"Cocainorso": la storia dietro il film è vera (e non fa per niente ridere) | National Geographic

"Cocainorso": la storia dietro il film è vera (e non fa per niente ridere)

Il thriller dalle sfumature comedy e horror in uscita il 20 aprile nei cinema italiani nasce dalla vera storia di un orso nero morto di overdose. Un fatto tragico che evidenzia gli effetti della noncuranza dell’uomo sulla fauna selvatica che lo circonda.

da ERIN BLAKEMORE

pubblicato 24-03-2023

Dietro il film “Cocainorso” c'è una storia vera (e non fa per niente ridere)

A differenza di quello del film, il “Cocainorso” della storia vera dopo aver ingerito la cocaina lasciata nella foresta dai trafficanti non fu preda di un sanguinario attacco di ferocia, ma morì. Nella foto un orso nero (Ursus americanus) mangia alcuni denti di leone. 

FOTOGRAFIA DI BARRETT HEDGES, NAT GEO IMAGE COLLECTION

Cosa succederebbe se un imponente mammifero ingerisse una quantità di cocaina “da orso”? "Cocaine Bear" (tradotto in italiano come "Cocainorso"), film horror comico diretto da Elizabeth Banks, ne immagina le conseguenze: una caotica carneficina alimentata a cocaina. Mentre aspettiamo il suo esordio nelle sale italiane il prossimo 20 aprile, in tutto il mondo ha già ottenuto un incasso di oltre 57 milioni di dollari (circa 53 milioni di euro). Il film è un successo, ma dietro c’è una storia vera che non è per niente comica.

A ispirarlo un incidente avvenuto nel 1985 di cui è stato vittima un orso nero di quasi 100 kg, trovato morto di overdose in una foresta della Georgia. La strana scoperta finì in prima pagina e all'animale vennero attribuiti soprannomi scherzosi come “orso delle nevi” e “Pablo Escobear” (storpiatura del nome del noto trafficante di droga Pablo Escobar con “bear”, che in inglese significa orso).

Ma la storia del vero “Cocainorso”, precedente al film di decenni, evidenzia gli effetti della noncuranza dell’uomo sulla fauna selvatica che lo circonda.

Come ha fatto l'orso a trovare la cocaina?

La storia vera inizia con un uomo di nome Andrew Carter Thornton II. Nato nel 1944, figlio di un importante allevatore di cavalli del Kentucky, divenne un esperto paracadutista dell’esercito americano, guadagnandosi anche un Purple Heart (una decorazione delle forze armate statunitensi) quando gli Stati Uniti invasero la Repubblica Dominicana nel 1965.

Nello stesso anno Thornton lasciò l’esercito e tornò in Kentucky, dove entrò nella squadra narcotici del dipartimento di polizia di Lexington. Ben presto, però, divenne più interessato a vendere droga che a reprimerne il traffico. Come anni dopo disse un ex collega alla giornalista investigativa Sally Denton, aveva “una personalità di tipo 007 paramilitare... Un avventuriero guidato da scariche di adrenalina che si annoiava a fare il poliziotto”. Alla fine si dimise dalla polizia e divenne avvocato. 

La ricerca del brivido portò Thornton a dedicarsi sempre più alla sua carriera parallela nel traffico di stupefacenti. Nel 1981 fu incriminato insieme ad altre 24 persone per aver pilotato un aereo che contrabbandava marijuana dal Sud America a Lexington, nel Kentucky; inoltre, dopo mesi di latitanza e una vasta operazione di caccia all’uomo, finì per scontare cinque mesi di carcere e fu radiato dall’albo.

Poi, nel settembre 1985, Thornton partì per quella che si rivelò essere la sua ultima missione di contrabbando di droga, durante la quale si lanciò da un aereo sopra Knoxville, nel Tennessee, con un borsone contenente 15 milioni di dollari (circa 14 milioni di euro) in cocaina. Morì perché il paracadute non si aprì.

La vita dell'ex avvocato era finita, ma la sua missione era rimasta incompiuta. Due mesi dopo la morte del trafficante, un cacciatore della Georgia trovò un orso morto circondato da quello che rimaneva di un borsone che gli investigatori ritennero poi essere di Thornton. Un medico legale concluse che l’orso di 100 kg era morto di grave intossicazione da cocaina dopo aver ingerito circa 3-4 grammi di sostanza. “Una quantità che avrebbe ucciso chiunque”, dichiarò l’investigatore alla stampa.

