Meriggiare pallido e assorto
Poesia di Eugenio Montale (scheda del poeta)
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Testo della poesia:
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
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Analisi della poesia
Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright
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La poesia è tutta incentrata sul paesaggio quasi deserto e molto caldo. Il poeta osserva la natura che lo circonda, assorto e pallido a causa del sole rovente, soffermandosi sugli elementi naturali.
Le formiche sembrano fare avanti e indietro senza meta, proprio come gli uomini; ii serpenti si muovono tra l'erba con un fruscio appena percettibile; si scorge in lontananza il mare tremolante; si ode il canto tremulo delle cicale. Queste descrizioni non danno certo una visione positiva della vita che ci circonda e infatti Montale rimarca tutto ciò per descrivere l'incertezza umana e lo stato di "abbandono" in cui l'uomo, come il paesaggio, riversa.
La figura della muraglia nell'ultima strofa descrive l'isolamento dell'uomo. Si tratta di una strofa notevole per costruzione e contenuti. Il muro è invalicabile e presenta in cima cocci aguzzi di bottiglia, a formare una vera prigione per l'uomo.
Da notare l'ambientazione nell'orto, luogo chiuso e confinato, e il fatto che il sole nella poesia non è visto come qualcosa che dà luce e speranza, ma bensì acceca e stanca. L'uomo non riesce e non è in grado di andare oltre tutto ciò, è bloccato e non riesce a elevarsi. Solo in lontananza l'autore vede uno spiraglio, rappresentato dalle scaglie di mare.