√ Lady Gaga - BORN THIS WAY THE TENTH ANNIVERSARY - la recensione di Rockol

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«BORN THIS WAY THE TENTH ANNIVERSARY - Lady Gaga» la recensione di Rockol

Cover bislacche e slogan attualissimi: "Born this way" di Lady Gaga dieci anni dopo

La popstar fa ricantare ad artisti che rappresentano e sostengono la comunità LGBT alcuni dei brani più iconici del suo secondo album, uscito nel 2011 ma oggi attualissimo. Il risultato è così e così: d'altronde è Lady Gaga, bellezza.

Recensione del 25 giu 2021 a cura di Mattia Marzi

Voto 7,5/10

La recensione

Molto è cambiato da allora, dentro la musica di Lady Gaga e fuori, intorno a lei. E molto ancora cambierà. Dieci anni fa Stefani Joanne Angelina Germanotta era una 25enne che dopo il successo clamoroso del suo album d'esordio "The fame", uscito tre anni prima, trainato da hit gigantesche come "Just dance", "Poker face" e "Paparazzi", era chiamata dal music biz e dal mondo intero a dimostrare di non essere il fenomeno di una stagione.

Certo, tra "The fame" e il suo successore c'era stato l'Ep "The fame monster", che con "Bad romance", "Telephone" e "Alejandro" aveva tenuto viva la fiamma accesa un anno prima. Ma tutto era ancora da dimostrare. E il futuro da scrivere. I social esistevano già, ma non erano ancora così centrali nella comunicazione, per gli artisti. Le piattaforme streaming agli albori. Gaga fu pioniera anche in questo: pubblicò "Born this way" in esclusiva su Spotify due mesi prima del lancio ufficiale negli Usa della piattaforma che avrebbe cambiato il modo di fruire musica (vendette comunque passa un milione di cd in una settimana). "Whether life's disabilities / Left you outcast, bullied, or teased / Rejoice and love yourself today / 'Cause baby you were born this way", cantava. Pazienza se dopo non ha inciso più un album tanto influente e impattante - sì, forse è ancora troppo presto per rivalutare "Artpop": a distanza di dieci anni "Born this way" parla ancora al presente.

La cantante lo sottolinea con una speciale riedizione che oltre ai 14 pezzi contenuti nell'edizione originale del 2011 include anche sei brani rivisitati da artisti che rappresentano e sostengono la comunità LGBTQIA+, alla quale il disco è dedicato. Kylie Minogue ha ricantato "Marry the night", l'icona della bounce music Big Freedia ha reinterpretato "Judas", il gruppo country tutto al femminile delle Highwomen, Brittney Spencer e Madeline Edwards si sono cimentate con una nuova versione di "Highway unicorn (Road to love)", la star dei musical Ben Platt - già ospite l'anno scorso di "One World together at home", l'evento digitale organizzato da Gaga in piena pandemia - ha fatto sua "Yoü and I", Years & Years "The edge of glory" e il canadese Orville Peck ha riletto in chiave country la stessa "Born this way".

Dall'operazione, va detto, era lecito aspettarsi qualcosina in più. Le nuove versioni non aggiungono nulla alle originali e talvolta suonano pure più vecchie: la rilettura di "The edge of glory" di Years & Years sta a quella originale di Lady Gaga come "1990" di Achille Lauro sta a "Be my lover" dei La Bouche, "Judas" nella versione di Big Freedia è tutta una grossa caciara, sua maestà Kylie Minogue è fin troppo scolastica in "Marry the night". Peccato. Più interessante la cover in salsa country di "Born this way", che prova a costruire un ponte ideale che collega il disco del 2011 a "Joanne", bypassando "Artpop".

"'Born this way', disco e canzone, sono stati ispirati da Carl Bean, attivista religioso nero e gay che predicava, cantava e scriveva di essere 'born this way', nato così. Grazie per questo decennio di amore incessante, per il coraggio e per avermi dato una ragione per cantare", ha scritto Lady Gaga sui social quando la sindaca di West Hollywood Lindsey P. Horvath ha dichiarato il 23 maggio "Born this way day", a distanza di dieci anni esatti dall'uscita del disco.

Dopo "Born this way" niente sarebbe stato più lo stesso, per Gaga.

"Artpop", nel 2013, fu un flop clamoroso: accusato di essere un lavoro fin troppo pretenzioso e cervellotico, portò miss Germanotta lontano dalle grandi platee. La cantante - trasformista per vocazione - avrebbe cominciato così una disperata ricerca di sé stessa che l'avrebbe portata a spaziare dal jazz del disco congiunto con Tony Bennett al folk di "Joanne", fino a tornare all'elettropop dei tempi di "The fame" e "Born this way" con "Chromatica", rilanciandosi nel 2018 con "Shallow", il duetto con Bradley Cooper dalla colonna sonora del remake di "A star is born".
All'epoca era lei a indicare la strada, tanto nelle strategie quanto nei suoni. Da Ava Max a Elena Tsagrinou, la cantante cipriota vista all'ultimo Eurovision Song Contest (accusata di aver scopiazzato "Bad romance" con la sua "El diablo"), l'elettropop di "Judas", "The edge of glory" e "Marry the night" continua a fare proseliti. Dieci anni dopo, Gaga percorre strade già tracciate: dal sexy pop tutto urletti e ammiccamenti di "Rain on me" con Ariana Grande al k-pop del duetto con le sudcoreane Blackpink su "Sour candy". Sicura che bene o male se la caverà. E se cadrà, lo farà restando in piedi.

TRACKLIST

#1
01. Marry The Night (04:24)
02. Born This Way (04:20)
03. Government Hooker (04:14)
04. Judas (04:09)
05. Americano (04:06)
06. Hair (05:07)
07. Scheiße (03:45)
08. Bloody Mary (04:04)
09. Bad Kids (03:50)
11. Heavy Metal Lover (04:12)
12. Electric Chapel (04:13)
13. You And I (05:07)
14. The Edge Of Glory (05:20)

#2
01. Marry The Night (04:39)
02. Judas (04:07)
04. Yoü And I (04:42)
05. The Edge Of Glory (03:59)
Scheda artista:   
Lady Gaga

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