‘Verso le stelle’, l’ultima playlist di Ernesto Assante: in un libro 150 canzoni, la colonna sonora della sua vita - la Repubblica

Spettacoli

‘Verso le stelle’, l’ultima playlist di Ernesto Assante: in un libro 150 canzoni, la colonna sonora della sua vita

‘Verso le stelle’, l’ultima playlist di Ernesto Assante: in un libro 150 canzoni, la colonna sonora della sua vita

Pubblicato da Repubblica, arriva in edicola da venerdì 19 aprile il volume scritto dal nostro giornalista e critico musicale, scomparso lo scorso 26 febbraio. Un viaggio sentimentale nella nostra memoria perché, come diceva Ernesto, “chi vive senza la musica non vedrà mai la luce”

2 minuti di lettura

«Le canzoni sono importanti. Se conoscete qualcuno che pensa davvero, non capendo l’ironia di Bennato, che si tratti solo di “canzonette”, eliminatelo dalla lista dei vostri amici: chi vive senza canzoni vive a metà, non riuscirà mai a dare corpo immateriale ai suoi sogni, non vedrà mai la luce, non conoscerà fino in fondo la bellezza, proverà emozioni interrotte...». Nell’introduzione di Verso le stelle, il libro pubblicato da Repubblica e Rai Libri da oggi in edicola (prezzo 14,90 euro), Ernesto Assante dà voce alla sua visione.

La copertina del libro in edicola da venerdì 19 aprile (euro 14,90)
La copertina del libro in edicola da venerdì 19 aprile (euro 14,90) 

Il cosmo, per lui, era un enorme organismo regolato e illuminato dalla musica. E possiamo solo immaginare lo sforzo compiuto per comprimere un intero universo in appena 150 canzoni. Come chiedere a un astronomo di scegliere 150 astri da guardare escludendo gli altri. Tanto vale fare una scelta di cuore, mettere insieme un catalogo che spieghi, come in una ideale mostra, racconti e segreti dell’arte di fare musica.

«Canzoni che hanno un peso specifico, perché sono, ognuna a suo modo, opere d’arte, rimaste o destinate a rimanere nel tempo, anche quelle apparentemente più stupide e volatili, canzoni nate per desiderio artistico o nate per intrattenere ma che raccontano, ancora, qualcosa di estremamente rilevante, un momento della storia, un’emozione, un amore, un dolore...».

In fondo, 150 canzoni possono essere tante. È bello scoprire come il significato di Rainy day women #12 & 35 di Bob Dylan abbia sollevato un dibattito mai completamente risolto, o rileggere la vicenda del bacio proibito sotto il muro di Berlino che ha suggerito a David Bowie il capolavoro Heroes. E magari rimettere mano a un vecchio disco di Lucio Battisti come Il mio canto libero per riascoltare un superbo flash sentimentale come Vento nel vento (e quel brano sì che muoveva ogni volta il cuore di Ernesto), oppure comprendere meglio il fondale su cui Franco Battiato ha composto La cura.

«Quindi questo libro è una mostra sull’arte della canzone — scriveva Ernesto — è una guida all’ascolto, è un lungo documentario, è un interminabile programma radiofonico, è un podcast, è un film a episodi, è uno stream of consciousness di chi lo ha scritto, è il frutto di una passione, la mia ovviamente, per la musica, la canzone, il rock in particolare (come vedrete da molte delle scelte fatte)».

Ci sono tanti Beatles, come era ovvio, quelli celebratissimi di Yellow submarine, Come together, Yesterday e Let it be ma anche quelli meno celebrati di It’s all too much (un affascinante esperimento psichedelico firmato da George Harrison). Ci sono tanti Pink Floyd e tanti Rolling Stones, ci sono gli Who e i White Stripes, accanto ai War on Drugs e a De André e Guccini. Ma ci sono anche i tanti amori di un giornalista e critico curioso e culturalmente aperto come pochi: il grunge dei Nirvana, la new wave dark di Siouxsie & the Banshees, l’elettronica futuribile dei Kraftwerk e il reggae di Toots & the Maytals e di sua maestà Bob Marley, che realmente considerava un balsamo per vivere meglio.

(reuters)

Non c’è un ordine in questa lunga teoria di canzoni, se non quello della bellezza. Non c’è alcun desiderio di tecnicismi o di alti gradi di difficoltà di comprensione: Jimi Hendrix sta vicino agli Squeeze di Tempted, una illuminazione pop talmente godibile da avvicinarsi alla sublime intuizione di God only knows dei Beach Boys, ovvero quella che l’autore davvero considerava la canzone perfetta. Di ogni brano «c’è raccontato di tutto, aneddoti, storie, spunti, alle volte il racconto è assai breve, altre più disteso, perché visto che non c’è una regola nel mondo della canzone (alcune di quelle di cui parliamo nel libro durano poco più di un minuto, altre arrivano quasi a dieci) non c’è una regola nemmeno per scrivere di canzoni».

Ernesto consiglia di abbinare la lettura di ciascuna scheda con l’ascolto. In fondo, queste pagine sono un viaggio sentimentale tra le stelle della nostra memoria. In molti brani rivedremo fotografie delle nostre vite, risentiremo odori e sapori. Ricordi. Dentro quelle schede forse potremo finalmente capire quel testo che abbiamo canticchiato senza comprenderlo fino in fondo, anche se la musica ci ha trafitto l’anima. E non smette di accompagnarci. “Dov’è la strada per le stelle?”, chiedeva Lucio Dalla. È questa.

I commenti dei lettori