The Fall Guy: recensione del film di David Leitch

The Fall Guy: recensione del film di David Leitch

Una folle e adrenalinica corsa capace di raccontare tra sorrisi e sognante, oltreché malinconica nostalgia, ciò che il cinema un tempo è stato, così come ciò che il cinema oggi è e potenzialmente sarà negli anni a venire, tra coolness e goffaggine, firmata David Leitch, Drew Pearce, Emily Blunt e Ryan Gosling. In sala dal 1° maggio

Tre principalmente le domande che ogni spettatore dovrebbe porsi prima di raggiungere la sala, sedersi sulla poltrona e lasciarsi andare comodamente al grande spettacolo offerto da The Fall Guy, sesto film da regista di David Leitch, scritto da Drew Pearce, nonché adattamento cinematografico della celebre serie televisiva anni 80’ Professione pericolo, diretta da Glen Larson.

La prima. Quando è stata l’ultima volta in cui abbiamo visto Ryan Gosling mettersi alla guida di un’auto tra meta-cinema, intreccio d’amore e violenza? La seconda. Quando è stata l’ultima volta in cui abbiamo visto Ryan Gosling alle prese con un sentimentalismo smaccato, figlio di un principio d’eterna giovinezza? Terza ed ultima.
È stato un sex symbol (lo è tutt’ora) e così un vero e proprio divo della Hollywood post 2000 capace di affilare nel corso degli anni, i tecnicismi di un registro interpretativo estremamente complesso, quello in sottrazione sfumato lentamente fino a raggiungere il suo esatto contrario, trasformandolo cioè in un vero chiacchierone sulla scia dell’esilarante e verboso Deadpool di Ryan Reynolds. Da qui viene spontaneo chiedersi, perché non poteva che essere proprio Ryan Gosling l’interprete protagonista di The Fall Guy?

Anche il chiacchierone Gosling, un tempo è stato laconico

Andando con ordine. La risposta alla prima domanda è inevitabilmente Drive di Nicolas Winding Refn. In quell’occasione infatti (tredici anni fa), Gosling vestiva i panni del temibile, laconico e violento pilota del film, che in qualche modo e più di ogni altro ha contribuito a rendere Winding Refn ciò che oggi è, dunque un autore la cui fama viene riconosciuta internazionalmente e non più confinata esclusivamente alla patria dello stesso, come accaduto nei primissimi anni d’attività. Ma tornando a Gosling e a Drive. Anche in quel caso tutto accadeva ad Hollywood e il pilota interpretato da Gosling lavorava come stuntman, si innamorava di una donna difficilmente raggiungibile e diventava uno spietato vendicatore della notte a causa dell’amore, confondendo lo stesso con il caos, fino al memorabile epilogo.

Le pagine della nostra vita di Nick Cassavetes invece è stata l’ultima testimonianza visiva di un Ryan Gosling non ancora alle prese con un modellamento di registri interpretativi destinato di lì a poco a mutarlo per sempre. Dunque protagonista di un racconto sentimentale estremamente libero, scanzonato, dolce, romantico nella sua forma più surreale, pura e perfetta e conseguentemente attrattivo, seppur ancora innocente e apparentemente disinteressato al lavoro sul corpo e alla carica cool e sexy dei personaggi interpretati. Giungendo infine alla terza ed ultima domanda, dunque sul perché non potesse che trattarsi proprio di Ryan Gosling guardando ai tratti distintivi e così alla backstory di Colt Seavers, il protagonista di The Fall Guy, verrebbe da rispondersi, perché non si sta guardando ad altro se non allo stesso Ryan Gosling.

Dunque al percorso Hollywoodiano di quest’ultimo e così alla sua capacità camaleontica di muoversi agilmente tra i registri, pur possedendo la fisicità di un genere ben definito e muscolare come l’action. Da qui titoli come Gangster Squad, The Nice Guys, The Gray Man ed altri ancora, dei quali inevitabilmente The Fall Guy si fa beffe, pur onorandoli attraverso i linguaggi del parodistico e del grottesco, mettendo in luce il lato romantico, dolcemente goffo e farsesco che appartiene a Gosling da moltissimo tempo, seppur messo in ombra, un po’ per ciò che Hollywood (ri)chiede e un po’ per scelta dello stesso Gosling, certamente a causa del timore di perdere quell’aura temibile, che in questo caso, ed è una vera fortuna, appare del tutto assente, oltreché remota, laddove invece è stata fissa, incessante e rigorosa.

