Charlie Countryman deve morire
Il giovane Charlie Countryman è un ragazzo normale che vive a Chicago. Dopo aver assistito alla morte della madre in un letto d'ospedale, la vede come uno spirito che lo consiglia di dare una svolta alla sua vita, spingendolo a recarsi a Bucarest per una vacanza. Nell'aereo diretto verso la capitale rumena Charlie fa amicizia col suo attempato vicino di posto che sta facendo ritorno a casa; peccato che l'uomo muoia a poche ore dall'atterraggio a causa di un infarto. Giunto a destinazione il ragazzo fa amicizia con la bella figlia del defunto, la coetanea Gabi, ignorando che questa sia l'ex moglie di un pericoloso gangster locale. Per Charlie è amore a prima vista e, nonostante le iniziali reticenze della ragazza, sembra riuscire a far breccia anche nel cuore di lei; sarà solo l'inizio di un viaggio pericoloso in cui sentimenti e interessi criminali verranno più volte a contatto.
Vivere o morire a Bucarest
Tanta, forse troppa, carne al fuoco nell'esordio dietro la macchina da presa del regista svedese Fredrik Bond, co-produzione internazionale tra Romania e Stati Uniti presentata in anteprima al Sundance Film Festival 2013 e poche settimane dopo al Festival di Berlino. Charlie Countryman deve morire è commedia, dramma esistenziale e thriller urbano nei suoi intensi novanta minuti di visione, capaci di volare molto in alto ma non privi di rovinose cadute. L'avventura vissuta dal protagonista, vero e proprio straniero in terra straniera, opta inizialmente per toni più leggeri e malinconici, con una progressiva elaborazione del lutto che sembra trovare potenziali istinti di rinascita nella love-story tra Charlie e la bella Gaby, messa in scena con un'estetica tipica del cinema indie tra momenti di ispirato romanticismo accompagnati da un'efficace unione di musica ed immagini. I problemi si palesano però nel proseguo della narrazione, con passaggi triviali di bassa lega (nei quali Shia LaBeouf, ottimo nella non semplice gestione del ruolo, ha assunto realmente degli acidi per dare veridicità alla finzione) vedenti come compagni di viaggio due turisti suoi compagni di stanza, e infine nei risvolti da gangster-movie che trasmutano l'intera essenza dell'opera in un overture di violenza e tensione più affine ai gangster / pulp movie. Il cineasta è abile nel catturare il fascino dell'ambientazione, con uno sguardo soprattutto nelle scene notturne che cattura bene il fascino di Bucarest, e dimostra un sano dinamismo nelle sequenze più prettamente d'azione, con tanto di corse / fughe tra le strade cittadine coinvolgenti ed accattivanti, parzialmente memori per stile forsennato di quelle di Trainspotting (1996). Oltre al convincente LaBeouf il cast è da leccarsi i baffi: la "dark lady" di Evan Rachel Wood è di dolente bellezza e il villain di Mads Mikkelsen crudele al punto giusto, contando inoltre sui brevi ma intensi cameo di Melissa Leo e Vincent D'Onofrio.
Romanticismo, ironia e violenza si mescolano con alterni risultati in Charlie Countryman deve morire, controverso esordio registico di Fredrik Bond: un film che offre passaggi squisitamente suggestivi ma che finisce per perdersi in un calderone di generi, apparendo come un'opera priva di una precisa identità. Questa avventura partita come escamotage catartico per superare un evento luttuoso e trasformatasi prima in una platonica love-story ed in seguito in un crudo gangster-movie in terra straniera sa intrattenere per i suoi novanta minuti di visione, complice anche una regia dinamica che sa gestire sia i momenti sentimentali che quelli più action-oriented, trovando però nelle sue evidenti disomogeneità narrative una pecca di non poco conto, fortunatamente smussate dalle ottime interpretazioni del cast, Shia LaBeouf su tutti.
