Reservation Dogs - Serie TV (2021) - MYmovies.it

Reservation Dogs

Film 2021 | Commedia

Regia di Sydney Freeland, Blackhorse Lowe, Tazbah Chavez, Sterlin Harjo. Una serie con Devery Jacobs, D'Pharaoh Woon-A-Tai, Lane Factor, Paulina Alexis, Elva Guerra. Cast completo Titolo originale: Reservation Dogs. Titolo internazionale: Reservation Dogs. Genere Commedia - USA, 2021, STAGIONI: 2 - EPISODI: 18

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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 gennaio 2023

Una serie dedicata al mondo adolescenziale: una rappresentazione dall'interno del mondo nativo americano. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, 9 candidature a Critics Choice Award, ha vinto un premio ai Spirit Awards, 3 candidature a Writers Guild Awards, La serie è stato premiato a AFI Awards, 1 candidatura a ADG Awards,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO N.D.
Teenager alla ricerca di un posto nel mondo.
a cura della redazione
mercoledì 4 gennaio 2023
a cura della redazione
mercoledì 4 gennaio 2023

Reservation Dogs colpisce per l'originalità con cui mescola efficacemente toni da commedia surreale con momenti drammatici, per raccontare una parte di America molto poco vista, quella delle riserve abitate dai nativi americani: luoghi spesso abbandonati dal welfare dove la colonizzazione e i suoi effetti più deleteri convivono con il mantenimento delle tradizioni e dei retaggi culturali indiani. Protagonisti quattro teenager che si atteggiano a fuorilegge ma sono in realtà solo alla ricerca del proprio posto nel mondo, dalla difficile posizione di un'area marginalizzata dove sono costretti a negoziare i forti legami di amicizia e le altrettanto forti rivalità tra gang con l'orgoglio per le proprie origini e quello che sembra un futuro già segnato dai fallimenti generazionali di chi li ha preceduti.

Episodi: 10 (30 min.)
Regia di Sterlin Harjo, Blackhorse Lowe, Tazbah Chavez, Sydney Freeland, Danis Goulet, Erica Tremblay (II).

Venata da realismo magico e segnata da momenti profondamente toccanti, la seconda stagione riconferma una messa in scena unica

Recensione di Andrea Fornasiero

Elora è partita con Jackie, abbandonando i suoi amici della riserva indiana: Willie Jack, Bear e Cheese. Bear trova lavoro in un cantiere edile, dove si confronta con il padre di Daniel, il loro comune amico suicida, il cui lutto continua a influenzare le vite dei quattro ragazzi. Cheese ha problemi con la legge e finisce temporaneamente in una casa famiglia per ragazzi in difficoltà. Willie Jack è convinta di doversi liberare di una maledizione e per questo ricorre all'esperienza dello zio di Elora, che però è come al solito preso dalle proprie ossessioni. Elora torna a casa dopo il fallimento del suo viaggio e affronta le cerimonia per la imminente morte della nonna.

Torna in una chiave quasi pienamente drammatica la serie "comedy" prodotta da Taika Waititi sui ragazzi di una riserva indiana, venata da realismo magico e segnata da momenti profondamente toccanti.

Del resto già nella prima stagione Reservation Dogs ruotava intorno al malessere successivo al lutto per Daniel, che veniva rivelato a sorpresa ma finiva per condurre Elora alla fuga. La nuova stagione, che pure inizia con toni sopra le righe, assai velocemente ritorna all'angoscia esistenziale dei suoi protagonisti, in una serie di studi di carattere su come la morte del loro amico li stia ancora cambiando. Il tema domina infatti totalmente le ultime due puntate e la chiusura avrebbe anche potuto essere un finale di serie, tanto è compiuta, ma per fortuna Reservation Dogs già a settembre è stata rinnovata per una terza stagione.

