stessa vita che ha voluto mettere assieme in un nuovo modo».

L'attore con l'ex first lady Eleanor Roosevelt a New York nel 1950

Retaggio[modifica | modifica wikitesto]

Per il suo contributo all'industria cinematografica, Gary Cooper è ricordato con una stella presso la Hollywood Walk of Fame, all'altezza del 6243 di Hollywood Boulevard (Los Angeles). Nel 1966 fu riconosciuto come uno dei migliori cowboy e un omaggio alla sua memoria è presente al National Cowboy & Western Heritage Museum (Museo dei ricordi dei Cowboy e del West) a Oklahoma City, nello Stato dell'Oklahoma.

Nella storia del cinema Cooper ha un posto fra i grandi interpreti dello schermo, essendo per l'appunto considerato uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Nessuno ha saputo essere «antidivo» quanto lui. Grazie al suo modo di essere e grazie ai suoi sani principi morali era in grado di trasmettere nei confronti del pubblico emozioni che solo pochi attori sono riusciti a trasmettere, tra cui James Stewart, considerato allo stesso livello di Gary, e Gregory Peck[2].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1933 nel poster spagnolo di Rivalità eroica (Today We Live) di Howard Hawks e Richard Rosson
Nel 1952 nel trailer di Mezzogiorno di fuoco (High Noon) di Fred Zinnemann

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Cigoli in L'ultima carovana, Se avessi un milione, I lancieri del Bengala (ridoppiaggio), Sogno di prigioniero, L'oro della Cina, Anime sul mare (ridoppiaggio), Uno scozzese alla corte del Gran Kan (ridoppiaggio), Beau Geste, Giubbe rosse, Arriva John Doe, Il sergente York, La storia del dottor Wassell, Le tre donne di Casanova (ridoppiaggio), Il magnifico avventuriero, Rivista di stelle, Gli invincibili, Il buon samaritano, La fonte meravigliosa, L'amore non può attendere, Aquile dal mare, Le foglie d'oro, Il comandante Johnny, Tamburi lontani, Mezzogiorno di fuoco, La maschera di fango, Samoa, Ballata selvaggia, Il prigioniero della miniera, Corte marziale, La legge del Signore, Arianna, Un pugno di polvere, Dove la terra scotta, L'albero degli impiccati, Cordura, Il dubbio
  • Romolo Costa in Marocco, I lancieri del Bengala, Notte di nozze, Desiderio, È arrivata la felicità, Anime sul mare, Uno scozzese alla corte del Gran Kan, La dama e il cowboy, L'uomo del West, Colpo di fulmine, L'idolo delle folle, Per chi suona la campana
  • Luigi Pavese in Saratoga, Maschere e pugnali
  • Pino Locchi nei ridoppiaggi di Partita a quattro e L'ottava moglie di Barbablù
  • Gualtiero De Angelis in I giganti del mare
  • Lauro Gazzolo in La conquista del West
  • Giulio Panicali in Vera Cruz
  • Lamberto Picasso in L'agente n. 13
  • Sandro Ruffini in La gloriosa avventura
  • Leonardo Cortese in Le tre donne di Casanova (doppiaggio originale)
  • Pino Colizzi in Per chi suona la campana (ridoppiaggio)
  • Cesare Barbetti in Marocco (ridoppiaggio)
  • Luca Biagini in Arriva John Doe (ridoppiaggio)
  • Antonio Palumbo in Tamburi lontani (ridoppiaggio)
  • Michele Kalamera in L'uomo del West (ridoppiaggio)
  • Gianni Giuliano in Rivalità eroica (ridoppiaggio)
  • Michele Gammino in L'idolo delle folle (ridoppiaggio)
  • Massimo Lodolo in Per chi suona la campana (secondo ridoppiaggio)

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

La sua stella sulla Hollywood Walk of Fame

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) AFI's 50 Greatest American Screen Legends, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 16 novembre 2014.
  2. ^ a b Mary Jo Pace, I magnifici di Hollywood, Milano, Editoriale Albero, 1980.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ray Stuart Immortals of the Screen, Bonanza Books, New York 1965.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Oscar al miglior attore Successore
James Stewart
per Scandalo a Filadelfia
1942
per Il sergente York
James Cagney
per Ribalta di gloria
Predecessore Oscar al miglior attore Successore
Humphrey Bogart
per La regina d'Africa
1953
per Mezzogiorno di fuoco
William Holden
per Stalag 17 - L'inferno dei vivi
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