Double Team - Gioco di squadra è un film del 1997 diretto da Tsui Hark.
Jack Paul Quinn (Jean-Claude Van Damme) è un agente di controspionaggio con una grandissima carriera alle spalle. Come ultima missione prima di andare in pensione e dedicarsi alla famiglia, deve incastrare il pericolosissimo mafioso Andreas Stavros (Mickey Rourke).
Nonostante Quinn prepari il suo piano in maniera impeccabile, questa volta qualcosa va storto e l'operazione fallisce. L'agente viene quindi mandato nella "Colonia", un luogo dove vengono recluse le spie che devono essere credute morte, ma che soprattutto sono troppo pericolose per essere lasciate a piede libero.
Tuttavia Quinn capisce ben presto di dover evadere da lì, perché consapevole che la vendetta di Stavros è imminente e che i suoi bersagli non sono persone qualunque, ma proprio sua moglie Katherine e il figlio che sta per nascere.
In poco tempo e senza troppi intoppi, grazie anche all'aiuto di Yaz (Dennis Rodman), bizzarro trafficante d'armi, Quinn riesce a mettere in pratica il suo piano di evasione e raggiunge a Roma la moglie, che sta partorendo in ospedale sull'Isola Tiberina. Purtroppo si tratta di un agguato inaspettato di Stavros...
"Per un regista simile, questo 'Double Team' è una lucrosa, divertentissima vacanza. La trama è quella che è (...). Il tutto è narrato con ironia iperbolica assoluto sprezzo del verosimile, Abbondanza di trucchi ed effetti speciali. Ma il talento di Tsui emerge da ogni inquadratura, e due o tre sequenze sono da antologia. Vedere per credere lo scontro fra Van Damme e la guardia del corpo di Rourke, capaci di distruggere in pochi minuti un intero albergo: il cinese svolazzante è Xin Xin Xiong, maestro di arti marziali in molti film di Tsui. Alla fine della scena, applauditelo: se lo merita". (Alberto Crespi, 'L'Unità', 25 aprile 1998)"È uno strano oggetto cinematografico 'Double Team - Gioco di squadra', il film con cui anche Tsui Hark dopo i confratelli hongkonghesi John Woo e Ringo Lam, debutta a Hollywood. E lo è per tanti e diversi motivi. Per cominciare è strano, anacronistico, il soggetto: una storia di spie, nell'epoca in cui le rivoluzioni geopolitiche hanno raso a zero la mitologia degli agenti segreti in corsa per salvare il mondo. (...) E' strano l'assemblaggio del cast. Non per Van Damme, naturalmente, che è il corpo cinematografico ideale per il cinema dei registi di Hong Kong; ma piuttosto per la presenza in team con lui, del giocatore di basket nonché star della tv americana Dennis Rodman e per quella nel ruolo del suo mortale nemico, di un Mickey Rourke trasformato in modo imbarazzante. Tante componenti eterogenee, spinte a forza in un unico film, difficilmente potrebbero dare un risultato convincente. Bisogna essere fan degli hongkonghesi per apprezzare il pastiche: passando sopra le tante debolezze, per godersi lo stile impazzito del regista di 'Storie di fantasmi cinesi', tutto fratture di continuità, falsi raccordi speziali e temporali, moltiplicazione dei punti di vista". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 aprile 1998)
Le scene dello scontro finale ambientate dentro il Colosseo, non sono state girate nell'anfiteatro romano, bensì in quello di Arles in Francia.
La colonia nel film è chiamata l'Isola, un probabile riferimento alla serie televisiva de Il prigioniero (1967), in cui un agente segreto inglese viene rinchiuso in un piccolo villaggio.