dark tourist Netflix

Prima di tutto, le basi: il dark tourism, o turismo dell’orrore, o turismo nero, come volete chiamarlo, è quel tipo di turismo verso destinazioni storicamente note per eventi tragici legati a morte o episodi drammatici. 

Dal tour sulla scia dei clandestini messicani che cercano di passare il confine con gli Usa (esistono davvero), ai selfie all’isola del Giglio davanti alla Costa Concordia naufragata di cui abbiamo tutti memoria, alla villetta di Cogne (purtroppo ci ricordiamo i curiosi anche in questo caso), alle case stregate, ex prigioni o sedi di tortura, ai luoghi dove sono capitati disastri radioattivi ecc..

Si: esistono persone attratte da questo turismo nero.  E ora c’è una serie che ne parla, e questa si che è interessante. E persino divertente. Si chiama Dark Tourist ed è online da qualche giorno su Netflix. Un giornalista e filmaker neozelandese, David Farrier, gira il mondo per visitare insolite mete turistiche, che spesso rasentano il macabro.

Esistono tour per vivere un giorno come un clandestino messicano. Questo è quello che si vive. Lo racconta il nuovo documentario su Netflix Dark Tourist
Esistono tour per vivere un giorno come un clandestino messicano. Questo è quello che si vive. Lo racconta il nuovo documentario su Netflix Dark Tourist

Un serie che tratta argomenti cruenti e storie difficili, ma lo fa con ironia e intelligenza, senza giudicare ma nemmeno senza prendere una posizione critica, tanto da essere una delle mie serie preferite di questa stagione. 

Ho visto le prime 4 puntate, non vi anticipo niente ma solo che è stato sulle tracce di Pablo Escobar e dei narcos messicani, di siti radioattivi come Fukushima, di tour guidati sulle location del mostro di Milwaukee… (di cui hanno persino realizzato magliette souvenir....rosa...)

Esistono magliette souvenir sul mostro di Milwaukee...cosa penserebbero le famiglie delle vittime?
Esistono magliette souvenir sul mostro di Milwaukee...cosa penserebbero le famiglie delle vittime?

Il momento topico è nella prima puntata quando intervista il sicario fidato di Escobar, Popeye. “Hai mai pensato di rivolgersi a uno psicologo?” Gli chiede Farrier serio, con l’ex sicario che lo guarda come se stesse parlando arabo!. In effetti la prima puntata ambientata in Messico è tra le mie preferite, tra momenti esilaranti (come il taxista che è un sosia di Pablo Escobar) e toccanti, come il servizio su Tepito, il quartiere degli utlimi a Città del Messico, dove una signora spiega il culto della Santa Muerte (che non è la Catrina, qui vi spiego le differenze). 

Non aspettatevi una serie macabra o tipo film horror, ma è un approfondimento su alcune forme di turismo e sulla spettacolarizzazione delle tragedie. Non c’è sempre e solo morbosità dietro al turismo dell’orrore: a volte c’è bisogno di capire, a volte c’è interesse storico (basti pensare all’omicidio del presidente Kennedy, divenuto un tour turistico, con il bene e il male che ne conseguono), il desiderio di fare un’esperienza forte o di adrenalina. 

E’ un tipo di turismo molto sfaccettato, che in alcuni momenti diventa spettacolarizzazione del macabro: il documentario cerca di raccontare le esperienze di turismo nero più assurde che si possono fare in giro per il mondo, ma anche di approfondire il perchè alcune persone scelgano questo tipo di mete o itinerari. Un vero fenomeno globale.

Ecco il trailer. L’ho trovato solo in inglese ma la serie è anche in italiano .

L'avete visto? Avete mai scelto mete macabre per i vostri viaggi?

Scritto da:

Al.Fa

Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un'agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.

Le mie passioni? Viaggi, storie autentiche, natura, mobile journalism.

Non serve andare lontano per stupirsi. Quello che serve a un viaggiatore sono occhi aperti e buona memoria.