Atletica, Jacobs torna e fa 10''11 sui 100 metri - La Stampa

Ora che la prima è andata si viaggia più leggeri: Marcell Jacobs chiude i 100 metri di Jacksonville in 10”11, stesso tempo del compagno di allenamento De Grasse che si piazza primo in questa gara di famiglia buona per togliere inutili tensioni e ritrovare il gusto della competizione. Il tempo, fatto con 0,9 di vento a favore, non vale la qualificazione olimpica che chiede 10 secondi netti, ma gira più o meno nelle medie del periodo in cui ancora nessuno ha lanciato la sfida e definito il livello. Troppo presto.

La gara di Marcell Jacobs, la medaglia d'oro olimpica corre i 100 metri in 10''11

A Jacobs interessava testare la condizione: «Siamo stati sorpresi dal fatto che sia stato cambiato il rettilineo, partenza così così poi mi sono sentito a mio agio. Pensavo di andare più forte ma secondo me hanno fatto un po’ di errori al fotofinish». Barrata la casella di quel debutto che iniziava a trascinarsi dietro troppe inutile domande. Oggi raggiunge la staffetta azzurra in raduno a Miami, tra qualche giorno il Mondiale di specialità alle Bahamas e lì il piazzamento che vale i Giochi serve trovarlo subito, per il resto c’è tempo, pure per capire quanto può rendere il lavoro fatto con il nuovo allenatore Rana Reider in Florida.

Lo sprint deve ancora stabilire delle gerarchie stagionali, per ora ci ha detto solo che l’Africa è stufa di aspettare. Ieri a Suzhou, in Cina, nella seconda tappa di Diamond League il sudafricano Simbine batte in 10”01, in rimonta, il campione del mondo dei 60 metri indoor Coleman (10”04) e l’oro dei Mondiali 2022 Kerley (10”11), a vento praticamente inesistente (-0, 1) in condizioni ben lontane da quelle ideali. L’intero meeting rimane sottotono, compresa la gara del lungo in cui esordisce Mattia Furlani, quinto, con salti regolari, tutti intorno ai 7, 88 metri con cui segna la misura, prossima uscita a Savona il 15 maggio. Akani Simbine è l’unico soddisfatto. Prima di lui, in questi ultimi mesi, si è fatto notare Letsile Tebogo, ventenne del Botswana: record del mondo sui 300 metri (30”69) e miglior cronometro dell’anno sui 200 (19”71).

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Ieri, tra i buoni propositi per questo 2024, ha scritto: «La mia strada inizia dove finisce l’asfalto», per stabilire il legame con le origini e anche per dare un avvertimento. Potrebbe essere ora di guardare percorsi inediti e l’Africa non ha mai vinto una gara da sprinter ai Giochi. L’Italia sa bene che cosa vuole dire, si presenta a Parigi con il titolo dei 100 da difendere, un oro che nessuno ci avrebbe assegnato prima di Tokyo. I pronostici lo fanno girare al largo anche ora, pure se al momento è proprio difficile dare peso alle previsioni. Oggi tocca a Lyles, triplo oro mondiale nel 2023, in gara a Bermuda. In testa alla classifica dei più veloci del 2024 c’è Christian Miller, classe 2006, uno dei ragazzi che hanno corso solo sulle piste degli Usa e il 9”93, registrato in una delle gare con Tortu a Clermont, racconta poco di lui e meno ancora dei 100 che vedremo e per cui abbiamo appena iniziato a palpitare.

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