Enzo Ferrari

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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo allenatore di calcio, vedi Enzo Ferrari (allenatore).
Enzo Ferrari
Il giovane Enzo Ferrari al volante di un'auto da corsa
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Automobilismo
Categoria Gran Premi di automobilismo, Targa Florio, Coppa Acerbo
Ruolo Pilota
Termine carriera 9 agosto 1931
Carriera
Carriera nei Gran Premi di automobilismo
Esordio 23 novembre 1919
Stagioni 1919-1920, 1924
Scuderie Bandiera dell'Italia Costruzioni Meccaniche Nazionali 1919
Bandiera dell'Italia Isotta 1920
Bandiera dell'Italia Accomandita Ing. Nicola Romeo & Co 1920
Alfa Corse 1924
GP disputati 4 (3 partenze)
GP vinti 1
Podi 1
Giri veloci 1
 
Firma

Enzo Ferrari (Modena, 20 febbraio 1898[1]Modena, 14 agosto 1988) è stato un imprenditore, dirigente sportivo e pilota automobilistico italiano, fondatore dell'omonima casa automobilistica e della relativa sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, la quale conquistò in Formula 1, con lui ancora in vita, 9 campionati del mondo piloti e 8 campionati del mondo costruttori.

Molti furono i soprannomi con cui Enzo Ferrari venne denominato dalla stampa e nell'ambiente sportivo, durante la sua lunga carriera, come "Il Cavaliere", "Il Commendatore", "L'Ingegnere", "Il Mago", "Il Patriarca", "Il Grande Vecchio" o "Il Drake". Quest'ultimo, uno dei più noti, si riferisce al celebre corsaro inglese Francis Drake e venne coniato dagli avversari britannici nel secondo dopoguerra, con un misto di accusa e di ammirazione, per la dimostrata capacità e determinazione di Ferrari nel perseguire e cogliere risultati sportivi di portata assai superiore alla sua piccola azienda, operando una gestione "dittatoriale" del suo team e, a volte, ponendosi al confine dei limiti imposti dai regolamenti tecnici.[2][3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La controversia sulla data di nascita[modifica | modifica wikitesto]

Secondo quanto lui stesso ha raccontato, Enzo Ferrari sarebbe nato a Modena il 18 febbraio 1898, ma il padre fece registrare la sua nascita all'anagrafe soltanto due giorni dopo, a causa di una fortissima nevicata che bloccò le strade, facendolo dunque risultare come nato il 20 febbraio.[4] La notizia della nevicata però non trova riscontro dalle osservazioni meteorologiche di quel giorno, in cui secondo l'Osservatorio Geofisico dell'Università di Modena e Reggio Emilia si registrò una temperatura minima di −1,8 °C e massima di +10,8 °C e nessun fenomeno nevoso (la stessa fonte sostiene che non nevicò mai durante tutto il mese di febbraio 1898).[5] La nascita del piccolo Enzo fu inoltre denunciata all'anagrafe dalla levatrice, in quanto il padre era assente, come risulta dall'atto di nascita n.287/1898 del Comune di Modena.[6][7][8] Al riguardo, occorre però aggiungere che la madre di Enzo Ferrari era solita spedire a Maranello, puntualmente ogni 20 febbraio, un telegramma di auguri per il compleanno del figlio e di suo nipote.

Infanzia e giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Il padre, Alfredo Ferrari (1859-1915), era originario di Carpi, in provincia di Modena, mentre la madre, Adalgisa Bisbini (1872-1965[9]), era nata a Marano sul Panaro, sempre in provincia di Modena. La famiglia viveva in via Paolo Ferrari n°85, nella casa adiacente all'officina di carpenteria meccanica fondata da Alfredo, che lavorava per le vicine ferrovie; il complesso abitativo, unitamente a una nuova galleria espositiva, è attualmente sede del museo Enzo Ferrari.