The Fall Guy: valutazione e conclusione

The Fall Guy: recensione del film di David Leitch

The Fall Guy, guardando alla sua fenomenale seppur errata pubblicizzazione poteva sembrare tutto ciò che di fatto non è. Pur firmato da uno degli autori di punta dell’action moderno, David Leitch, The Fall Guy non è semplicemente un action. Piuttosto un’esilarante, verbosa, dolcemente nostalgica e follemente svitata lettera d’amore al cinema, o meglio, al grande cinema, alle sue macchiette, alle sue leggendarie storie d’amore e così ai suoi divi e dive e alla sua incredibile capacità di modellare i sogni e così la vita, dialogando con essa fino alla fine dei giorni.

Gli stuntmen di questo film poi, tornando allo star system, non sono affatto comparse destinate al dimenticatoio e al retroscena cinematografico, come nella realtà sembrerebbero essere, piuttosto individui continuamente celebrati, richiesti e osservati con sguardi sognanti e colmi d’ammirazione, dunque dei divi. Colt Seavers (Ryan Gosling) una volta è stato questo, un divo, che in un periodo di grande adrenalina, laconicità e linguaggio non verbale, ha vissuto appieno l’amore, la fama ed il divertimento del set, fino alla caduta e allo spegnimento della giostra.

Come sempre accade però, il passato è destinato a tornare, salvando Seavers da un incarico miserabile (Ryan Gosling ci ricorda in questa prima parte il Chris Pine di Poolman, allontanandosene ben presto), riconducendolo a quei divertimenti hollywoodiani che quest’ultimo ben ricorda e così ai legami d’amore, non più idilliaci, piuttosto malamente interrotti tra lo stesso Seavers e Jody Moreno (una splendida e visibilmente divertita Emily Blunt), colei che una volta è stata operatrice della macchina da presa e che oggi siede sul trono della regia, senza nulla sapere dell’arrivo di Seavers e così della violenza e del caos che di lì a poco verranno.

D’altronde si sa, il cinema, Hollywood più in generale, inteso tanto come panorama divistico, quanto come area geografica appartenente alla città di Los Angeles, è un luogo pericoloso (Quentin Tarantino questo lo ha raccontato perfettamente in C’era una volta… a Hollywood), ma se sai come muoverti, facendo attenzione a criminali da strapazzo, divi che si montano la testa facendo follie, unicorni e props di scena che nulla causano ai “cattivi” se non appunto, altra recitazione, allora la scampi. Ciò a cui non scampi invece è ancora una volta l’amore.

Esilarante e memorabile un confronto diretto sul set del film che Jody Moreno sta dirigendo, dunque dinanzi all’intera troupe e cast dello stesso, rispetto al tema del legame interrotto e la possibilità di ricrearlo, e ancora, altrettanto memorabile un confronto a fuoco e a mani nude nell’appartamento da sogno dell’ex divo Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson si muove dalle parti degli idioti inconsapevoli del cinema Coeniano) che tra cinefilia estrema (vengono citati tra i molti personaggi e titoli, Jason Bourne e L’ultimo dei Mohicani) tutto genere, fuorché morte e violenza.

Sono molti gli aspetti interessanti di The Fall Guy, tra questi la presenza di Taylor Swift che costringe un divo apparentemente inscalfibile alle lacrime, e ancora la deriva sorprendentemente parodistica di un cinema che in precedenza ha esplorato tutt’altri territori meno che quello e così questo ritorno di Gosling al romanticismo puro e smaccato, seppur qui esilarante, proprio del cult eternamente ammirato dalle e dai fan dello stesso, Le pagine della nostra vita.

È vero Taylor Swift è presente, ma cede spazio fin da subito, o quasi, a tanti altri artisti e stati emotivi, svelando una colonna sonora sensazionale, che così come Leitch, Blunt e Gosling fanno, prende per mano lo spettatore, conducendolo attraverso una folle e adrenalinica corsa capace di raccontare tra sorrisi e sognante oltreché malinconica nostalgia, ciò che il cinema un tempo è stato, così come ciò che il cinema oggi è e potenzialmente sarà negli anni a venire.
Ryan Gosling ed Emily Blunt non sono mai apparsi sul grande schermo così goffamente e ferocemente attraenti, The Fall Guy ci regala anche questo. Dovrebbe essere più che sufficiente.

The Fall Guy è al cinema a partire da mercoledì 1° maggio 2024, distribuzione a cura di Universal Pictures Italia.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4