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«EARTHLING - Eddie Vedder» la recensione di Rockol

"Earthling", Eddie Vedder alla ricerca del suo suono da solista

Il cantante dei Pearl Jam pubblica il terzo album solista, quello più ambizioso: un nuovo produttore, ospiti importanti, tra riferimenti alla sua band e nuove strade.

Recensione del 14 feb 2022 a cura di Gianni Sibilla

Voto 7.5/10

La recensione

Chi è Eddie Vedder? Il carismatico frontman di una delle band più importanti degli ultimi 30 anni? Un cantautore minimale e che va in tour dividendo il palco solo con l’amico Glen Hansard? La rockstar riluttante, che però frequenta (e duetta con) colleghi come Springsteen, Elton John, Ringo Starr?
Tutte queste cose singolarmente e assieme, contemporaneamente. Per dirla con Bob Dylan (e con Walt Whitman), Eddie Vedder contiene moltitudini. “Earthling” non svela il mistero, anzi lo infittisce. Ed è una buona cosa.

Pearl Jam o Eddie Vedder?

C’è un momento rivelatore nella recente videoconversazione tra Springsteen e Vedder, diffusa per il lancio di “Earthling”. “Come fate nei Pearl Jam a scegliere le canzoni?”, chiede in maniera seria il Boss, abituato ad essere il padre-padrone della sua band. “Ognuno porta dei demo già formati, la band cerca di completarli rispettando la visione originale. Nei nostri album cerchiamo di avere più voci e più colori”, spiega Vedder.

La carriera di Vedder fuori dalla band ha spesso generato opinioni discordanti. C'è chi ama la sua versione più acustica e minimale, chi lo vorrebbe più simile ai Pearl Jam: lo stesse reazioni che si sono lette sulle prime anticipazioni di qiesto disco. I suoi concerti da solista sono unanimemente considerati memorabili per l'intensità creata anche da solo su un palco, unendo cover, brani dei PJ e originali, ma la traiettoria discografica è ritenita discontinua. Si va da canzoni in compilation e colonne sonore, al magnifico “Into the wild”, a “Ukulele songs”, al recente (e trascurabile) ep con un paio di nuovi brani e qualche performance acustica durante la pandemia.

Credo che la risposta a questi (legittimi) dubbi su "Earthling" e sul Vedder solista stia in quel passaggio della conversazione con Springsteen: al terzo album solista ha le sue canzoni e la sua band, è in controllo di tutto, e si può sbizzarrire, tentando nuove strade nel solco di una tradizione ben precisa.

Alla ricerca di un suono

Il disco è nato per caso dalla conoscenza e la collaborazione con Andrew Watt, produttore dal CV molto differenziato: tanto Justin Bieber quanto Ozzy Osbourne ed Elton John. La presenza di Watt si sente molto in “Earthling”: è una delle dostanti di un album che apparentemente mette assieme cose molto diverse.
La produzione ha alcuni tocchi precisi: un grande ruolo dato alla sezione ritmica, soprattutto nei pezzi più tirati, le chitarre che suonano in maniera diversa dai Pearl Jam, qualche effetto sulla voce, una stratificazione del suono inedita per Vedder.

Talvolta  questi dettagli non suonano del tutto adatti alla voce Vedder. Più spesso però questo suono funziona eccome: l’introduzione di “Invincible” (uno dei brani migliori dell’album) e “Long way” sono c.lassic rock che portano Vedder più vicino a nomi come R.E.M., Springsteen e Tom Petty che ai Pearl Jam. L’altra costante è la capacità di Vedder di trovare sempre delle linee melodiche memorabili: è questo il vero punto di contatto tra “Earthling” e i Pearl Jam: il carisma vocale.

Poi tutto il resto è come una foto in cui riconosci il paesaggio, ma le cose sono posizionate diversamente, anche nei rock tirati. Il trittico “Good and evil”/ “Rose of Jericho” / “Try”  apparentemente suona molto Pearl Jam vecchia scuola, ma con qualche scartamento: che sia la batteria più "pestata" di Chad Smith o l’armonica di Stevie Wonder (un piacevole shock, sentirlo in versione punk), o una seconda chitarra (come in “Rose of Jericho”). Altre canzoni vanno in direzioni quasi del tutto nuove: l’FM Rock di “Long way” è Tom Petty, Ms. Mills (con Ringo Starr) è un omaggio Beatles, mentreol duetto con Elton John è meglio di quello trascurabile comparso in “The lockdown sessions”, ma è più di EJ che di EV.

Si può prendere “Earthling” come un album un po’ dispersivo. A me piace invece che Vedder esca un po’ dai soliti binari, cercando un suono un po' diverso. Le canzoni di questo album prendono strade diverse, alcune già battute, altre quasi inedite, altre ancora che sembrano lontane dal personaggio. Vedder si è divertito a fare tutto di testa sua, e si sente. 
"Earthling" è, se vogliamo, meno concept album e più normale rispetto ai suoi precedenti lavori solisti, ma mantiene e trasmette una passione per il rock per cui si può solo essere grati.

 

TRACKLIST

01. Invincible (04:46)
02. Power of Right (03:33)
03. Long Way (04:45)
04. Brother the Cloud (04:22)
05. Fallout Today (03:20)
06. The Dark (03:56)
07. The Haves (05:07)
08. Good and Evil (02:41)
09. Rose of Jericho (02:25)
10. Try (02:51)
11. Picture (03:59)
12. Mrs. Mills (04:04)
13. On My Way (02:08)
Scheda artista:   
Eddie Vedder

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