A differenza del fratello maggiore Alfredo, detto Dino (1896-1916), Enzo aveva un rendimento scolastico piuttosto scarso e allo studio preferiva di gran lunga lavorare nell'officina del padre (ne fu un esempio la partecipazione alla realizzazione della pensilina della stazione di Giulianova nel 1914[10]), che l'avrebbe voluto ingegnere, sognando invece di poter concretizzare una delle sue passioni adolescenziali: avrebbe voluto divenire tenore d'operetta, giornalista sportivo o pilota automobilistico. Compì le prime esperienze di guida sulla Diatto di famiglia e il 16 novembre 1914 riuscì a far pubblicare il suo resoconto della partita di calcio Modena-Inter su La Gazzetta dello Sport.[11]

Nel 1915 il padre morì a causa di una polmonite; l'anno seguente morì anche il fratello Dino, partito come volontario allo scoppio della Grande Guerra. In attesa di essere chiamato alle armi, grazie alla sua conoscenza delle macchine utensili, il diciottenne Enzo trovò impiego, in qualità di istruttore, presso l'Officina Pompieri di Modena, dove si tenevano corsi per la preparazione di operai da utilizzare nelle industrie ausiliarie. Nel 1917 venne arruolato nel Regio Esercito e assegnato al 3º Reggimento d'artiglieria alpina, ma nello stesso anno fu congedato a causa di una pleurite.[11]

L'attività lavorativa[modifica | modifica wikitesto]

Enzo Ferrari in compagnia della moglie Laura Garello

Ripresosi dalla malattia, dopo un lungo ricovero nella sezione "incurabili" del nosocomio bolognese, con una lettera di raccomandazione datagli dal comandante del suo corpo, Enzo Ferrari raggiunse Torino e richiese un'opportunità professionale presso la FIAT, ottenendo un cortese diniego dal direttore del personale Diego Soria.

«Era l'inverno 1918-1919, rigidissimo, lo ricordo con grande pena. Mi ritrovai per strada, i vestiti mi si gelavano addosso. Attraversando il Parco del Valentino, dopo aver spazzato la neve con la mano, mi lasciai cadere su una panchina. Ero solo, mio padre e mio fratello non c'erano più. Lo sconforto mi vinse e piansi.»

A rincuorarlo e convincerlo a rimanere nel capoluogo piemontese fu l'incontro, avvenuto alla stazione di Porta Nuova, con la sarta diciannovenne Laura Garello, originaria di Racconigi, con la quale si fidanzò.

Enzo Ferrari alla Targa Florio del 1922 su Alfa-Romeo.

Dopo un breve pellegrinaggio tra le molte aziende metalmeccaniche torinesi, trovò occupazione nella Carrozzeria Giovannoni, specializzata nel recupero di autocarri leggeri del tipo Lancia Zeta-12/15HP o Fiat Brevetti dismessi dall'uso bellico. Demolite le carrozzerie, gli autotelai venivano ricondizionati e consegnati alla Carrozzeria Italo-Argentina di Milano, che provvedeva a trasformarli in torpedo o coupé de ville di lusso. Compito del giovane Ferrari, oltre al lavoro d'officina, era quello di collaudare gli autotelai ricondizionati e consegnarli alla committente nel capoluogo lombardo. Divenne così un provetto guidatore. La domanda di autotelai recuperati, però, si affievolì in pochi mesi, man mano che le case automobilistiche venivano progressivamente riconvertite alla produzione civile, lasciando intravedere a Ferrari la disoccupazione.

Fu durante una delle sue trasferte a Milano che, alla fine del 1919, trovò una nuova occupazione, in una piccola impresa meccanica milanese, la CMN, della quale era socio l'amico Ugo Sivocci, conosciuto casualmente da Ferrari nel Bar Vittorio Emanuele di via Orefici. Sivocci prese a cuore la situazione di Ferrari, all'epoca squattrinato, ingaggiandolo come assistente al collaudo. La prima competizione importante cui Ferrari partecipò fu la X Targa Florio, ma con scarso successo. La sua CMN 15/20HP, infatti, fu attorniata da dimostranti durante una manifestazione politica e Ferrari riuscì a raggiungere Palermo solo quando i cronometristi avevano ormai abbandonate le loro postazioni.[12]

«Nel 1920 cominciavo soprattutto a far sentire con istintiva prepotenza la mia vocazione di agitatore di uomini e di problemi tecnici. Tengo a dire che, quale fui allora, sono adesso: mai mi sono considerato un progettista, un inventore, bensì soltanto un agitatore.»

