Chris Pratt, il siparietto con Timothée Chalamet alla partita dei Lakers

 

«Per tutti sono Cp o Pratt. Non chiamarmi Chris, nessuno lo fa», esordisce l’attore americano quando ci incontriamo. Chris Pratt – 44 anni e 44 milioni di follower – incarna perfettamente il ritratto di chi, a Hollywood, si è conquistato tutto contando solo su se stesso: squattrinato, sgraziato («Ho perso parecchi ruoli perché ero, diciamo, robusto»), venuto dal nulla, scoperto per caso mentre faceva il cameriere.

Imponenza fisica e tratti californiani (biondo, eterno sorriso), comicità, magnetismo e perseveranza fanno di lui un leading man, protagonista di sequel importanti come Jurassic World , Avengers e Guardiani della Galassia che, insieme all’ultimo Super Mario Bros (dove dà voce al protagonista) con un miliardo e 280 milioni di dollari di botteghino, lo candidano al primo posto tra le star dei blockbuster.

Quando lo intervisto, dopo settimane intense di promozione, è pronto a partire per una vacanza con la moglie Katherine (primogenita degli attori Arnold Schwarzenegger e Maria Shriver) e le loro due figlie Lyla (3 anni) ed Eloise (1).

Chris Pratt

Chris Pratt, 44 anni, è nato il 21 giugno 1979 a Virginia, nel Minnesota (Stati Uniti). Ha tre figli: Jack, 11 anni – avuto con l’attrice Anna Faris – Lyla, 3, ed Eloise, 1 – nate dal matrimonio con l’attuale moglie Katherine, che è la primogenita di Arnold Schwarzenegger e Maria Shriver, nipote di John F. Kennedy (foto Ansa)

L’intervista di Amica a Chris Pratt

Dove va di bello?
In Messico, a Cabo San Lucas in Bassa California. Ci andiamo spesso, è un paradiso per famiglie con bambini piccoli, spiagge bianchissime e acque cristalline. C’è un po’ di tutto: dalle passeggiate con i cavalli in riva al mare, alle escursioni in barca per avvistare le balene. A pochi chilometri, oasi desertiche tipo Egitto e, volendo, le migliori gelaterie italiane a La Paz. E poi la sera è molto romantico, il posto giusto per poter rilassarmi e coccolare mia moglie.

Altri luoghi in cui torna volentieri?
I genitori di Katherine hanno una casa a Sun Valley, in Idaho. D’estate andiamo a cavallo, sono (ride, ndr) l’amore di mio suocero Arnold, mentre d’inverno facciamo sci e snowboard. Non è facile essere il genero di Mr. Olympia (premio di culturismo vinto sette volte da Schwarzenegger, ndr), sempre severo e competitivo, anche se in fondo mi vuole bene. Se ho bisogno di un consiglio professionale, è la prima persona a cui mi rivolgo. Quando gioca a scacchi, però, diventa Terminator, non lascia scampo, pensi che non ho mai vinto una volta.

La vita nella fattoria: “È un luogo magico”

E la sua fattoria a San Juan Island, nello Stato di Washington?
Stillwater Ranch è casa, un luogo magico dove conduciamo una vita semplice, a contatto con la natura e gli animali. Abbiamo galline, pecore Suffolk, capre, mucche, cavalli e maialini domestici Kunekune. Abbiamo organizzato anche iniziative di lavoro per i militari veterani che vivono sull’isola, coltiviamo insieme un orto – la mia verdura preferita è il bok choy o cavolo cinese – e parte del raccolto viene distribuito ai residenti. Non posso pensare a un posto migliore dove crescere i miei figli, specialmente Jack (il primo, di 11 anni, avuto dall’attrice Anna Faris, ndr) che, ovunque si trovi, non vede l’ora di tornarci.

In Super Mario Bros, Luigi sostiene il fratello Mario, anche quando nessuno crede in lui. Chi è il suo Luigi?
Mio fratello Cully: ha sempre avuto fede in me e pensato che avrei fatto qualcosa di straordinario. Mi ripeteva che ero speciale, mi ha trasmesso la passione per il football, uno sport che amo ancora, anche se non sono mai stato abbastanza bravo da diventare professionista. Non c’è una sensazione più bella di quella di giocare in una squadra. Ecco perché mi piace la recitazione: è un lavoro di gruppo, dove devi essere sempre pronto, allenato e incitare i tuoi colleghi. Ho imparato più cose applicando la mia mentalità di sportivo che facendo la gavetta a teatro.

Chris Pratt Guardiani Galassia

Chris Pratt è il fuorilegge intergalattico Star-Lord (personaggio dei fumetti Marvel) nel film “Guardiani della Galassia Vol.3”. È il terzo episodio della saga, diretto da James James Gunn, ed è anche il conclusivo. Ma c’è già chi parla di spin-off (“Il leggendario Star-Lord”). E in effetti la fine lascia sperare in una continuazione

Con il terzo episodio dei Guardiani della Galassia siamo arrivati alla fine?
Sì, questo è l’ultimo della trilogia del regista James Gunn, è stato pensato per avere una fine. Siamo una banda di delinquenti megalomani in stile XXI secolo: ci siamo divertiti davvero. Ma non è escluso che in futuro altri attori possano continuare a raccontare la saga.

