La tragica storia delle cugine della Regina Elisabetta II

Una storia che in pochi sanno, quella delle sorelle Katherine e Nerissa Bowes-Lyon. Qui il racconto dettagliato di un'esistenza condotta col massimo segreto, frutto di un pregiudizio ancora troppo forte nei confronti delle disabilità

La tragica storia delle cugine della Regina Elisabetta II

La triste storia delle cugine Della Regina Elisabetta II - Pourfemme.it / Foto Instagram @royalty.crown_

Conosciamo tutti i principali membri della famiglia reale britannica, dalla nostra amatissima Kate Middleton a Camilla, la regina consorte. Sono volti che incontriamo spesso, che rappresentano la grande monarchia che la regina Elisabetta II ha supervisionato per decenni. Tuttavia, la Casa di Windsor è una dinastia complessa che abbraccia generazioni, tessendo un albero genealogico molto più intricato di quanto la maggior parte di noi si renda conto.

Come ogni famiglia, i Windsor hanno i loro segreti, tra cui la triste storia delle cugine di primo grado di Elizabeth, Nerissa e Katherine Bowes-Lyon. Ci sono stati molti scandali reali nel corso degli anni che hanno minacciato l’integrità del sovrano, ma questo particolare evento ha sfidato la percezione pubblica della famiglia reale britannica in modo diverso.

La curiosa storia delle sorelle Bowes-Lyon ha sia incuriosito che scoraggiato il pubblico, portando con sé una tempesta mediatica di grandi proporzioni. Anche ora, a oltre 30 anni dopo la scoperta di questa storia, le persone continuano a porsi delle domande. Come hanno fatto le due ragazze a svanire considerando che erano strettamente imparentate con il monarca più famoso del mondo? Perché sono stati registrate come decedute quando erano vive e vegete, e quali altri scheletri si nascondono nell’armadio della famigerata House of Windsor? 

Chi erano Katherine e Nerissa Bowes-Lyon

Katherine e Nerissa Bowes-Lyon erano due sorelle britanniche appartenenti alla famiglia reale. Nacquero con una disabilità intellettiva e furono oggetto di segreti e isolamento per gran parte delle loro vite. Tuttavia, non è stato reso noto un quadro clinico specifico riguardante una diagnosi specifica o una condizione esatta. La natura della loro disabilità intellettiva non è stata pubblicamente dichiarata o documentata in modo completo. La mancanza di informazioni specifiche ha contribuito a mantenere avvolto nel mistero il loro stato di salute mentale.

La triste storia delle cugine della Regina

La triste storia delle cugine Della Regina Elisabetta II – Pourfemme.it / Foto Instagram @_garethrussell

Katherine nacque il 4 luglio 1900 e Nerissa il 18 febbraio 1919. Erano figlie di John Bowes-Lyon, 14° conte di Strathmore e Kinghorne, e di sua moglie, Fenella Bowes-Lyon. La madre di Katherine e Nerissa era la sorella minore di Elizabeth Bowes-Lyon, la futura Regina consorte del Regno Unito, nota come la Regina Madre. Fin dalla nascita, fu evidente che Katherine e Nerissa avevano una disabilità importante. Tuttavia, a causa del pregiudizio e della vergogna associati alla disabilità in quel periodo, la famiglia reale decise di nascondere le due sorelle dalla società.

Nel 1941, durante la Seconda guerra mondiale, Katherine e Nerissa furono inviate all’istituto psichiatrico Royal Earlswood Hospital, situato a Redhill, nel Surrey, in Inghilterra. Qui furono tenute isolate, senza visite regolari e senza che la loro esistenza fosse rivelata al mondo esterno. Furono identificate solo come “Paziente C” e “Paziente D” all’interno dell’ospedale. La famiglia reale, compresi il futuro re Giorgio VI e la regina madre Elisabetta, sembra non abbiano mai rivelato l’esistenza di Katherine e Nerissa a nessuno. 

La scoperta delle sorelle a fine anni ‘80

La situazione delle due sorelle rimase segreta per decenni. Fu solo nel 1987 che un giornalista scozzese di nome Michael O’Donnell scoprì la loro storia. O’Donnell stava conducendo un’indagine sull’istituto psichiatrico e rimase sconvolto nell’apprendere che due parenti della famiglia reale erano state tenute nascoste per così tanto tempo. La scoperta della verità suscitò indignazione e scandalo. La regina madre e la regina Elisabetta II furono profondamente sconvolte dalla notizia. La famiglia reale intervenne immediatamente per garantire migliori cure e un ambiente più confortevole per Katherine e Nerissa.

Dopo anni di isolamento, Katherine e Nerissa ricevettero finalmente un riconoscimento pubblico. Katherine morì nel 2014 all’età di 87 anni, mentre Nerissa era già deceduta nel 1986, all’età di 66 anni. Le loro tombe, inizialmente senza nome, furono successivamente contrassegnate con le loro identità. La mancanza di nomi sulle loro tombe all’inizio era un riflesso della segretezza e dell’isolamento che avevano subito durante tutta la loro vita, e non era una decisione intenzionale o di mancanza di rispetto verso di loro, o almeno questo è quello che è stato detto dalla stampa reale. Una volta che la verità fu rivelata, la famiglia reale si assicurò che fosse ripristinato il loro adeguato riconoscimento.

La Regina Elisabetta II ne era a conoscenza? 

La questione se la Regina Elisabetta II conoscesse o meno la storia delle sorelle Katherine e Nerissa Bowes-Lyon prima della sua scoperta nel 1987 è stata oggetto di dibattito. Non vi è una risposta definitiva e le informazioni disponibili sono limitate. Alcuni sostengono che la Regina Elisabetta II e la Regina Madre non erano a conoscenza della situazione e che furono sorprese e sconvolte quando la storia venne alla luce. I sostenitori di questa posizione indicano che la segretezza intorno a Katherine e Nerissa potrebbe essere stata mantenuta da altri membri della famiglia reale o funzionari del palazzo.

Tuttavia, ci sono anche voci che suggeriscono che la Regina Elisabetta II potrebbe aver avuto una conoscenza parziale della situazione delle sorelle, ma non aveva una piena consapevolezza delle condizioni in cui vivevano. Non esistono prove concrete che confermino o smentiscano queste affermazioni.

La storia di Katherine e Nerissa Bowes-Lyon ha evidenziato l’importanza di combattere la discriminazione e il pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità intellettiva. Ha suscitato un ampio dibattito sulla necessità di promuovere l’inclusione e l’accettazione delle persone con disabilità nella società. La storia ha portato alla luce l’importanza di trattare ogni individuo con rispetto e dignità, indipendentemente dalle loro differenze, e di garantire che nessuno venga isolato o dimenticato a causa delle loro capacità diverse. Serve come monito per lavorare verso una società più equa e inclusiva, dove ogni persona abbia l’opportunità di vivere una vita piena e gratificante.

Parole di Francesca Secci