Enzo Ferrari, primo a sinistra, in compagnia di Prospero Gianferrari, Tazio Nuvolari e Achille Varzi, piloti Alfa Romeo (1930 circa)

Nel 1920 cominciò a correre con l'Alfa Romeo, che all'epoca era un club per gentlemen-drivers. Una volta normalizzata la propria disponibilità economica, decise di accasarsi con Laura, che sposò a Torino il 28 aprile 1923. Nello stesso anno Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio[14] (Savio è una frazione di Ravenna). Secondo quanto narrato dallo stesso Ferrari, fu in quell'occasione che la contessa Paolina de Biancoli, madre dell'aviatore eroe della prima guerra mondiale Francesco Baracca, gli consegnò il simbolo che Baracca portava sulla carlinga, un cavallino rampante, e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate dalla Scuderia Ferrari. Nel 1924 fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona del Regno d'Italia.[2]

Nel 1924 Enzo Ferrari partecipò alla fondazione del giornale sportivo bolognese «Corriere dello Sport», rimanendo consigliere delegato della società editrice fino al 1926, anno del suo disimpegno dall'editoria.[15] Nello stesso anno vinse la coppa Acerbo a Pescara e, alla fine della stagione sportiva, dovette troncare ogni attività agonistica a causa di un forte esaurimento nervoso, che lo costrinse a ritornare a Modena per lunghe cure. A coronamento della sua carriera sportiva, gli furono conferite le onorificenze di Cavaliere Ufficiale e Commendatore della Corona.[2] Nel 1929, completamente rimessosi, venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse collegata all'Alfa Romeo, che sarebbe diventata celebre come Ferrari.

Ferrari convinse il grande progettista Vittorio Jano a lasciare la FIAT e approdare alla Ferrari, inseguendo con lui i suoi sogni. All'epoca Enzo gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Alfredo, detto Dino.

La nascita della Ferrari[modifica | modifica wikitesto]

La crisi economica nel 1933 portò l'Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937. Poco dopo Ferrari creò l'Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l'AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra, Ferrari creò la "Scuderia Ferrari", la sezione sportiva della casa automobilistica Ferrari, che era esistente fin dal 1930, ma che fu costituita in ragione sociale solo nel 1947.

Enzo Ferrari con Ilario Bandini, 1964

La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell'Alfa Romeo nel mondo della F1 (che, pur vincendo il mondiale 1951, decise di ritirarsi per questioni economiche senza portare in gara il rivoluzionario progetto 160) e, contemporaneamente, l'ascesa sportiva della Ferrari, causando al Drake[16] un conflitto di sentimenti tra la sua nuova azienda e la vecchia casa milanese alla quale doveva ogni sua fama e conoscenza in campo automobilistico.

«Quando nel 1951 González su Ferrari, per la prima volta nella storia dei nostri confronti diretti, si lasciò alle spalle la "159" e l'intera squadra dell'Alfa, io piansi di gioia, ma mescolai alle lacrime di entusiasmo anche lacrime di dolore, perché quel giorno pensai: "Io ho ucciso mia madre".»

Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari (l'Alfa Romeo si era ritirata alla fine del 1951 per concentrare i propri sforzi sulla produzione di auto stradali). La "Scuderia Ferrari" è attiva nel campionato del mondo di Formula 1 fin dalla sua istituzione e ne ha vinto 15 volte il titolo piloti e 16 volte quello costruttori.

La conversione di Ferrari da pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto FIAT abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell'esperienza delle officine di Stanguellini, usufruendo anche di tecnici dell'amico-avversario.[17]

Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di "ingegnere meccanico", datogli ad honorem nel 1960 dall'Università di Bologna. Nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in fisica dall'Università di Modena.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

La cappella Ferrari nel cimitero di San Cataldo a Modena

Nel giugno del 1988 papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo, ma Ferrari era già troppo malato, quindi i due ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari, che desiderava quell'incontro da tempo.[18] Enzo Ferrari morì a Modena il 14 agosto 1988, all'età di 90 anni.[19] La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo a esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata, senza corteo e alla presenza dei soli parenti e alcuni intimi amici. Ferrari è stato tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero di San Cataldo, a Modena. All’interno a sinistra sono sepolti la madre Adalgisa e il fratello maggiore Alfredo Dino. Alla destra si trovano il primo figlio Dino e la moglie Laura Garello (1900-1978), mentre dietro sulla sinistra si trovano la sua lapide e quella del padre Alfredo.

Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e al secondo posto. Il successo fu dedicato alla sua memoria.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Dino Ferrari, primogenito di Enzo, morto a causa della distrofia di Duchenne.