Il cambiamento di tono non significa che manchino situazioni rocambolesche o a loro modo avventurose, ma sono spesso affiancate da momenti più riflessivi e persino commoventi. La serie, per mantenere varietà e staccare dal disagio dei protagonisti, concede interi episodi a personaggi comprimari oppure si concentra su situazioni particolari, che creano un contesto diverso.

In particolare la puntata Decolonativization, brillante crasi tra il rifiuto del colonialismo e l'identità nativa americana, racconta una giornata di attività per riscoprire le proprie radici, dove le star sono però due celebrità dei social. Ai protagonisti le loro pratiche sembrano del tutto inefficaci, ma allo stesso tempo funzionano come grimaldello dei loro rapporti interpersonali, obbligandoli a confronti che finiranno per portare al superamento di alcune impasse tra loro. I due social guru (una dei quali è interpretata da Amber Midthunder di Prey) sono figure quasi grottesche, che fanno marketing della propria presunta saggezza e non sembrano credere davvero alla propria attività - del resto lo spiritualismo al tempo stesso profondo e ridicolo è uno dei punti ricorrenti della serie.

Ci sono poi la puntata incentrata sulle "zie" a un convegno dell'Indian Health Service, vissuto come unico momento di svago dai doveri della vita - oltre che come occasione di promiscuità senza sensi di colpa - e l'episodio dedicato invece al poliziotto complottista interpretato dal sempre ottimo Zahn McClarnon, che strafatto di acido si imbatte in una assurda setta di uomini bianchi. Si tratta della parentesi più puramente comica, in zona "stoner comedy", che non a caso viene piazzata tra i momenti invece più drammaticamente intensi.

Il primo è la puntata con Cheese in una casa famiglia, che oltre ad approfondire il suo personaggio, il suo attentissimo modo di parlare e le dolorose radici della sua sensibilità, è anche occasione per ritrarre la gioventù dimenticata del sottopancia povero dell'America. In particolare è davvero toccante la telefonata notturna alla "nonna", ripresa in primo piano senza stacchi, dove Cheese si preoccupa solo di rassicurare la donna al posto di chiedere l'aiuto di cui ha disperatamente bisogno. L'altra puntata che dicevamo è invece dedicata alla visita in carcere alla madre di Daniel, alla quale Willie Jack si offre di leggere la lettera che il figlio aveva scritto al futuro se stesso per un compito scolastico.

Non manca poi la rappresentazione della realtà del lavoro proletario, con Bear al cantiere, descritto in modo forse troppo rilassato, ma in linea con il clima sospeso della vita nella riserva e soprattutto con il tono della stagione. In tutto questo c'è comunque spazio anche per incontri surreali, situazioni on the road, e flashback con Wes Studi e Gary Farmer, omaggio a due tra i più celebri attori nativi americani. La loro presenza, come quella dei già citati McClarnon e Midthunder, dà la sensazione di una comunità di star che si stringe ad abbracciare a proteggere la propria serie. Reservation Dogs è del resto unica, nella sua messa in scena all'insegna dell'autenticità del più grande rimosso della cultura Americana.

Episodi: 8 (30 min.)
Regia di Sterlin Harjo, Blackhorse Lowe, Tazbah Chavez, Sydney Freeland, Danis Goulet, Erica Tremblay (II).

Un'originale e riuscita comedy dagli slanci di realismo magico

Recensione di Andrea Fornasiero

Elora, Bear, Cheese e Willie Jack, sono quattro ragazzi di una piccola riserva indiana dell'Oklahoma che sognano la California. Costituiscono la "banda" dei Rez Dogs e compiono piccoli furti, rivendendo la refurtiva a un buffo gruppo di fattoni. Quando arriva in città la NDN mafia, ossia altri quattro ragazzi a loro più o meno speculari, inizia una faida fatta di armi per il paintball e aggressioni non troppo violente. Anche la loro leader, Elva, del resto sogna di andarsene in California come la determinata Elora, mentre gli altri "Rez Dogs" iniziano ad avere dubbi riguardo il lasciare gli affetti del loro piccolo mondo.