Da qualche anno veste anche i panni di produttore esecutivo in molti dei suoi lavori. Come si vede in questa posizione?
È il ruolo più difficile perché devo stabilire il tono del progetto, portare energia ed entusiasmo, caricare le persone quando ne hanno bisogno e anche calmare i nervi. Mi piace motivare la gente in modo che si impegni al massimo. Non sono un leader machiavellico che vuole sminuire le prestazioni di qualcuno. Ho lavorato con chi ti fa sentire vulnerabile per risultare importante, ma non è il mio stile. Mi piace creare un ambiente dinamico: quando le persone percepiscono un’energia positiva intorno a loro, credo che siano spronate a dare il meglio di sé. E per questo devo ringraziare mia moglie, che ha scritto un libro sul potere del perdono, The Gift of Forgiveness, che mi ha fatto riflettere molto.

Perché?
Condivide storie di gente che ha imparato a buttare il risentimento dietro le spalle e, di conseguenza, ha trovato la pace con se stessa. Se abbracciamo il perdono, ci apriamo alla guarigione, alla speranza e a nuove possibilità. E quando lavori nel cinema, ne hai proprio bisogno. L’atteggiamento positivo è contagioso, è una parte importante e irrinunciabile per chi vuole ricoprire un ruolo di leader.

Ha mai pensato di diventare regista?
Mi piacerebbe provare: sono sicuro che sarebbe un’esperienza che mi renderebbe un attore migliore. Quando sono sul set, trovo sempre il modo di improvvisare, di dare consigli su come girare una scena o cambiare una battuta. Quindi, credo che dirigere sarebbe un atto naturale.

Chris Pratt: “Cucino per mia moglie, lei è negata”

Una cosa che ama fare per sua moglie?
Cucinare, lei è negata. “I am an American man“, ergo, sono bravissimo al bbq (barbecue, ndr), con le omelette e sono diventato un esperto di tacos. Seguo sempre i consigli di mio cognato Patrick Schwarzenegger, che sa tutto di tutto, mi ha persino insegnato a fare i tacos con il cinghiale. Fantastici, da provare. Il segreto? Innaffiateli con la Chelada, Los Angeles style: birra lager messicana, ghiaccio, succo di lime e spruzzi di “salsa inglesa” – peperoncino in polvere e condimento tajin – con un tocco di Clamato (succo di pomodoro concentrato, spezie e brodo di vongole, ndr). E poi mi saprete dire… Anche se voi, su ricette e sapori, avete poco da imparare.

Il cibo preferito?
Mi piace la carne, possibilmente come quella che produco io nella mia fattoria, dove tutti gli animali vengono allevati all’aperto, felici, nel modo più naturale possibile, senza antibiotici e altre schifezze varie.

Il consiglio di Arnold Schwarzenegger

Un consiglio che le è rimasto impresso?
Quello di Arnold, quando gli dissi che volevo sposare sua figlia. Mi rispose: «Pratt, è importantissimo avere una mente forte e curiosa: solo così trascorrerai una vita felice. Se, al contrario, sei pigro e debole di testa, non riuscirai mai a ottenere buoni risultati, ti mancherà sempre l’energia necessaria, soprattutto quando inizierai a invecchiare». E se lo dice lui, che a 75 anni scia, vola, va a cavallo…

Che rapporto ha con lui?
Fantastico, rispetto molto la sua integrità, è una persona onesta che non mente mai. Ama fare il nonno e vizia i nipotini. Nonostante l’apparenza minacciosa ha un cuore tenero e si prende cura di tutti gli animali abbandonati che hanno bisogno di aiuto: avrete senz’altro visto i video sul pony e l’asinello adottati e salvati da morte sicura, li tratta come due bambini.

Si preoccupa di come sarà il futuro per i suoi figli?
Onestamente, non penso molto al domani. Cerco di contribuire a non peggiorare la situazione ecologica del Pianeta, ma credo che nessuna preoccupazione potrà impedire ai miei figli di godere del mondo così com’è. È importante vivere nel presente, è necessario un vero e proprio cambiamento di visione, per focalizzarci maggiormente su ciò che abbiamo, rispetto a ciò che vorremmo avere. Forse le cose peggioreranno e, per questo, bisogna concentrarsi sul qui e ora, occorre preparare i nostri figli a coltivare dentro di loro la forza di mutare il mondo. Mi rendo conto che l’ansia è un problema di questa generazione, probabilmente perché abbiamo perso la fede in un universo migliore. In fondo, sono le scelte che facciamo oggi a creare ciò che vorremmo per il domani.

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