Ferrari, come già detto, fu sposato con Laura Garello (1900-1978), dalla quale ebbe nel 1932 il figlio Alfredo, detto Dino, morto nel 1956 all'età di 24 anni a causa della distrofia di Duchenne.

Nel 1945, dalla relazione con Lina Lardi (1911-2006), ebbe un secondo figlio, Piero, inizialmente registrato all'anagrafe con il solo cognome materno (in quanto nato mentre il padre era ancora coniugato con la Garello, e fino al 1975 le leggi italiane non consentivano agli uomini sposati di assegnare il loro cognome ai figli nati al di fuori del matrimonio) e diventato dirigente nell'azienda di famiglia.[20]

Divenne in seguito nota la sua relazione con Fiamma Breschi (1934-2015), conosciuta nel 1958 e frequentata fino alla morte.[21]

Il 21 febbraio 1988, un giorno dopo aver compiuto 90 anni e poco meno di sei mesi prima di morire, diventò bisnonno di Enzo, figlio di sua nipote Antonella (figlia di Piero, nata nel 1968).

Pur essendo notoriamente molto riservato, Ferrari ebbe anche la fama di donnaiolo. Interrogato sul suo rapporto con l'altro sesso, rispose: «Ho sempre considerato la donna non un elemento necessario della vita di un uomo, ma la ricompensa del lavoro. Non ho mai anteposto una donna al lavoro. Dopo aver lavorato tutta la giornata, una donna è il premio. Non prima, mai!»

Da sempre tifoso del Modena Football Club, ne fu anche dirigente per un breve periodo negli anni '60.

La sua riservatezza lo portava anche a concedere raramente interviste. Negli anni cinquanta, ai giornalisti che spesso gli chiedevano se la sua auto personale fosse una Ferrari, rispondeva: «No, purtroppo non me la posso permettere».[22] Nonostante avesse adottato come stemma per le sue auto il simbolo del celebre asso dell'aviazione Francesco Baracca, non viaggiò mai in aereo. Scriveva sempre utilizzando una stilografica con inchiostro viola, in ricordo delle copie dei documenti del padre.[23]

La casa automobilistica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrari.
Enzo Ferrari in una delle rare interviste rilasciate, con alle spalle il cavallino rampante, simbolo della Ferrari.

«Spesso mi chiedono quale sia stata la vittoria più importante di un'autovettura della mia fabbrica e io rispondo sempre così: la vittoria più importante sarà la prossima.»

La Ferrari vendeva vetture sportive per finanziare la partecipazione alla Formula 1 e a eventi come la Mille Miglia e la 24 Ore di Le Mans (che la scuderia vinse 9 volte, di cui sei di seguito dal 1960 al 1965).

Negli anni sessanta l'azienda fu trasformata in società per azioni. Nel 1969, a fronte di difficoltà finanziarie, Ferrari fu costretto a cedere una quota della sua impresa alla FIAT (dopo aver rifiutato l'offerta della Ford), la quale, inizialmente presente come socio paritario, ne assunse in seguito il controllo. Il legame con FIAT terminerà nel 2013, quando il marchio torinese viene avviato all'inquadramento nella nuova holding FCA, mentre la casa del Cavallino passa alla società di diritto olandese New Business Netherlands N.V. - poi divenuta Ferrari N.V., parzialmente quotata in borsa - sotto il diretto controllo della holding della famiglia Agnelli Exor S.p.A. (con il 23,5%) e del figlio di Enzo, Piero (con il 10%), maggiori azionisti e legati da un patto parasociale per il controllo della maggioranza dei diritti di voto.

Carriera agonistica come pilota automobilistico[modifica | modifica wikitesto]

Enzo Ferrari in compagnia del figlio Piero

«Volevo essere un grande pilota, e non lo sono stato.»

Nel 1919, all'età di 21 anni, Enzo Ferrari intraprende una carriera agonistica come pilota automobilistico ufficiale della neonata casa automobilistica CMN-Costruzioni Meccaniche Nazionali che lo vedrà in seguito legato all'Alfa Romeo, per un totale di 41 gare in cui avrà alterna fortuna.

