Un mondo a parte, di cosa parla il film di Riccardo Milani con Antonio Albanese e Virginia Raffaele

Il nuovo film

Un mondo a parte, di cosa parla il film di Riccardo Milani con Antonio Albanese e Virginia Raffaele

Il regista ripercorre la storia vera di Gracie, donna di 20 anni più giovane del marito, messa alla gogna e persino incarcerata. Uno scandalo americano che è anche lo scandalo della discriminazione e l’incapacità di provare empatia

Cinema - di Chiara Nicoletti - 4 Aprile 2024

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Un mondo a parte, di cosa parla il film di Riccardo Milani con Antonio Albanese e Virginia Raffaele

Gracie e suo marito Joe, di 20 anni più giovane, hanno tre figli e quando si sono conosciuti lei aveva 36 anni e lui solo 13. Lo scandalo nazionale che è diventata la loro storia, ha portato Gracie anche a scontare il carcere e sta per diventare un film.

Decisa a interpretare Gracie in questa trasposizione, una famosa attrice, Elizabeth, si fa strada nella vita di questa famiglia per osservarla, rischiando di metterla in crisi. È questa la trama di May December, nuovo film del regista americano Todd Haynes, presentato in anteprima allo scorso Festival di Cannes e al cinema con Lucky Red dal 21 marzo.

Il regista di Carol e Io non sono qui sceglie nuovamente due protagoniste femminili, Natalie Portman (Elizabeth) e Julianne Moore ( Gracie) e le fa specchiare l’una nell’altra, le fa scontrare, le fa incontrare.

“May December esplora uno dei grandi talenti della specie umana: il nostro colossale rifiuto di guardare noi stessi” lo dice Haynes nelle sue note di regia mentre ci dà la chiave per guardare al film che è triplice ritratto poiché dall’avvicinarsi delle due donne, soggetto e suo interprete, l’attenzione si sposta a colui che sta in mezzo, Joe, sempre più a fuoco, sia rispetto a noi che a sé stesso.

In un incontro virtuale con la stampa italiana, Todd Haynes e Natalie Portman, qui anche produttrice, svelano i retroscena delle riprese, durate solo 23 giorni a causa di un piccolissimo budget. I limiti di soldi e tempo non sono stati percepiti come tali da Portman e tutta la troupe.

L’attrice infatti ci tiene a precisare che il regista aveva una tale visione, ispirazione e capacità di leadership che “ci ha lasciato essere estremamente creativi e abbiamo dato il meglio delle nostre possibilità. È stato come partecipare ad uno sprint e dovevamo dare tutto e darlo bene”.

È stata proprio Portman a far arrivare nelle mani di Haynes, nel 2020 la sceneggiatura di questo film scritto da Samy Burch che “sobbolliva di un’ambiguità morale e narrativa che, in un film, avrebbe coinvolto lo spettatore catturandolo in uno stato di visione attivo ed eccitato, in cui avrebbe messo tutto in discussione”.

Del copione Natalie Portman si dichiara entusiasta: “La sceneggiatura di Samy mi ha molto toccata e sorpresa. L’ho trovata estremamente delicata e sottile ed è scritta in maniera tale da porsi molte delle domande che io stessa mi pongo spesso su questioni come l’identità, la recitazione e se l’arte possa essere o meno immorale”.

In molti tra i più memorabili film di Todd Haynes al centro ci sono le donne, protagoniste, contorte, contrastate. Da Lontano dal paradiso fino a Carol, passando per il televisivo Mildred Pierce, questi personaggi tornano alla mente e si collocano in un immaginario che le colloca accanto a quelle ritratte in May December ma Haynes non concorda con questa facile associazione: “I personaggi femminili dei miei film precedenti non riescono a farsi parte integrante di quello che è il loro ambiente sociale. Quello che però trovo molto diverso in questa sceneggiatura è che queste donne al centro della storia hanno anche la volontà, il potere e il rispetto degli uomini della loro vita e della loro famiglia ed inseguono davvero i loro desideri che sono veramente particolari, a volte anche disturbanti. Credo sia questo a rendere diverso May December da tutti gli altri film che ho fatto”.

Aggiunge subito Haynes: “E poi secondo me la figura più vulnerabile di questo film è Joe e quello che mi è piaciuto molto nella sceneggiatura di Samy è stato il fatto che ha creato un primo e un secondo atto in cui l’uomo è circondato dalle dinamiche di potere tra queste due donne”.

Un’attrice, Portman, che interpreta a sua volta un’attrice, Elizabeth, che sta preparandosi per un ruolo. Difficile evitare di sovrapporre le interpretazioni, fondere persona e personaggio, immaginare somiglianze e similitudini.

Natalie Portman riflette sul film nel film: “È ovvio che spesso si tende a vedere me ed Elizabeth come magari simili semplicemente perché noi siamo due attrici ma il mio modo di prepararmi ad un ruolo è molto diverso. I rischi di cui lei si fa carico nel film sono quelli simili probabilmente a quelli che corre un giornalista che rischia di interferire con la storia che sta raccontando. Un rischio etico e morale di ferire le persone che si stanno ritraendo. Diciamo che Elizabeth nel film questo rischio non fa granché per evitarlo”.

A chi le chiede il significato dell’essere attrice poi Portman chiarisce: “Per me, in un certo senso, è una specie di esplorazione dell’empatia perché in realtà il fatto di cercare di entrare nella vita di qualcun altro è un po’ come cercare di entrare nel cuore di questa persona”.

Tra i sentimenti ricorrenti con cui gioca May December c’è l’ambiguità. Come da sceneggiatura di Burch, conferma Todd Haynes, “il film stesso mette continuamente in dubbio il fatto che si racconti la verità”.

In questo suo giocare con la realtà e l’immaginazione, può questo contribuire ad aprire la mente del pubblico? Risponde sicura Natalie Portman: “Assolutamente sì. Una delle ragioni per le quali amo moltissimo il lavoro di Todd Haynes è il suo trovarsi a proprio agio con l’ambiguità. Lui non teme di provocare il pubblico, ti sa scuotere come se il pavimento ti si sollevasse sotto i piedi”.

Insieme al tema dell’ambiguità, torna quello della morale all’interno del film, “la sfida che ci aspettava” dice Haynes, “quella di raccontare questioni così complicate in un film contemporaneo per un pubblico contemporaneo”.

Il regista poi prosegue nel descrivere come ha conferito questa contemporaneità al film: “Anche se avessimo mai avuto dei dubbi sulla capacità del pubblico di abbracciare quell’ambiguità, ce ne saremmo infischiati, saremmo andati avanti lo stesso a fare un film che ci stimolava fortemente dal punto di vista creativo e intellettuale. Abbiamo scoperto che il pubblico e la critica erano pronti e aperti ad accettarla, a entrare in questo territorio così ambiguo”.

A chi gli chiede infine se, con le elezioni che si avvicinano, se May December possa essere in qualche modo un microcosmo a rappresentare la situazione politica americana del momento, quasi un po’ deluso Haynes risponde: “Mi piacerebbe che la vita politica americana fosse un po’ più ambigua e meno chiara di quella che vediamo oggi. Mi pare stiamo assistendo invece all’ultimo fragile tentativo del sistema democratico di contenere istinti autoritari, ed è tristemente fin troppo chiaro chi sia dal lato giusto di quella lotta e chi da quello sbagliato, e quanto il mondo tutto sia oggi ostaggio della precarietà del sistema democratico americano”.

4 Aprile 2024

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