Caterina Visconti

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Caterina Visconti
Caterina Visconti raffigurata in un'incisione di Agostino Carracci
Duchessa consorte di Milano
Stemma
Stemma
In carica5 settembre 1395 –
3 settembre 1402 (reggente fino al 18 agosto 1404)
Predecessoretitolo creato
SuccessoreAntonia Malatesta
Signora consorte di Milano
In carica6 maggio 1385 –
5 settembre 1395
PredecessoreBeatrice Regina della Scala
Successoreelevata a duchessa
NascitaMilano, 12 luglio 1362
MorteMonza, 17 ottobre 1404
Luogo di sepolturaDuomo di Monza, Monza[1]
DinastiaVisconti
PadreBernabò Visconti
MadreBeatrice Regina della Scala
ConsorteGian Galeazzo Visconti
FigliGiovanni Maria
Filippo Maria
ReligioneCattolicesimo

Caterina Visconti (Milano, 12 luglio 1362[2]Monza, 17 ottobre 1404[2][3]), figlia di Bernabò Visconti, signore di Milano, e di Beatrice Regina della Scala, fu signora consorte di Milano, dal 1385 al 1395, e prima duchessa consorte di Milano, dal 1395 al 1402 (anno della morte del marito, che la nominò reggente), in quanto seconda moglie di Gian Galeazzo Visconti, suo cugino di primo grado.[2][3][4][5]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bernabò Visconti e Beatrice, genitori di Caterina.
Signoria di Milano
Casato dei Visconti

(1277-1395)
vipereos mores non violabo
Stemma dei Visconti dal 1277 al 1395
Ottone
Nipoti
Matteo I
Luchino co-signore col fratello Giovanni fino al 1349
Figli
Galeazzo I
Figli
Azzone co-signore con gli zii Luchino e Giovanni
Matteo II co-signore coi fratelli Galeazzo II e Bernabò
Galeazzo II co-signore coi fratelli Matteo II e Bernabò
Figli
Bernabò co-signore coi fratelli Matto II e Galeazzo II
Gian Galeazzo
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Caterina era figlia di Bernabò Visconti e Beatrice della Scala.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Miniatura di un messale in cui sono raffigurati Gian Galeazzo Visconti e Caterina Visconti inginocchiati, opera di Anovelo da Imbonate (1300)

La prima trattativa matrimoniale inerente Caterina fu nel 1378 e riguardava un possibile matrimonio con il re Riccardo II d'Inghilterra[6], il quale però in seguito sposò Anna di Boemia. L'anno successivo tuttavia Bernabò rinunciò al progetto e pose interesse su Gian Galeazzo Visconti, figlio di suo fratello Galeazzo II Visconti e vedovo di Isabella di Valois.

Le nozze tra Caterina ed il cugino avvennero a Milano il 15 novembre 1380 presso la chiesa di San Giovanni in Conca, sebbene quel giorno fosse morto Azzone, figlio dello sposo[6]

A Caterina il marito donò il castello di Monza, precedentemente concesso a Bianca di Savoia. Nel 1388 Gian Galeazzo diede alla moglie anche la Signoria di Vicenza[6].

Essendo andata male la prima gravidanza (una figlia era nata e morta nel giugno 1385), la coppia fece voto alla Madonna di mettere ad ogni figlio come secondo nome Maria[6].

L'8 gennaio 1390 Caterina perse un altro bambino ma, avendo fatto voto di costruire una certosa se fosse sopravvissuta al parto, furono iniziati i lavori per la costruzione della certosa di Pavia; per il progetto fu contattato anche Giovannino de' Grassi. La prima pietra fu messa il 27 agosto 1396[6].

Colpo di stato di Gian Galeazzo[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 maggio 1385, per impadronirsi della signoria di Milano, Gian Galeazzo catturò e rinchiuse nel castello di Trezzo Bernabò e i due figli Ludovico e Rodolfo che morirono in prigionia. Tolse inoltre ai cugini superstiti ogni diritto sulla signoria di Milano[6]. Presso gli altri signori italiani legittimò il colpo di stato accusando lo zio di volerlo assassinare ed inoltre di avere costretto al matrimonio sia lui che sua sorella Violante Visconti[6].

