Sullo sfondo di una Milano prossima agli anni Duemila, Alda Merini ormai anziana (interpretata in questa fase da una Laura Morante che evita la semplice imitazione e ne incarna l’essenza) recita alcuni versi in un piccolo locale. Le sue parole catturano l’attenzione di Arnoldo, un ragazzo a cui la poetessa finirà per raccontare tutta la sua storia. Lo stesso Arnoldo, che di cognome fa Mondadori, si ritroverà successivamente a pubblicare molte delle sue opere.

In questo film Rai diretto da Roberto Faenza, scopriamo il passato della poetessa assieme al giovane editore: dagli amori tempestosi (Giorgio Manganelli, Salvatore Quasimodo en passant, il marito che le dà quattro figlie poi affidate ad altre famiglie) ai ciclici e dolorosi ricoveri in manicomio, fino al raggiungimento della fama in tarda età.

«La modalità scelta è quella di raccontarne la biografia nei suoi momenti salienti, per farla conoscere anche come donna e madre» ha spiegato Roberto Faenza. L’intento è chiaro e noi di fatto non restiamo indifferenti alla dolcezza con cui il regista (s)compone l’esistenza di una donna la cui voce poetica è ancora oggi, a quindici anni dalla sua scomparsa, potente quanto destabilizzante.

Provare a raccontare in novanta minuti una vita intensa come quella di Alda Merini è un lavoro complesso. Il film ci riesce mostrandoci come il suo spirito indomito riesca a trovare bellezza anche nei momenti in cui la vita è riuscita a spezzarla. Lei che è in grado di legare sangue e parole e che vive con violenza ogni suo sentimento, senza poterne fare a meno.

In questi tempi così strani, far riecheggiare in tv i versi di una donna come Alda Merini è un atto d’amore grandissimo. Del resto, la follia della stessa poetessa è follia d’amore: «Io la vita l’ho goduta, la mia vita è stata bella perché l’ho pagata cara». “Folle d’amore – Alda Merini” è disponibile qui.

Camilla Golia