“Climate: The Movie”, il film documentario che presenta una narrativa alternativa al catastrofismo sul clima

Il film documentario contiene interviste a scienziati di spicco che spiegano che i timori di un'emergenza climatica sono ingiustificati
MeteoWeb

Il 21 marzo, è stato pubblicato “Climate: The Movie – The Cold Truth” di Martin Durkin. Il film documentario evidenzia una prospettiva diversa sul dibattito sul cambiamento climatico ed è sostenuto dagli scienziati che hanno firmato la World Climate Declaration di Clintel. Questo gruppo di ricercatori cerca di presentare una narrativa alternativa di fronte a quella dominante, ossia ciò che nel film viene chiamata “la paura del clima, inventata senza alcuna base scientifica – in altre parole, l’idea che gli esseri umani stiano cambiando il clima attraverso l’uso dei combustibili fossili.

Il film contiene interviste a scienziati di spicco come Steve Koonin (autore di ‘Unsettled’, ex rettore e vicepresidente del Caltech), William Happer (Professore di fisica a Princeton), Richard Lindzen (già Professore di meteorologia ad Harvard e al MIT), John Clauser (vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 2022), Nir Shaviv (Racah Institute of Physics) e molti altri, che spiegano che i timori di un’emergenza climatica sono ingiustificati e che l’anidride carbonica non è il principale motore del cambiamento climatico.

Altri commentatori del documentario, come l’economista Ross McKitrick e l’analista politico Benny Peiser, spiegano poi come il cambiamento climatico venga utilizzato per imporre restrizioni alla libertà e distruggere la vita contemporanea.

Il film dimostra che gli studi e i dati ufficiali non supportano l’affermazione secondo cui stiamo assistendo a un aumento degli eventi meteorologici estremi: uragani, siccità, ondate di caldo, incendi e tutto il resto. Contrasta con forza l’affermazione secondo cui le temperature attuali e i livelli di CO2 atmosferica sono insolitamente alti. Al contrario, rispetto all’ultimo mezzo miliardo di anni di storia della Terra, sia le temperature attuali che i livelli di CO2 sono estremamente e insolitamente bassi, emerge dal film. Il documentario mostra anche che non vi è alcuna prova che il cambiamento dei livelli di CO2 (sono cambiati molte volte) abbia mai “guidato” il cambiamento climatico in passato.

Il catastrofismo sul clima

Perché allora – ci si chiede nel film – ci viene detto, ancora e ancora, che il “catastrofico cambiamento climatico provocato dall’uomo” è un fatto inconfutabile? Perché ci viene detto che non ci sono prove che lo contraddicano? Perché ci viene detto che chiunque metta in dubbio il “caos climatico” è un “terrapiattista” e un “negazionista della scienza”?

Il film esplora la natura del consenso dietro il cambiamento climatico. Descrive le origini del carrozzone dei finanziamenti per il clima e l’ascesa dell’industria climatica da trilioni di dollari. Descrive le centinaia di migliaia di posti di lavoro che dipendono dalla crisi climatica. Ciò spiega l’enorme pressione sugli scienziati e su altri soggetti affinché non mettano in discussione l’allarme climatico: il ritiro dei fondi, il rifiuto da parte delle riviste scientifiche, l’ostracismo sociale.

La politica del clima

Ma l’allarme climatico – viene sostenuto nel film – è molto più di un carrozzone di finanziamenti e posti di lavoro. Il film esplora anche la politica del clima. “Fin dall’inizio, la paura climatica è stata politica. Il colpevole era il capitalismo industriale del libero mercato. La soluzione era più tasse e più regolamentazione. Fin dall’inizio, l’allarme climatico ha attratto, ed è stato adottato e promosso, da quei gruppi che sono a favore di un governo più ampio. Questa è la divisione politica inespressa dietro l’allarme climatico”, scrive il gruppo Clintel nel presentare il film.

Il film è stato scritto e diretto dal regista britannico Martin Durkin ed è il seguito del suo eccellente documentario del 2007 The Great Global Warming Swindle. Tom Nelson, un podcaster che ha esaminato approfonditamente le questioni del dibattito sul clima per quasi due decenni, è stato il produttore del film.

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