Duchessa di Milano[modifica | modifica wikitesto]

L'imperatore Venceslao concesse l'11 maggio 1395 il titolo di Duca di Milano a Gian Galeazzo. Per l'occasione i nuovi duchi incaricarono Anovelo da Imbonate di creare un Messale da donare alla basilica di Sant'Ambrogio; in esso compare anche un ritratto di Caterina insieme ad alcuni cortigiani[6].

Vedovanza[modifica | modifica wikitesto]

Il 3 settembre 1402 Gian Galeazzo morì e lasciò alla moglie Caterina la tutela dei suoi figli legittimi, anche se peraltro era sempre stata tenuta all'oscuro dal governo[6]. La reggenza spettò ad un consiglio che avrebbe governato fino alla maggiore età sia di Giovanni che di Filippo[6].

Per far fronte ai debiti lasciati da suo marito, Caterina si affidò ai consigli del guelfo Francesco Barbavara, conte di Valsesia e membro del consiglio reggente. Antonio Visconti di Giovannolo (discendente di Uberto Visconti), accusò Barbavara di mal governo e, radunati alcuni dissidenti, mise in tumulto la città nel giugno del 1403. I rivoltosi posero accanto a Giovanni Maria un altro consiglio, di cui faceva parte lo stesso Antonio. I tumulti di Milano, conclusi nell'agosto dello stesso anno, avevano però scatenano la ribellione delle città infeudate ai Visconti[6].

Con l'aiuto di Pandolfo Malatesta, Jacopo dal Verme e Facino Cane, Caterina fece arrestare il 6 gennaio 1404 i membri del nuovo consiglio e decapitare alcuni rivoltosi. Coloro che riuscirono a fuggire da Milano chiesero aiuto a Filippo Maria, il quale si pose contro la madre[6].

A Milano intanto scoppiarono altri tumulti. Caterina cercò aiuto nei fratelli, ormai tutti all'estero, ma prima che potesse ricevere risposta venne arrestata 18 agosto 1404 da Francesco Visconti di Giovannolo, e rinchiusa nel Castello di Monza. Qui morì, forse di peste o forse avvelenata, il 17 ottobre 1404[6].

Fu sepolta nel Duomo di Monza, dietro l'altar maggiore.[7]

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Caterina diede a Gian Galeazzo due figli[8]:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Matteo I Visconti Teobaldo Visconti  
 
Anastasia Pirovano  
Stefano Visconti  
Bonacossa Borri Squarcino Borri  
 
Antonia  
Bernabò Visconti  
Bernabò Doria  
 
 
Valentina Doria  
Eliana Fieschi  
 
 
Caterina Visconti  
Alboino della Scala Alberto I della Scala  
 
Verde di Salizzole  
Mastino II della Scala  
Beatrice da Correggio Giberto III da Correggio  
 
Elena Malaspina  
Beatrice della Scala  
Giacomo I da Carrara Marsilio  
 
 
Taddea da Carrara  
Elisabetta Gradenigo Pietro Gradenigo  
 
Tommasina Morosini  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Giulini, op. cit., vol. VI, p. 95.
  2. ^ a b c Ornella Mariani, Donne nella Storia - Visconti Caterina, in ornellamariani.it. URL consultato il 30 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2018).
  3. ^ a b CATERINA VISCONTI, in museomilano.it. URL consultato il 30 giugno 2018.
  4. ^ Andrea Gamberini, GIAN GALEAZZO Visconti, duca di Milano, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 30 giugno 2018.
  5. ^ Caterina Visconti duchessa di Milano, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 30 giugno 2018.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m ::: Storia di Milano ::: Caterina Visconti
  7. ^ V.Maspero, Storia di Monza, pag.105
  8. ^ Visconti 2, su genealogy.euweb.cz. URL consultato il 28 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2008).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Duchessa consorte di Milano Successore
Regina della Scala 1395-1402 Antonia Malatesta
Controllo di autoritàVIAF (EN272397907 · CERL cnp01956542 · GND (DE1023069490