Alla tavola di Edoardo I Plantageneto

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Alla tavola di Edoardo I Plantageneto


Re d'Inghilterra dal 1272 al 1307. Figlio di Enrico III ed Eleonora di Provenza governò per un lungo periodo favorendo nobili e attuando una politica di espansione, soprattutto a nord. Tuttavia le guerre per il controllo di Scozia e Guascogna non ebbero il successo atteso…

Inghilterra, fine del XIII secolo. È un momento cruciale per Edoardo I e il suo regno. La guerra contro la Scozia si fa ogni giorno più acerba, e costosa. In termini di contributi economici e perdita di uomini. I clan oltre il Vallo di Adriano si sono rivelati un nemico riottoso, non arrendevole. Qualche anno prima, la battaglia di Stirling Bridge (settembre1297) è stata una disfatta per l'esercito del Plantageneto. L’esito della tenzone ha visto trionfare gli scozzesi alla guida di due ribelli passati alla storia per le loro gesta intrepide, Andrew Moray e William Wallace.
I nobili inglesi, seppur coccolati da provvedimenti mielosi (aumento dei tributi ai danni della plebe) non sono affatto disponibili con Edoardo. Mettono a disposizione del loro sovrano poche e mal armate truppe per far fronte alle ostilità con il popolo scozzese. Le alleanze sono fondamentali per cui i rapporti con la Francia sono propizi. I francesi sono un alleato influente nella perenne “partita a scacchi” giocata nel teatro europeo. Questo è lo scenario dell’Europa alla fine del 1200. Un periodo articolato, ricco di repentini cambiamenti sociali e geopolitici
E l’arte culinaria presso le varie corti? Risente senz’altro delle influenze del periodo instabile. Una cucina definibile per certi aspetti come pre-gastronomica. La prassi cuciniera è contagiata di usi e tecniche nuove, arricchita con spezie pregiate ed erbe aromatiche. Nondimeno resta spartana, gretta, ancor piuttosto sfocata dai fasti che la caratterizzeranno nel corso del Rinascimento. Il convivio di Edoardo Plantageneto non è dissimile da quello di altri potenti del tempo. E' opulento, però difetta di raffinatezze che ben si accosterebbero ad un sovrano del suo lignaggio. Si mangia con la mani (quasi mai mondate), in modo rozzo e l’uso delle stoviglie si riassume in un coltello che serve per tagliare la carne e a portare il boccone alla bocca.
Grande la varietà di carni bianche cotte per il re: capponi, oche, galline, polli allo spiedo oppure bolliti e serviti grossolanamente. Persino le carni rosse come il manzo, il maiale e la selvaggina non mancano. La caccia nell’epoca di Edoardo I è una delle attività preferite dai nobili. Sia come vezzo sportivo sia per mero intrattenimento. Con la selvaggina è consuetudine preparare ghiotti pasticci farciti, curati nel sapore e nell’aspetto. Sconcerta la mancanza di verdura e frutta sulla tavola regale. Sono alimenti sconsigliati caldamente dai cerusici (reputati di ardua digestione), considerati vitto per il popolino. Insomma, ingredienti insignificanti non adeguati per il sovrano e i suoi ospiti. Non manca invece il vino, talvolta addolcito e il pasto è deliziato da melodie. Vino che è sorseggiato in coppe d’argento o dorate. Un’atmosfera strana, irreale come lo è questo fantasioso racconto. Un autentico salto del tempo che permette di scoprire aspetti incerti, come il convivio e il cibo alla corte del Plantageneto.
Tutto questo avviene mentre all'esterno della magione di Edoardo si susseguono vicende, battaglie, lotte intestine, epidemie ed episodi di vita.
Intanto che si banchetta e sollevano le coppe al cielo la storia si colora di nuovi elementi che implementeranno il cammino dell'uomo sino all'età moderna. E con lui il cibo.

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