The Crowded Room: recensione della serie Apple TV+ - Cinematographe.it

The Crowded Room: recensione della serie Apple TV+

The Crowded Room è una serie psicologica cupa che prova a raccontare la sofferenza del ricordo e dei traumi vissuti o inflitti.

The Crowded Room, su Apple TV+, è una serie in bilico tra detective story, thriller e dramma psicologico che ci porta, con i suoi dieci episodi ispirati dal romanzo-verità Una stanza piena di gente (The Minds of Billy Milligan) scritto da Daniel Keyes nel 1981, indietro nel tempo per seguire il mistero di un crimine agghiacciante. Lo show televisivo prodotto da Tom Holland, è interpretato da un cast corale guidato dallo stesso Holland, da Amanda Seyfried e da Emmy Rossum: Sasha Lane, Will Chase e Lior Raz insieme alle guest star Jason Isaacs, Christopher Abbott, Thomas Sadoski e Zachary Golinger. The Crowded Room debutta il 9 giugno 2023 con i primi tre episodi disponibili su Apple Tv+.

Un giovane viene arrestato e un’improbabile investigatrice deve risolvere il caso

The Crowded Room è ambientata nel cuore di New York, alla fine degli anni Settanta del Novecento. La puntata pilota della serie è diretta da Kornel Mundruczo, e parte nel bel mezzo dell’incidente provocatorio del dramma: una sparatoria al Rockefeller Center. Si segue la vicenda di Danny Sullivan (Tom Holland), mentre punta una pistola – istigato apparentemente da una ragazza di nome Ariana (Sasha Lane) – contro un uomo nel Centro, ma non riesce a sparargli; la donna afferra l’arma – mentre l’uomo bersaglio corre, riesce a ferirlo senza ucciderlo. Intanto Danny viene arrestato, e il suo coinvolgimento nello scontro a fuoco è raccontato attraverso l’interrogatorio a ritmo incalzante di Rya Goodwin (Amanda Seyfried). I flashback ci fanno assistere alla storia della sua vita che si dipana fra i colpi di scena, rivelando elementi del misterioso passato che lo ha plasmato (proviene da una famiglia infelice, con un patrigno che sta rendendo un inferno la sua vita e quella di sua madre interpretata da Emmy Rossum).

The Crowded Room: un thriller psicologico cupo che fatica a intrattenere

The Crowded Room; cinematographe.it

Akiva Goldsman ha spiegato di aver creato questo prodotto con lo scopo di “indurre all’empatia per coloro che soffrono di traumi legati alla malattia mentale” e con la speranza che “possa creare compassione e maggiore gentilezza verso coloro che consideriamo diversi“. In effetti The Crowded Room è una serie psicologica che prova a raccontare la sofferenza del ricordo e dei traumi vissuti o inflitti. Intervallati dalle risposte di Danny, ci sono i flashback – scene che indeboliscono le parole del protagonista e che suggeriscono via via una narrazione ancora più oscura. Anche quando ci affidiamo solo alle parole del potenziale killer, abbiamo la sensazione che sia quasi impossibile trovare la quadra. Perché questo ragazzo che ci appare in buona fede, senza pretese, è sospettato di molteplici crimini efferati? Perché le cose continuano a non andare bene per Rya, quando sembrano seguire senza problemi per lui e anche per chi guarda? Perché continua a persistere una certa sensazione di irrealtà, persino nelle scene più verosimili? Last, but not least – la coppia attoriale che interpreta rispettivamente la detective e il sospettato non riesce a far scomparire i nostri dubbi: Holland non riesce a staccarsi di slancio da terra, mentre Seyfried – dopo The Dropout – torna a recitare in una serie senza lasciare il segno.

The Crowded Room: conclusione e valutazione

La regia si adatta allo spazio psicologico di Danny: al suo vissuto, ai momenti di turbamento, di sconvolgimento, alle impressioni che scuotono il giovane – è questo un personaggio appariscente per Tom Holland, ma non un ruolo che riesce a sfruttare la sua simpatia e il suo carisma di ragazzo. Le riprese costituiscono il punto principale di forza: angolate, inclinate, poste su un precario equilibrio come in bilico è la mente del protagonista in questa serie drammatica psicologica con diversi colpi di scena ma altrettanto cupa, che impiega così tanto tempo per fornirci tutte le informazioni necessarie – per raggiungere la sua destinazione – che è difficile immaginare rimanga “molta folla” a guardare il finale… nella decima puntata.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.7

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