La principessa Diana e Gianni Versace erano nati in due parti del mondo che non potrebbero essere più diverse. L’una nel villaggio di Sandrigham nel Norfolk, dove la temperatura d’estate si aggira al massimo intorno ai 15 gradi, l’altro nella cocente Reggio Calabria. Eppure, c’era una sintonia straordinaria fra loro che sconfinò dal rapporto professionale all’amicizia e che ha finito per tracciare una comunanza di destini di cui, a 25 anni dalla loro morte, si continuano a scoprire le sfaccettature e i segreti. Il matrimonio di lady Diana, come sappiamo, è entrato in crisi dopo la nascita dei figli William e Harry. Intorno al 1986 sia lei che il principe Carlo nascondevano al mondo le rispettive liaison con Camilla e James Hewitt e nel 1989 erano ai ferri corti, separati a tutti gli effetti in attesa di capire se c’era qualcosa di riparabile nel loro legame o se tutto era perduto. Forse l’unica a sperare ancora in una riconciliazione era la regina Elisabetta, perché Diana non aveva alcuna voglia di fare passi indietro e nel 1991 aveva già iniziato a violare alcune regole di protocollo abbastanza rigorose, perché considerate una forma di rispetto verso l’economia del paese. Una di queste era l’astensione dal vestire abiti di stilisti stranieri. Quell’anno lady Diana aveva già deciso che non si sarebbe più privata del piacere di sperimentare abiti disegnati in paesi diversi dal suo e fece conoscenza di Gianni e Donatella Versace quando disegnarono per lei un abito specifico color ghiaccio, della linea Atelier Versace, per un servizio fotografico che andò in copertina di Harper's Bazaar.

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Lo spettacolare ingresso di Diana al gala del Field Museum Of Natural History di Chicago nel 1996

Il risultato della somma fra l’atmosfera della Magna Grecia portata dalla maison e l’allure da rugiadosa rosa inglese di Diana fu così emozionante che nacque un sodalizio pieno di poesia. L’apice di questo amore professionale arrivò nel 1996, quando Diana e Carlo divorziarono dopo 15 anni di matrimonio e per la principessa fu come spezzare le catene che la tenevano legata dall’età di 19 anni, quando aveva accettato di sposare l’erede al trono senza avere ben chiaro cosa questo avrebbe significato. Diana aveva iniziato a frequentare gli amici dei Versace, tra cui Elton John e George Michael, e recuperava gli anni 80 che non si era goduta come tutte le ragazze della sua età. Ma la prima dimostrazione della sua libertà ritrovata, o assaporata per la prima volta, consisteva proprio nell’indossare un abito Made in Italy dal colore più appariscente possibile: il viola. Un colpo al cuore che doveva bissare e superare l'exploit del Revenge Dress del 1994. Diana era semplicemente mozzafiato quando il 6 giugno 1996 si presentò alla cena di gala al Field Museum of Natural History di Chicago inguainata fino ai piedi nella stoffa che il suo amico Gianni le aveva disegnato addosso come con un pennello sul corpo perfetto, che non mostrava più i segni dei disordini alimentari da stress, Un abito da sogno senza maniche per valorizzare le sue belle spalle sportive, con fenditure simili a un colpo di eyeliner sotto le braccia e una lunga cucitura centrale che diventava essa stessa parte della magia. Al collo, un chocker di perle a più fili inframmezzato da barrette in oro bianco e diamanti, nelle mani la clutch in tinta e ai piedi un paio di sandali Jimmy Choo dal tacco altissimo, un piacere che la principessa del Galles non si era mai potuta concedere da sposata per non sovrastare il marito. Quella sera Diana ballò con il conduttore televisivo Phil Donahue, ascoltò la serenata che le dedicava il cantante Tony Bennett e fece amicizia con Deloris Jordan, la madre di Michael Jordan, che poiché il figlio stava per scendere in campo nelle finali NBA, le aveva portato da parte sua dei souvenir autografi dei Chicago Bulls per il principe William e il principe Harry, e poi è scappata anche lei a vedere la partita. “C'è una specie di serenità in lei”, aveva detto Versace prima dell'evento, “Ho fatto una prova con lei la scorsa settimana per nuovi abiti per la primavera, ed è così serena. È un momento della sua vita, credo, in cui ha ritrovato se stessa, ha capito il modo in cui vuole vivere". Tutto si sarebbe infranto per entrambi un anno dopo. Il 15 luglio del 1997 Diana era su uno yacht nel Mediterraneo con Dodi al Fayed quando ricevette la notizia che Gianni Versace era stato assassinato fuori dalla sua villa di Miami, e la principessa era così sconvolta che chiese d’impulso a Lee Sansum, la guarda corpo del suo fidanzato: “Pensi che qualcuno possa fare questo anche a me?”. Poco più di un mese dopo, il 31 agosto, si sarebbe spenta tragicamente sotto il ponte dell’Alma a Parigi e insieme a loro due, se ne andò molto del bello degli anni 80 e 90.

chicago, united states   june 05  diana, princess of wales,  looking pensive as she leaves a gala dinner held at the field museum of natural history  the princess is wearing a purple evening dress designed by versace  photo by tim graham photo library via getty imagespinterest
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