Dal 15 ottobre al 26 febbraio 2023 al Museo Civico di Bassano del Grappa

L'altro volto di Canova, il genio europeo che insegnò al mondo la speranza

Antonio Canova, Autoritratto, 1812, Gesso | Courtesy Museo Civico Bassano del Grappa
 

Samantha De Martin

30/06/2022

Vicenza - Il 25 ottobre 1815 un convoglio di 41 carri trainati da 200 cavalli lasciava Parigi alla volta dell'Italia.
A bordo vi erano 249 ospiti d’eccezione: opere d’arte con destinazioni diverse, accolte dalle popolazioni locali in festa, in particolare da un cittadino illustre, Giacomo Leopardi, esultante per i capolavori "ritornati alla patria".
A rendere possibile il recupero di buona parte delle opere reclamate dagli Stati pontifici fu Antonio Canova, mite diplomatico e abile nell’attirare la benevolenza, la stima e l’amicizia di tanti potenti.
A lui Ercole Consalvi, segretario di Stato dalla Santa Sede, aveva affidato il difficile compito di recuperare le opere d’arte trafugate dai francesi in seguito al Trattato di Tolentino del 1797.

C’è un Canova inedito, nascosto dietro l’immagine del maestro che, senza rinunciare ad essere moderno, fece risorgere l’antico, incantando, ieri come oggi, con la bellezza immortale di opere palpitanti di vita. L’uomo, il collezionista, il diplomatico, il protettore delle arti, personalità tra le più significative del mondo culturale e politico a cavallo tra XVIII e XIX secolo, si svela in una mostra a Bassano del Grappa, a conclusione delle celebrazioni ufficiali per i 200 anni dalla morte dell’artista.
Dal 15 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023 il Museo Civico della città andrà “oltre” l’universo estetico canoviano, restituendoci un’immagine inedita, e al tempo stesso attuale, del grande scultore.



Antonio Canova Endimione dormiente, gesso e base in legno, Ravenna, Accademia di Belle Arti

Attraverso la creazione di un’arte in perfetto equilibrio tra reale e ideale, aiutando l’uomo a sfiorare il mito con un dito, ispirando azioni e sentimenti di armonia e di pace, sebbene in un periodo di grandi stravolgimenti storici e politici, tra guerre e rivoluzioni che cambiarono il volto dell’Europa, Canova regalò al mondo la speranza nel futuro.
Io, Canova. Genio europeo, questo il titolo della mostra organizzata dai Musei Civici di Bassano del Grappa e da Villaggio Globale International, a cura di Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo con il coordinamento scientifico di Barbara Guidi, indagherà alcuni aspetti inediti, mai affrontati prima in una mostra, dalla formazione di questo straordinario artista capace di orientare il gusto di un’intera epoca, al suo zampino nella storia europea e mondiale.

Un folto corteo di opere, circa 150 tra sculture, dipinti, disegni e documenti preziosi, descriverà un suggestivo racconto per immagini, affiancando al ricco patrimonio artistico e documentario di Canova presente a Bassano prestiti nazionali e internazionali in arrivo dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, dal Museo Correr di Venezia, dal British Museum di Londra, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, solo per citare alcune delle istituzioni coinvolte.


Paolo Veronese, Deposizione, 1548 c., Olio su tela, Verona, Museo di Castelvecchio

Il marmo della Principessa Leopoldina Esterhazy Liechtenstein, il grande gesso della Religione dei Musei Vaticani o ancora l’imponente Marte e Venere realizzato per Giorgio IV d’Inghilterra, dialogheranno con numerose opere, ricostruendo il contesto in cui Canova visse e operò.

Il Ritratto del Senatore Abbondio Rezzonico di Batoni e il Ritratto di Maria Cristina d’Asburgo Lorena di Lampi affiancheranno i dipinti di Tiepolo, Ercole de’ Roberti e Moretto da Brescia appartenuti a Canova, ma anche i capolavori di Paolo Veronese, Ludovico Carracci e Guido Reni che l’artista stesso riportò in Italia nel 1815 grazie alla sua coraggiosa missione diplomatica.
La mostra sarà anche l’occasione per ricostruire alcune importanti vicende artistiche e commissioni, come il Damosseno e Crugante, l’Ercole e Lica, il monumento funerario per Orazio Nelson e quello per Papa Clemente XIII, oltre che per raccontare i rapporti con mecenati, principi, nobili, pontefici, da Papa Pio VII a Francesco I d’Austria, da Josephine de Beauharnais a Paolina Bonaparte, fino a Napoleone.

I fili dell’arte si intrecceranno alle trame della letteratura grazie ai rimandi alle relazioni che Canova intrattenne con gli artisti e i letterati del suo tempo come Angelika Kauffmann e Anton Raphael Mengs.
Se i primi due capitoli del percorso - “Canova uomo e artista” e “Canova e l’Europa” - porranno al centro dell’attenzione la modernità e le abilità diplomatiche di questo intramontabile genio dell’arte, l’ultima sezione della mostra, “Canova e la Storia”, guarderà a Canova come al tutore e al legislatore in difesa delle arti, ricorderà il ruolo ricoperto dall'artista nel restauro dei Marmi del Partenone - portati a Londra da Lord Elgin - guarderà al tema dei furti d’arte napoleonici.


Antonio Canova, Principessa Leopoldina Esterhazy, 1805-1818, marmo, Esterhazy privatstiftung Schloss Esterhazy Historische Sammlungen

A quest’uomo mite, abile a giocare d’astuzia e diplomazia, attirando la benevolenza, la stima e l’amicizia di tanti potenti, Ercole Consalvi, segretario di Stato dalla Santa Sede, aveva affidato il difficile compito di recuperare le opere d’arte trafugate dai francesi. Così mentre Dominique Vivant Denon, direttore del Louvre dal 1802, difendeva il bottino francese con le unghie e con i denti, Canova cercava consensi, dal sostegno del sottosegretario del ministro degli Esteri britannico, Hamilton, a quello del comandante Wellington e del cancelliere austriaco principe di Metternich. Fino a quando un giorno, con un drappello di soldati austriaci e prussiani, non riuscì a fare incursione al Louvre staccando dai muri e recuperando dalle sale buona parte delle opere reclamate dagli Stati pontifici.
Quest’impresa, a lieto fine, trova particolare evidenza nella mostra ricordando ai posteri l’importanza della sua figura per l’arte italiana, al di là del suo genio d’artista.

Se le condizioni internazionali lo permetteranno, arriverà a Bassano anche una chicca. La Pace di Canova, la grande statua di marmo conservata a Kiev, attualmente messa in sicurezza dal museo ucraino per scongiurare i pericoli della guerra, forse raggiungerà la cittadina venera. Pur essendo stata concessa alla mostra, potrà raggiungere l'Italia solo se le condizioni internazionali consentiranno il suo trasporto in sicurezza.
Commissionata direttamente a Canova dal grande diplomatico russo Nicolaj Rumianzev, forte sostenitore della pace al tempo delle tensioni tra il suo Paese e la Francia di Napoleone, e destinata ad annunciare, alla vigilia del Congresso di Vienna, la fine dei conflitti tra le nazioni europee con un’iscrizione nella lingua universale ed eterna del latino, questa scultura acquista soprattutto oggi un significato speciale.


Antonio Canova, Amorino Jusopov, gesso, Venezia, Museo Correr

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