Echo - Il delfino

Nei pressi della barriera corallina intorno a uno sperduto isolotto tropicale una mamma delfino, Kumu, deve insegnare al suo piccolo, Echo, a procurarsi da solo il cibo per la sopravvivenza e a difendersi dai predatori. Ma Echo, appena svezzato, è un cucciolo timido e curioso portato a distrarsi quando è il momento di fare il suo dovere di delfino e a cacciarsi nei guai, per la preoccupazione di mamma Kumu che dovrà anche andare a ripescarlo quando si avventurerà da solo in mare aperto. Se questa trama vi ricorda qualcosa è perché Disney che fa leva (anche) sulla saga di Nemo per raccontarci gli abitanti della barriera corallina come un colorato insieme di creature bizzarre e i cuccioli acquatici come buffi e pasticcioni.

Echo - Il delfino è un vero e proprio racconto di iniziazione, da un'idea del coregista Kevin Scholey (con Alastair Fothergill, già insieme dietro il doc African Cats) e una narrazione sviluppata lungo le coordinate disneyane da David Fowler (la voce narrante nell'originale è di Natalie Portman) a partire ma anche ad integrare il materiale girato.

Le riprese acquatiche sono la stoffa di cui è fatto un grande documentario, e colgono le creature marine nei momenti più emozionanti: il surfing dei delfini sulle onde, la danza delle balene, la lotta dei maschi per l'attenzione di una femmina, la fuga all'interno di un tunnel oscuro. E se la sottolineatura narrativa riguarda soprattutto le emozioni umane, talvolta superimposte al mondo animale, le dinamiche di specie sono tutta natura, e ci insegnano moltissimo su come essere una solidali davanti ai pericoli, come lavorare in squadra mettendo da parte le differenze e cercare insieme la strategia di sopravvivenza più efficace.

Il messaggio è molto chiaro anche per quanto riguarda la tutela dell'ambiente: la barriera corallina è un sistema in perfetto equilibrio che deperisce e muore se anche uno solo dei suoi componenti smette di fare la sua parte. E il documentario non si tira indietro nemmeno dal mostrare le dinamiche della catena alimentare. Ma per lo più le bellissime immagini subacquee rimangono morbide e poetiche, documentando il rapporto madre-figlio non solo fra Kumu ed Echo ma anche fra una balena e la sua balenottera in cerca di protezione dalle orche (assassine).

Ciò che resta più impresso non sono tanto i pesci da acquario e i colori della fauna marina (e della flora luminescente nelle acque più profonde), che pure sono mostrarti in tutta la loro magnificenza, quanto lo spirito comunitario delle specie, l'astuzia dei piccoli nel difendersi dai grandi, le famiglie allargate che collaborano per proteggere tutti i propri componenti, la voglia di giocare dei delfini e il loro desiderio di contatto e condivisione, e infine la capacità di comunicare a distanze lontanissime per chiedere aiuto, conforto, protezione.

Le immagini sono al livello delle produzioni Disneynature e le musiche originali (di Steven Price) sottolineano le azioni, dal placido sonno dei delfini (con un occhio aperto, beninteso!) alla battaglia fra cetacei. E il monito finale è per noi umani, poiché le creature del mare "hanno bisogno di fare conto su di noi: il loro mondo è anche il nostro". 