FEDERICO III imperatore di Germania in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

FEDERICO III imperatore di Germania

Enciclopedia Italiana (1932)

FEDERICO III imperatore di Germania (conservò anche come imperatore il numero che aveva come re di Prussia)

Manfredi GRAVINA

Nato a Potsdam il 18 ottobre 1831 dal principe Guglielmo (poi imperatore) e da Augusta di Sassonia-Weimar, morto ivi il 15 giugno 1888. Ebbe educazione accurata da parte del noto teologo Godet, e poi del prof. Ernesto Curtius. Grande impressione lasciò nel suo animo il movimento rivoluzionario del 1848, che aveva costretto la sua famiglia a rifugiarsi a Potsdam. Nel 1849 F. s'iscrisse all'università di Bonn, ove conseguì la laurea nel 1852. Subito dopo attese alla vita militare, sotto la guida del colonnello Moltke. Interessanti sono i diarî, ch'egli tenne sempre al corrente. Nel 1856 gli fu affidata l'importante missione di una visita a Napoleone III, e nel 1857 re Federico Guglielmo IV, che lo amò come un figlio, lo nominò generale di brigata per merito. Fidanzato sin dal 1855 con la principessa reale inglese Vittoria, la sposò nel 1858, e dall'unione nacquero Guglielmo (1859, poi imperatore), Carlotta (1860), Enrico (1862, poi ammiraglio), Vittoria (1866), Sofia (1870, poi regina di Grecia), Margherita (1872), e i due principi Sigismond, e Valdemaro, che morirono nell'infanzia. L'unica sorella di F., Luisa, aveva sposato nel 1856 il granduca di Baden.

Con l'assunzione al trono del padre (1861), F. si vide trascinato, suo malgrado, sulla scena politica, perché il partito liberale si rivolse a lui, di cui erano noti i sentimenti politici, favoriti dall'affetto che lo legava al principe consorte d'Inghilterra, suo suocero, per un'opposizione al regime reazionario del Bismarck. Per quanto riservato e animato dal proposito di non creare imbarazzi al re, suo padre, trapelò spesso la sua disapprovazione della politica bismarckiana.

Nel 1861 ricevette la nomina a rettore magnifico della più antica università tedesca, l'Albertina di Königsberg. Dopo aver seguito la campagna del 1864 al comando supremo, trovò modo di segnalarsi nel 1866 alla testa della II armata, che, superando difficoltà particolarmente gravi, svolse azione decisiva a Sadowa.

Altra importante missione egli compì nell'aprile del 1868 presso la corte sabauda, in occasione delle nozze del principe Umberto, riuscendo a cattivarsi le simpatie italiane, e la durevole amicizia personale di quel principe. Rappresentò quindi il Norddeutscher Bund all'inaugurazione del Canale di Suez (17 novembre 1869), visitò il sultano a Costantinopoli, la Grecia, la Terra Santa. Durante la guerra con la Francia fu a capo della III armata, si segnalò a Wörth, riconobbe cavallerescamente i meriti di Mac Mahon, da lui vinto, e partecipò all'assedio di Parigi. Nuovi dissensi sorsero tra lui e il Bismarck sulla costituzione dell'impero, ch'egli, diversamente dal Bismarck, voleva modellato su base parlamentare come l'inglese.

L'attentato contro suo padre (2 giugno 1878) lo portò alla reggenza (4 giugno-3 dicembre), ma il Bismarck vigilava a che essa fosse solo formale. Egli chiuse tuttavia il famoso congresso di Berlino (3 luglio), sciolse il parlamento (30 luglio), e, durante la sua reggenza, ebbe luogo la conciliazione con la curia romana. Nel 1883 si recò in visita ufficiale alle corti di Madrid e di Roma, dove fu ricevuto dal papa per suggellare la conciliazione avvenuta, ma soprattutto perché il Bismarck aveva bisogno dei cattolici tedeschi nella lotta contro la socialdemocrazia. Nel 1887 si manifestarono i primi sintomi del male, che doveva presto condurlo alla tomba. Dopo aver assistito al giubileo defla regina Vittoria, venne a svernare a S. Remo, dove, gli giunse notizia della morte del padre (9 marzo 1888). Accorse a Berlino, ma era oramai un moribondo, e il suo breve regno, durante il quale conservò come cancelliere il Bismarck, non fu che una tormentosa lotta contro il male.

Stralci dei diarî di guerra (1870-71) furono pubblicati dopo la sua morte dal prof. Geffken, e provocarono aspre repliche da parte del Bismarck, di cui rimase implacabile l'avversione per l'imperatrice Vittoria, ritenuta istigatrice di quella pubblicazione, e responsabile delle tendenze liberali di F. Un'edizione completa dei diarî non si è avuta che nel 1926.

Bibl.: E. Freytag, Der Kronprinz und die deutsche Kaiserkrone, 10ª ed., Berlino 1889; O. Richter, Kaiser F. III, Berlino 1903; F. Nippold, Aus dem Leben der beiden ersten deutschen Kaiser u. ihrer Frauen, Berlino 1906; H. F. von Reischach, Unter drei Kaisern, Berlino 1925.

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