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Un volo da record. E Duplantis salta al secondo piano di casa

Mondo il suo soprannome, che è una verità: show a 6,21 metri pensando a 9 cm in più...

Un volo da record. E Duplantis salta al secondo piano di casa

Le notti senza sonno dei mondiali dell'atletica a Eugene sono finite con il salto mortale sulla pista, davanti a gente incredula, di Mondo Duplantis dopo il suo record mondiale oltre i 6 metri e 21 cavalcando l'asta come la scopa di Harry Potter nel magico gioco del Quidditch. Stanchi, felici, ma con un desiderio: non fatele finire mai.

Armando Gustav Duplantis, detto Mondo, nato il 10 novembre 1999 a Lafayette, città della Louisiana, figlio dell'avvocato allenatore e astista Greg e della svedese Helena, ex pallavolista ed eptatleta di cui ha preso la nazionalità perché il giallo di quella maglia sembra portare fortuna agli scorpioni come lui nati nello stesso giorno di Martin Lutero. Creativo, protetto da Marte. Dopo Bolt ecco la luce per la grande atletica che a Eugene ha mandato sul podio atleti di 40 paesi diversi, tanto per capire di cosa parliamo pensando ad uno sport davvero globale. Ultimo sulla scena, prendendosi il palcoscenico mentre gli Stati Uniti festeggiavano la rivincita dopo il naufragio alle Olimpiadi di Tokyo dove avevano perso tutti i loro possedimenti. Un centimetro alla volta per andare oltre l'ucraino del mito Sergej Bubka, 3 ori mondiali, campione olimpico, un mago che sulla sua scopa volante, l'asta di fibra, andava oltre i limiti.

Proprio come Mondo che a 22 anni è diventato davvero fonte d'ispirazione. Acrobata con muscoli gentili, uno per cui non fai fatica a passare notti insonni, ma così è stato tutto il mondiale di Eugene e alla fine, stropicciandoci gli occhi, mentre cadevano altri record come quello magico della nigeriana Amusan sui 100 ostacoli e il francese Meyers prendeva l'oro nel decathlon, la gara delle gare, ci siamo messi ad urlare: andate avanti, teneteci svegli fino agli europei in Baviera dove l'Italia potrebbe ritrovare le magie di Tokyo, anche se in un giardino più limitato di questo mondiale, in un'arena meno ampia di quella che ha ospitato i migliori atleti del mondo e ci ha congedato con due medaglie e il 12° posto nella classifica a punti per i piazzamenti fra i primi 8.

Duplantis e i suoi giochi andando verso il sole, sbagliando un solo salto, prendendosi la scena, dopo l'olimpiade, i mondiali indoor, portandosi sul podio, per la prima volta, insieme al quasi connazionale Nielsen, il filippino Ernesto Obiena che superando i 5.94, anche se sofferente per una lesione al crociato, ha fatto il record asiatico per rendere ancora più grande la scuola formiana dove ha lavorato con Petrov, il guru di Bubka, l'uomo che nel 2003 portò Gibilisco all'oro a Parigi, l'ultimo per l'Italia prima della marcia trionfale di Stano ad Eugene.

Il nostro Potter, come lo sognava la Rowling, lo rivedremo sicuramente anche agli Europei in Germania e in tutti i meeting che alla fine gli daranno più dei 160 mila dollari vinti nell'Oregon.

L'obiettivo, ora che è padrone della scena, è andare oltre le imprese di Bubka, un centimetro alla volta, un assegno corposo dopo ogni impresa, perché anche nel 6 e 21 di Eugene la luce fra l'acrobata e l'asticella ci ha detto che Mondo non si fermerà quando la barriera sarà messa a 6 metri e 30, il secondo piano di una casa qualsiasi, la sua reggia per sempre.

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