Nel 1924 vince la Coppa Acerbo di cui dirà in seguito: "Tra tutte le gare alle quali ho partecipato, ricordo con particolare soddisfazione la mia vittoria a Pescara nel 1924 con un'Alfa Romeo RL. Con questa vettura avevo già vinto a Ravenna sulla pista di Savio e a Rovigo sulla pista del Polesine, ma è stato alla Coppa Acerbo che è iniziata la mia fama come pilota. Fui infatti in grado di battere le Mercedes che arrivavano dal successo alla Targa Florio".[25]

Resterà per sempre un mistero, in quanto Ferrari negli anni seguenti non volle mai parlare di tale episodio, la sua rinuncia al Gran Premio d'Europa del 1924 a Lione, ufficialmente per motivi di salute, in cui avrebbe dovuto confrontarsi con Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Louis Wagner, gli altri tre piloti che portavano in gara vetture Alfa Romeo ufficiali. Si trattava di una competizione di rilievo internazionale che gli offriva la possibilità di affermarsi definitivamente come pilota automobilistico e certamente la più importante tra quelle a cui ebbe modo di partecipare. Il 18 luglio 1924 partecipò al primo giorno di prove del Gran Premio d'Europa, poi tornò in Italia senza disputare la corsa. Al suo rientro alle competizioni, nel 1927, prese parte solo a gare di rilievo locale.

La sua carriera si concluse nel 1931, anno precedente a quello della nascita del suo primo figlio Dino Ferrari, di cui ebbe a dire:

«Quando la vita mi mise di fronte al fatto compiuto, a mio figlio, fui indotto alla meditazione. Mio figlio poteva contare su un modesto benessere, frutto della mia complessa attività. Ma mio figlio aveva il diritto di aspettarsi da me anche altro.[senza fonte]»

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Gran Premi di automobilismo[modifica | modifica wikitesto]

Anno Squadra Costruttore Vettura 1 2 3 4
1919 Costruzioni Meccaniche Nazionali CMN CMN 15/20 HP/2.3 IND ELG CER
Rit
1920 Isotta Isotta Isotta Fraschini IND MUG
Rit
ELG CER
Accomandita Ing. Nicola Romeo & Co Alfa Romeo Alfa Romeo 40/60 HP/6.1 IND MUG ELG CER
2
1924 Alfa Corse Alfa Romeo Alfa Romeo P2 IND FRA
NP
ITA

Targa Florio[modifica | modifica wikitesto]

Anno Scuderia Costruttore Vettura Numero Categoria Classe Co-Pilota Giri Risultato
assoluto
Risultato
di classe
1919 Bandiera dell'Italia Costruzioni Meccaniche Nazionali CMN CMN 15/20 HP/2.3 22 Categoria 2 80 3 Rit Rit
1920 Bandiera dell'Italia Accomandita Ing. Nicola Romeo & Co Alfa Romeo Alfa Romeo 40/60 HP/6.1 14 Categoria 7 +5.0 Bandiera dell'Italia Michele Conti 4
1921 Bandiera dell'Italia Accomandita Ing. Nicola Romeo & Co Alfa Romeo Alfa Romeo 20/30 ES/4.2 20 Turismo/Sport T/S 4.5 4
1922 Bandiera dell'Italia Accomandita Ing. Nicola Romeo & Co Alfa Romeo Alfa Romeo 20/30 ES/4.2 37 Turismo/Sport T/S 4.5 4 16º
1923 Bandiera dell'Italia Accomandita Ing. Nicola Romeo & Co Alfa Romeo Alfa Romeo RLS/3.2 14 ? 4.5 2 Rit Rit
Legenda

Coppa Acerbo[modifica | modifica wikitesto]

Anno Scuderia Costruttore Vettura Numero Categoria Classe Co-Pilota Giri Risultato
assoluto
Risultato
di classe
1924 Bandiera dell'Italia Enzo Ferrari Alfa Romeo Alfa Romeo RL 1 - - 10
1930 Bandiera dell'Italia Scuderia Ferrari Alfa Romeo Alfa Romeo 6C 1750 50 - - 1 Rit Rit
Legenda

Gare extra campionato[modifica | modifica wikitesto]

