Louisa Jacobson, tale madre…
È la piccola di casa, la figlia minore di Meryl Streep e dello scultore Don Gummer e probabilmente la meno nota, almeno finora: la 30enne Louisa Jacobson debutta in grande stile con The Gilded Age, la serie del creatore di Downton Abbey Julian Fellowes (dal 21 marzo su Sky e Now).
I fratelli sono tutti artisti: Henry (42 anni) fa il musicista, mentre le sorelle maggiori Grace (35) e Mamie (38, attrice, vista di recente accanto alla madre in Dove eravamo rimasti) sono attrici. Lei, come nome d’arte, ha scelto di mollare il cognome materno e di usare invece il secondo nome, il che non la rende subito riconducibile al clan familiare.
Alla fine arriva il ciak
Lei, invece, si è affacciata relativamente tardi al mondo della recitazione, dopo aver intrapreso gli studi di psicologia per poi lavorare un paio d’anni in un’agenzia pubblicitaria. L’inversione di rotta l’ha riportata sui banchi dell’accademia d’arte (la Yale School of Drama) e poi a teatro, ma finora la sua presenza è passata in sordina, tra qualche apparizione come modella e nelle pubblicità. La grande occasione arriva infatti con la tv, dove recita nel ruolo di Marian, la nipotina di Agnes e Ada, interpretate da due mostri sacri, Christine Baranski (amica della pelle di Meryl in Mamma mia! e star di The Good Fight, che ha appena visto come new entry proprio Mamie, una delle sorelle maggiori di Louisa) e Cynthia Nixon di Sex and the City.
Destino segnato?
Quando aveva dieci anni, Louisa è stata portata a Broadway con un gruppo di amichetti dalla madre a vedere Mamma mia!, ha talmente tanto amato il musical da essere considerata indirettamente la ragione per cui Meryl Streep ha accettato il ruolo nell’acclamato film. All’epoca la bambina non aveva nessuna idea di cosa le sarebbe piaciuto fare da grande, solo alle scuole medie, quando ha interpretato Dorothy nell’adattamento de Il mago di Oz ha iniziato a pensare a una possibile carriera di attrice.
L'aiuto delle donne di famiglia
A lungo Louisa ha desiderato un destino diverso, tutto suo, in un ramo che non fosse quello dello spettacolo, ecco perché quando è arrivata sul set di The Gilded Age si è sentita sopraffatta dalla grandiosità della produzione. Così ha chiesto aiuto a mamma e alle sorelle annotando i loro consigli su un bloc notes. Avendo un’indole ribelle e curiosa, non ama conformarsi, neppure per quanto riguarda la moda. Al punto da mettere sempre la comodità al primo posto. Con Marian, però, ha dovuto cedere e strizzarsi nel corsetto che le toglieva il fiato, le ha creato dolore alle costole e le ha impedito di dormire bene anche dopo averlo tolto.
(Ancora) la piccola di casa
Essendo la figlia minore, Meryl si comporta con Louisa in modo iperprotettivo, tempestandola di domande. Ha un nomignolo, Pickle (che in italiano suona più o meno come “cetriolina”), e lo usa anche in pubblico, con sommo imbarazzo della ragazza. E non è l’unica volta: Louisa ammette di adorare la madre (tre volte Premio Oscar) ma non sa come riesca a copiare immediatamente l’accento del suo interlocutore e riprodurlo. Un’abitudine, ammette, che le dà un po’ sui nervi.
Nepo-baby
In America hanno coniato il termine “nepo-baby” per indicare il nepotismo di una generazione di figli e nipoti d’arte. Louisa, però, giura che il ruolo non ha nulla a che vedere con la madre quanto piuttosto con la passione per Downton Abbey scoperta durante il semestre di studi a Londra presso lo University College London. Dieci anni dopo eccola lì ad interpretare la star di un progetto che è a tutti gli effetti considerato un’evoluzione del racconto, anche se dall’altro lato dell’oceano.
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