Partire in cerca di fortuna o rimanere a proteggere quel che resta delle proprie radici? Su questo dilemma si dipana una comedy tra le più originali e riuscite dell'ultima stagione, rara rappresentazione dall'interno del mondo nativo americano.

In questa produzione di Taika Waititi, affidata a sceneggiatori e attori nativi americani, non c'è alcun tentativo di abbellire la vita della piccola comunità con bei paesaggi, tramonti, spiritualità e serenità bucolica. Al contrario Reservation Dogs porta in scena la noia, la povertà, la depressione e la dipendenza dalle droghe che dominano questo mondo, eppure nella vita di questi ragazzi senza prospettive ci sono genitori e amici affettuosi. Implicitamente incarnano gli ultimi resti di una civiltà cancellata dal genocidio secoli prima, una cosa che la serie non sente mai il bisogno di esplicitare o spiegare, un assunto scontato che libera la comedy dal didascalismo e lascia che i personaggi facciano il proprio percorso, senza dare giudizi.

La povertà può apparire qui edulcorata, più buffa e dolciastra che amara, perché affrontata con l'ironia o con personalità fuori dai ranghi che diventano subito caricaturali, ma tutta la serie è anche percorsa dalla storia del quinto membro dei Rez Dogs, che è stato «ucciso da questo posto» come gli altri dicono di lui. Cosa gli sia davvero successo è al centro di uno degli ultimi episodi della prima stagione, mentre la sua assenza è protagonista della puntata appena precedente, in cui Willie Jack e il suo corpulento padre ricordano quando andavano a caccia insieme a lui.

Ci sono anche slanci di realismo magico, in Reservation Dogs, un po' sulla scia di Atlanta forse, e anche qui sono però subito riportati a un clima tutt'altro che mistico. Bear, in particolare, ha diverse visioni dello spirito di un guerriero del passato, morto però in modo ridicolo a Little Big Horn senza nemmeno entrare in battaglia. Allo stesso modo lo zio di Willie Jack, Brownie, prodigioso nelle risse e considerato quasi uno sciamano, è un personaggio tipicamente comico, affezionato alla sua giara di marijuana vecchia di vent'anni.

A ben vedere, nella buona parte degli episodi, più che i quattro ragazzi emergono forse i personaggi di contorno, affidati del resto a rodati attori come Zahn McClarnon (indimenticabile nella seconda stagione di Fargo) qui poliziotto di pattuglia o del mitico Wes Studi, guest star del quinto episodio nelle vesti dello sciroccato Bucky. C'è spazio pure per una comparsata di Garrett Hedlund, che interpreta un personaggio davvero molto vicino ai bianchi "dalla parte dei neri" di Atlanta.

E la sintonia con la serie di Donald Glover si estende anche all'amore per l'hip hop, qui meravigliosamente cantato per le strade da una coppia di rapper fratelli, Meso e Mekko, che attraversano la cittadina in bicicletta, finiscono l'uno le frasi dell'altro e sono interpretati da Lil Mike e Funny Bone. Basterebbero le loro incursioni a fare di Reservation Dogs una cosa magica e preziosa, ma la serie di Sterlin Harjo e Taika Waititi supera presto i tentativi non sempre riusciti dei primi episodi e sa crescere insieme ai suoi protagonisti.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 18 gennaio 2022
Alice Cucchetti
Film TV

Elora Danan si chiama come la neonata del film fantasy Willow, ha perso i genitori da piccola, è determinata a fuggire il pù in fretta possibile in California. Bear ha un'adorata mamma single, un inetto padre rapper, è l'unico convinto di essere il leader del suo gruppo di amici, ogni tanto chiacchiera con la visione di un antenato che (non) ha combattuto a Little Big Horn.

NEWS
DISNEY+
giovedì 14 ottobre 2021
Andrea Fornasiero

La serie che rappresenta il mondo nativo americano. Disponibile su Disney+. Vai all'articolo »

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