Se un animale ingerisce della cocaina

Ma l'orso subì gli effetti stupefacenti della sostanza? Questo non è chiaro, e la scienza non sa dire se gli animali provino o meno lo stesso tipo di “sballo” che sostanze come l’alcol, la marijuana o la cocaina provocano negli esseri umani. Gli animali in effetti ingeriscono sostanze come l’erba gatta, funghi allucinogeni e alcol, ma non c’è modo di sapere se le cerchino per i loro effetti ricreativi.

Tuttavia, sappiamo che alcune sostanze hanno un certo tipo di effetti sugli animali: ad esempio, le renne sono state viste comportarsi in modo strano dopo aver mangiato funghi, e diverse specie di animali selvatici si addormentano dopo aver consumato un po’ di alcol. A volte, inoltre, l’ingestione di tali sostanze può essere letale.

Quando fu trovato nella foresta, il vero “Cocainorso” era morto da circa un mese. A differenza delle scene di furia omicida rappresentate nel film, gli investigatori non rilevarono alcuna traccia di comportamento minaccioso o aggressivo nel periodo precedente alla sua morte. Non è vero neanche che ingerì l’intera quantità di cocaina che Thornton si pensa stesse trasportando (come invece viene raccontato nel film). Gli investigatori conclusero che il resto fu fatto sparire da qualche altro umano di passaggio. 

Come ha detto l’esperto di orsi Chris Morgan ad Alex Abad-Santos del sito web giornalistico Vox, anche se è probabile che abbia avuto una reazione fisiologica di qualche tipo, la sua non è la storia della morte di un orso drogato, quanto piuttosto un esempio emblematico di come le sostanze tossiche prodotte dall’uomo siano un pericolo per gli animali. 

Fauna selvatica e droghe

In molti casi l’ingestione di droghe da parte degli animali è data dalla curiosità o dalla semplice fame, ma il fatto che questi si trovino ad avere accesso a tali sostanze è spesso il risultato della noncuranza – se non della crudeltà – dell’uomo.

Alcuni studi hanno rilevato che quando l’uso di droghe da parte dell’uomo aumenta, il consumo delle stesse sostanze è più probabile anche negli animali. Una squadra di ricercatori ha stabilito che i cani sono a maggior rischio di avvelenamento da oppioidi in luoghi in cui tali farmaci vengono prescritti più frequentemente, mentre quelli che vivono in Stati americani con minori sanzioni legali per l’uso di marijuana sono esposti a un rischio maggiore per quel che riguarda questa sostanza.

La tossicità della marijuana può rendere invalidi o persino uccidere gatti e cani, ma la Pet Poison Helpline (servizio di emergenza operativo negli Usa) afferma che, tra le chiamate che riceve, la maggioranza riguarda casi di animali che hanno accidentalmente ingerito farmaci antidepressivi e ansiolitici, ibuprofene o altre sostanze tossiche contenute nelle medicine umane.

In molti Stati americani, somministrare intenzionalmente droghe o alcol agli animali è un reato. Come riportato da National Geographic all’inizio di quest’anno, l’attuale aumento delle tutele legali fa parte di una più ampia tendenza che sta prendendo piede in tutti gli USA. Una nuova proposta attualmente in esame del National Park Service (l’ente preposto alla gestione dei parchi nazionali) prevede il divieto dell’uso di esche alimentari quali ciambelle, cibo per cani e grasso di pancetta nella caccia agli orsi, per evitare che gli animali si abituino a consumare e cercare cibo o prodotti umani.

Le tragiche conseguenze

Si è poi scoperto che l’orso intossicato con la cocaina non era l’unico animale a essere stato messo in potenziale pericolo dall’operazione di Thornton: pare infatti che prima del fatale lancio con il paracadute il trafficante avesse scaricato su un’ampia area rurale della Georgia e del Tennessee diversi borsoni pieni di droga. Successivamente alla sua morte gli investigatori trovarono delle prove che dimostravano che Thornton e i suoi complici avevano introdotto negli USA ben 400 kg di cocaina. Tuttavia, non furono riportati altri decessi di orsi, né casi di attacchi violenti da parte di animali.

Per decenni il “Cocainorso” è rimasto un dettaglio di una rocambolesca carriera criminale. Ma il film di quest’anno ha fatto della sua storia una leggenda e, incredibilmente, quello di “Pablo Escobear” non è l’unico caso di ingestione di droga da parte di animali mai riportato sui giornali. Ad esempio, è apparsa la notizia di un gatto selvatico catturato a Cincinnati nel cui organismo è stata rilevata cocaina. Si tratta di un ulteriore ammonimento: animali e sostanze pensate per il consumo umano sono una combinazione pericolosa.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.