Edith del Wessex

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Edith del Wessex
Regina d'Inghilterra
In carica1045 –
5 gennaio 1066
PredecessoreEmma di Normandia
SuccessoreEdith di Mercia
Nascita1025
Morte18 dicembre 1075
DinastiaDinastia Godwin
PadreGodwin del Wessex
MadreGytha Thorkelsdaettir
ConsorteEdoardo il Confessore

Edith del Wessex (102518 dicembre 1075) fu una regina d'Inghilterra, consorte di Edoardo il Confessore.

A differenza della maggior parte delle regine inglesi nel X e XI secolo, Edith fu incoronata[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Edith, era la figlia di Godwin del Wessex, il conte più potente d'Inghilterra, e di sua moglie, Gytha Thorkelsdaettir, sorella di Ulf, un conte danese che era il cognato di Canuto il Grande. Appartenenva dunque alla dinastia Godwin.

Edith fu allevata all'Abbazia di Wilton. Era una donna istruita che parlava diverse lingue, abilità che probabilmente acquisì a Wilton. Rimase attaccata ad esso, e negli anni successivi ricostruì la sua chiesa[2]. La fonte principale della sua vita è un'opera che lei stessa ha commissionato, la Vita Ædwardi Regis[3]. Aiutò Giso, il vescovo di Wells, a garantire le doti della sua sede, e diede terre all'Abbazia di Abingdon, ma i monaci di Evesham affermarono che le reliquie di molti monasteri furono portate a Gloucester in modo da poter scegliere il meglio per se stessa.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Per aumentare il prestigio della propria famiglia, venne data in sposa ad Edoardo il Confessore nel 1045. Il loro matrimonio non lasciò eredi e molte sono state le supposizioni al riguardo, da un voto di celibato del re, fino a un profondo disgusto del sovrano verso la famiglia della moglie, tuttavia nessuna di esse appare del tutto attendibile agli storici.

La famiglia di Edith era una delle più potenti del regno, tuttavia, quando suo padre venne esiliato nel 1051 Edoardo il Confessore la spedì in un convento, sperando di divorziare da lei[4][5], salvo poi richiamarla quando, l'anno dopo, concedendo il perdono al suocero e ai cognati. Edith rimase al fianco del marito, cui pare fosse molto vicina[6] In the Vita Edwardi, according to Barlow, "although she is always placed modestly behind the throne, the author does not minimize her power or completely conceal her will. Whenever we catch sight of her elsewhere, we see a determined woman, interfering, hard, probably bad-tempered."[7], fino alla morte di lui avvenuta nel 1066. Il successore designato da Edoardo il Confessore era Guglielmo il Conquistatore un normanno cui era legato dalla parentela, Guglielmo era infatti il pro-nipote di Emma di Normandia, madre di Edoardo. La volontà del re non venne però rispettata dalla famiglia di Edith, suo fratello Aroldo II d'Inghilterra si proclamò re attirando su di sé le ire di Guglielmo il Conquistatore che marciò verso l'Inghilterra per prendersi il trono.

Edith vide morire tre dei suoi fratelli nella lotta di successione ed al termine di essa era l'unico membro della sua famiglia rimasta sul terreno inglese, sua madre infatti aveva lasciato il paese ed il suo fratello più piccolo era tenuto prigioniero in Normandia.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Edith sopravvisse ancora diversi anni, morì infatti poco prima del Natale del 1075, per volere di Guglielmo il Conquistatore venne sepolta accanto al marito nell'abbazia di Westminster.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
 
 
 
Wulfnoth Cild  
 
 
 
Godwin del Wessex  
 
 
 
 
 
 
 
Edith del Wessex  
Styrbjörn Starke Olof (II) Björnsson  
 
Ingeborg Thransdotter  
Thorgils Sprakalägg  
Tyri di Danimarca (Fatata?)  
 
 
Gytha Thorkelsdaettir  
 
 
 
Sigrid del Halland  
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pauline Stafford, 'Edith, Edward's Wife and Queen', in Richard Mortimer ed., Edward the Confessor: The Man and the Legend, The Boydell Press, 2009, pp. 119, 129–130. Stafford states (p. 124) that Edith was between 12 and 25 when she married, and probably nearer 25.
  2. ^ Stafford, 2009, pp. 121–126
  3. ^ Historians disagree whether this was partly written in 1065–66, before Edward's death, or was a unitary work of the late 1060s. Stafford, 2009, pp. 119–120 and note, Ann Williams, ODNB, Edith
  4. ^ Ann Williams, DNB, "Edith (d. 1075)"
  5. ^ Stafford, 2009, pp. 133–138
  6. ^ Barlow, p. 167.
  7. ^ Barlow, pp. 189–190.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Barlow, Frank (1997) Edward the Confessor, Yale University Press: London
  • Stafford, Pauline (1997). Queen Emma and Queen Edith: Queenship and Women's Power in Eleventh-Century England, Blackwell ISBN 0-631-16679-3
  • Stafford, Pauline (2009). 'Edith, Edward's Wife and Queen', pp. 129–138 in Richard Mortimer ed., Edward the Confessor: The Man and the Legend, The Boydell Press ISBN 978-1-84383-436-6
  • Ann Williams, Edith (d. 1075), in Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004. URL consultato il 15 giugno 2008.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]