Frankenstein (a love story) al Kismet di Bari

Frankenstein (a love story) al Kismet di Bari

Ultima data per la tournée 23/24 del nuovo spettacolo di Motus. Al Teatro Kismet di Bari il 6 aprile alle ore 21

Frankenstein (a love story)
m&s - Frankenstein (foto © Ilaria Depari)

Attiva a livello internazionale, la compagnia fondata a Rimini da Nicolò e Casagrande nel 1991 ha sempre lavorato sulle più aspre contraddizioni del presente: con il progetto sull’immaginario travolgente di Mary Shelley si avvicina ora a uno dei personaggi più inquietanti della letteratura europea, emblema della diversità e del pregiudizio umano. La figura della “progenie mostruosa” che l’autrice ha ideato per prima, fondando di fatto il romanzo fantascientifico, è stata poi anche un simbolo fecondo per molti studiosi della filosofia postumana, sul confine pericoloso tra umano e artificiale. 

Affermano i registi: «Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. Non siamo entrati nella narrazione dei passaggi complessi e dolorosi del romanzo epistolare, ma ne abbiamo distillato solo frammenti/monologhi legati alle tre esistenze, compresa quella di Mary Shelley, perché tanto delle vicende biografiche (e tragiche) del suo passato hanno influito sulla nascita di quest’opera/mostro, che abbiamo ibridato anche con visioni scientifico-antropologiche e fantascientifiche, nel lavoro di riscrittura con Ilenia Caleo, con le voci di tante studiose contemporanee, da Donna Haraway e Ursula Le Guin, a Lynn Margulis. Al centro gli interrogativi della creatura senza nome e la sua percezione del mondo degli Altri, degli umani sempre più insensibili e crudeli verso le persone “non conformi”, sino alla lenta presa di coscienza del fatto che il non possedere né denaro, né amici, né proprietà di alcun genere la relegavano alla sfera degli esclusi, dei maledetti, dei senza nome, appunto».

La composizione dello spettacolo, con la collaborazione drammaturgica della studiosa Ilenia Caleo, parte dalla struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni: «Sono tre linee, tracce che scivolano una nell’altra, qualche volta si sciolgono, si mescolano. Trattiamo il testo come una storia che contiene una storia che contiene una storia, una seppellita nel corpo dell’altra»

I personaggi in scena, Mary Shelley ovvero la creatrice, Victor ovvero il creatore, il mostro, che la compagnia definisce la creatura, immaginandola al femminile – «perché in realtà incarna tutte le fragilità e contraddizioni che all’epoca della scrittura del romanzo erano pregiudizialmente attribuite alle donne» –, compaiono in uno spazio asettico e vuoto, un’immagine fantasmatica. Ghiaccio e bianco a perdita d’occhio, un paesaggio straniante e doloroso in cui la natura è in tumulto, in tempesta, non ha niente di idilliaco. Mary Shelley è la prima figurazione mostruosa, narratrice ma lei stessa mostro, perché mostruosa è la sua immaginazione, un’immaginazione giovane e prodigiosa, di adolescente. Victor Frankenstein è una figura pienamente ottocentesca, che vuole possedere, conquistare e governare le forze della Natura, ma ne è sopraffatto. La Creatura è una figura senza potere, fuori posto e fragile, “un ibrido” che sta sul confine tra mondi, come i mostri, proprio lì dove non dovrebbe esistere. Tre solitudini radicali che si intrecciano.

Il progetto ha aperto diverse strade di ricerca che hanno portato la compagnia a immaginare il lavoro in due forme diverse, unite e dialoganti: Frankenstein diventa quindi un dittico che si sviluppa in due movimenti autonomi: lo spettacolo Frankenstein (a love story) e la creazione di un film, Frankenstein (a history of hate).

FRANKENSTEIN (a love story)
ideazione e regia di Daniela Nicolò & Enrico Casagrande
con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou ed Enrico Casagrande
drammaturgia Ilenia Caleo
adattamento e cura dei sottotitoli Daniela Nicolò
traduzione Ilaria Patano
assistenza alla regia Eduard Popescu
disegno luci Theo Longuemare
ambienti sonori Enrico Casagrande
fonica Martina Ciavatta
grafica Federico Magli
produzione Francesca Raimondi
organizzazione e logistica Shaila Chenet e Matilde Morri
promozione Ilaria Depari
comunicazione Dea Vodopi
distribuzione internazionale Lisa Gilardino
una produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE - Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE), residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival, Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule (CH), con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna
durata 1 h e 20 minuti

6 aprile 2024
Teatro Kismet
Strada San Giorgio martire 22F, Bari

biglietti a partire da 14 euro
disponibili al botteghino e online sul circuito Vivaticket.
Il botteghino è attivo dal martedì al venerdì ore 10.30–12.30 | 16.30–19 e due ore prima dello spettacolo.

informazioni 335 805 22 11
www.teatridibari.it

Testata Giornalistica
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