Anno Vettura 1 2 3 4
1921 Alfa Romeo Bandiera dell'Italia
TGF
5
Diatto Bandiera dell'Italia
MUG
2
1922 Alfa Romeo Bandiera dell'Italia
TGF
16
Bandiera dell'Italia
MUG
Rit
1923 Alfa Romeo Bandiera dell'Italia
TGF
Rit
Bandiera dell'Italia
MUG
Rit
Bandiera dell'Italia
SAV
1
1924 Alfa Romeo Bandiera dell'Italia
SAV
1
Bandiera dell'Italia
POL
1
Bandiera dell'Italia
CRE
Rit
Bandiera dell'Italia
CAC
1
1928 Alfa Romeo Bandiera dell'Italia
MUG
3
1929 Alfa Romeo Bandiera dell'Italia
ALS
Rit
Bandiera dell'Italia
POZ
5[26]
Bandiera dell'Italia
MUG
8
1930 Alfa Romeo Bandiera di Monaco
MON
NP
Bandiera dell'Italia
ALS
3
Bandiera dell'Italia
CAC
Rit
Legenda

Gare disputate[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito sono riportate le competizioni automobilistiche in cui Enzo Ferrari ha gareggiato come pilota e i risultati ottenuti:

Data Gara Vettura Classifica
5 ottobre 1919 Parma - Poggio di Berceto CMN 15/20 HP 11º assoluto, 4º di categoria
23 novembre 1919 X Targa Florio CMN 20 HP 9º assoluto
30 maggio 1920 Parma - Poggio di Berceto Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa 3º assoluto, 2º di categoria
13 giugno 1920 Circuito del Mugello Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa ritirato
20 giugno 1920 Coppa della Consuma Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa ritirato
24 ottobre 1920 XI Targa Florio Alfa Romeo 20-40 2º assoluto, 1º di categoria
14 novembre 1920 Chilometro lanciato di Gallarate Alfa Romeo 40-40 HP 4º assoluto, 1º di categoria
8 maggio 1921 Parma - Poggio di Berceto Alfa Romeo 20-30 ES Sport ritirato
29 maggio 1921 XII Targa Florio Alfa Romeo 20-30 ES Sport 5º assoluto, 2º di categoria
24 luglio 1921 Circuito del Mugello Alfa Romeo ES Sport 2º assoluto, 1º di categoria
7-15 agosto 1921 Coppa delle Alpi Alfa Romeo ES Sport 5º assoluto, 2º di categoria
28 agosto 1921 Aosta - Gran San Bernardo Alfa Romeo? 5º assoluto, 1º di categoria
7 settembre 1921 Chilometro lanciato di Brescia Alfa Romeo 40-40 HP 5º assoluto, 4º di categoria
2 aprile 1922 XIII Targa Florio Alfa Romeo 20-30 ES 16º assoluto, 3º di categoria
11 giugno 1922 Coppa della Consuma Alfa Romeo 20-30 ES 7º assoluto; 4º di categoria
18 giugno 1922 Circuito del Mugello Alfa Romeo 20-30 ES ritirato
30 luglio 1922 Aosta - Gran San Bernardo Steyr? 8º assoluto, 2º di categoria
22 ottobre 1922 Gran Premio Autunno (a Monza) ? ?
15 aprile 1923 XIV Targa Florio Alfa Romeo RL Targa Florio ritirato
10 giugno 1923 Circuito del Mugello Alfa Romeo RL Targa Florio ritirato
17 giugno 1923 Circuito del Savio Alfa Romeo RL Targa Florio 1º assoluto
5-15 agosto 1923 Coppa delle Alpi Alfa Romeo RL SS 4º assoluto, 1º ex aequo di categoria
16 marzo 1924 Chilometro lanciato di Ginevra Alfa Romeo RL SS 4º assoluto, 1º di categoria
23 marzo 1924 Coppa Verona (Salita delle Torricelle) Alfa Romeo RL SS 2º assoluto
25 maggio 1924 Circuito del Savio Alfa Romeo RL Targa Florio 1º assoluto
1º giugno 1924 Circuito del Polesine Alfa Romeo RL Targa Florio 1º assoluto
13 luglio 1924 I Coppa Acerbo Alfa Romeo RL Targa Florio 1º assoluto
3 agosto 1924 Gran Premio d'Europa (a Lione) Alfa Romeo P2 gara non disputata
nel 1925 e nel 1926 nessuna partecipazione
15 maggio 1927 Circuito di Alessandria Alfa Romeo RL MM 1º assoluto
5 giugno 1927 Circuito di Modena Alfa Romeo 6C 1500 1º assoluto
29 aprile 1928 Circuito di Alessandria Alfa Romeo 6C 1500 1º assoluto
20 maggio 1928 Circuito di Modena Alfa Romeo 6C 1500 SS con compressore Zagato 1º assoluto
3 giugno 1928 Circuito del Mugello Alfa Romeo 6C 1500 SS 3º assoluto
21 aprile 1929 Circuito di Alessandria Alfa Romeo 6C 1750 ritirato
2 giugno 1929 Circuito del Pozzo Alfa Romeo 6C 1750 5º assoluto, 5º di categoria
9 giugno 1929 Circuito del Mugello Alfa Romeo 6C 1750 8º assoluto
20 aprile 1930 Circuito di Alessandria Alfa Romeo 6C 1750 GS 3º assoluto, 3º di categoria
10 agosto 1930 Circuito delle Tre Provincie Alfa Romeo 6C 1750 ritirato
17 agosto 1930 Circuito di Pescara Alfa Romeo 6C 1750 ritirato
14 giugno 1931 Bobbio - Passo del Penice Alfa Romeo 8C 2300 MM 1º assoluto
9 agosto 1931 Circuito delle Tre Provincie Alfa Romeo 8C 2300 MM 2º assoluto

Museo[modifica | modifica wikitesto]

A ridosso della casa natale è stato inaugurato il 10 marzo 2012 il Museo Enzo Ferrari. Il progetto ha previsto la realizzazione di una struttura di nuova concezione per l'esposizione di autovetture importanti per la carriera del mito e, all'interno dell'officina del padre Alfredo, è stato realizzato un percorso fatto di filmati, immagini ed effetti personali che fanno rivivere la vita di Enzo Ferrari.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1962: Premio Hammarskjöld (premio dell'ONU per le Scienze Sociali)
  • 1965: Premio Columbus (Istituto Internazionale delle Comunicazioni)
  • 1987: Premio Alcide De Gasperi
  • 1994: International Motorsports Hall of Fame
  • 2000: Automotive Hall of Fame

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere del lavoro - nastrino per uniforme ordinaria
— 21 dicembre 1952[27]
Laurea honoris causa in Fisica - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea honoris causa in Fisica
«Autentico pioniere, ha svolto un'attività intensa e produttiva nella fisica dello stato solido con particolare riferimento alla produzione e alla sperimentazione di nuovi materiali metallici.»
— Università degli Studi di Modena, 1º febbraio 1988.

Venne più volte proposto per il titolo di senatore a vita. La candidatura più pressante venne avanzata congiuntamente sulla stampa da Enzo Biagi e Indro Montanelli che perorarono la causa con alcuni articoli direttamente rivolti al Presidente della Repubblica. La richiesta non venne accolta da Sandro Pertini che affermò: «Uno come Ferrari non ha bisogno del laticlavio».[2]

Opere di Enzo Ferrari[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nella miniserie TV Ferrari (2003), diretta da Carlo Carlei, Enzo Ferrari è interpretato da Sergio Castellitto. Le due puntate ripercorrono gli eventi salienti della sua vita: infanzia, Grande Guerra, primi passi nelle corse, vita privata, la morte del figlio Dino e dell'amico progettista Vittorio Jano, fallimenti e successi, il rapporto conflittuale con alcuni collaboratori e con il pilota Gilles Villeneuve, fino agli ultimi anni.
  • Adam Driver interpreta Enzo Ferrari nel film del 2023 Ferrari, diretto da Michael Mann. Il film è dedicato alla vita di Ferrari nel 1957, anno in cui il Drake dovette affrontare problemi familiari (la tristezza per la recente morte del figlio Dino e la scoperta da parte della moglie Laura della relazione extra-coniugale con Lina, dalla quale era nato il figlio Piero) e fece disputare la Mille Miglia sulle sue auto a quattro piloti, uno dei quali, lo spagnolo Alfonso de Portago, morirà tragicamente nell'incidente di Guidizzolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'atto di nascita è presente sul Portale Antenati.
  2. ^ a b c d Massimo Binelli, La quotazione in borsa della Ferrari, Franco Angeli, Milano, 2003.
  3. ^ Oscar Orefici, Ferrari: romanzo di una vita, Cairo, Milano, 2007.
  4. ^ Ho esaudito i sogni?, La Stampa, 18 febbraio 1988, p. 23.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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