Bombshell, il film sullo "scandalo Fox" che anticipò il MeToo - Cronache Letterarie

Bombshell, il film sullo “scandalo Fox” che anticipò il MeToo

Bombshell, il film

Non è facile far capire la portata di alcune storie quando si varcano i confini nazionali. Intervengono fattori culturali, vengono meno i riferimenti pop, ma soprattutto la loro quotidianità e diffusione. Peculiarità della televisione americana sono i canali all news: realtà a vocazione internazionale che coprono sei fusi orari e ci ricordano quanto sia centrale negli USA, nella vita quotidiana, la presenza della tivù.

Bombshell

Nel panorama dei network americani, Fox News, di proprietà della famiglia Murdoch, rappresenta la roccaforte del partito repubblicano e il punto di riferimento dei conservatori. Si tratta quindi di un canale dal grandissimo impatto su un’opinione pubblica che, nell’era trumpiana, si è sempre più spaccata e polarizzata.

Lo scandalo che travolse Fox
bombshell
A sinistra Roger Ailes, a destra John Arthur Lithgow che ne veste i panni

Un quadro generale che dobbiamo aver ben chiaro in mente per capire il peso che, nel 2016, ha avuto lo scandalo legato all’ex presidente e amministratore delegato di Fox News Roger Ailes. Scandalo che anticipò di appena un anno il movimento MeToo, smascherando un predatore seriale e svelando una diffusa politica di omertà all’interno del network (vedi anche la serie The Morning Show). La cosa clamorosa fu che ad essere coinvolte e a raccontare la propria storia, furono volti incredibilmente noti. Inclusa Megyn Kelly, giornalista di punta inserita nel 2014 nella lista delle 100 persone più influenti dell’anno dal settimanale americano Time.

Megyn Kelly e lo scontro con Trump

La vicenda è diventata il soggetto per Bombshell, film che ha vinto un premio Oscar per il Miglior trucco e acconciatura e ha regalato a Charlize Theron e Margot Robbie svariate candidature. 
Il film, girato da Jay Roch, si apre con una sorta di tour guidato, in stile quasi documentaristico, nel quartier generale della Fox News. Svelata così la composizione piano per piano, si arriva al famigerato “secondo piano”, ovvero l’ufficio di Roger Ailes, interpretato con la consueta bravura da John Lithgow.

A fare da Cicerone sui tacchi a spillo è Charlize Theron, nei panni di Megyn Kelly. Ritratta mentre si appresta ad essere uno dei tre moderatori del dibattito per le primarie repubblicane che avrebbero incoronato Donald Trump presidente degli Stati Uniti, è lei il filo conduttore del racconto. Quando Kelly pone a Trump una controversa domanda sul suo rapporto con le donne, attira su di sé le ire del futuro capo della Casa Bianca e dei suoi supporter. Si trasforma d’un tratto da giornalista – colei che racconta la storia – a oggetto della storia. Non a caso, la traduzione di Bombshell è “notizia esplosiva”.

Gretchen Carlson e la causa a Ailes

Mentre Kelly affronta quel ciclone, un altro volto della Fox sta per dar vita a un secondo, più ampio ciclone: è Gretchen Carlson, interpretata da Nicole Kidman. Ex Miss America e laureata a Stanford, sente che la sua posizione nel network è pericolante. Difatti è stata retrocessa dal prime time – la nostra prima serata – al meno prestigioso pomeriggio poiché si è alienata l’appoggio di Ailes. Tutto per un motivo ben preciso: ha rifiutato le sue avance. Interpella perciò degli avvocati in gran segreto. E, quando il licenziamento senza giusta causa puntualmente arriva, decide di fare causa non alla Fox, ma personalmente ad Ailes. Una mossa intelligente, che mette di fatto il network contro il suo presidente. Costringe così i Murdoch ad avviare un’indagine interna sulla condotta di Ailes per verificare il fondamento delle accuse di molestie sessuali.

Kayla Pospisil e il mito smascherato

Bombshell, nel frattempo, ha avuto modo di mostrarci con passo spigliato e un certo mordente il clima diffuso alla Fox. Lo fa seguendo il percorso di Kayla Pospisil, cui dà volto Margot Robbie, personaggio fittizio che riassume le storie di varie dipendenti.

Fervente seguace del culto Fox, Kayla impara a destreggiarsi nella produzione dalla collega Jess Carr – Kate McKinnon, altro personaggio inventato. Jess riassume magistralmente a Kayla l’approccio del network alle notizie:

“Cosa spaventerebbe mia nonna e farebbe arrabbiare mio nonno? Ecco, quella è una storia Fox… Spaventa e solletica!”.

Nonostante le dritte della produttrice, Kayla ha l’ambizione di comparire sullo schermo. Decide quindi di brigare per ottenere un colloquio con Ailes. Al personaggio della Robbie è affidato quindi il compito di mostrare allo spettatore quello che le altre donne raccontano. In una delle scene più drammatiche, l’umiliante colloquio con Ailes: le chiede di sfilare per lui, fare una giravolta e sollevarsi la gonna, sottraendole dignità a ogni centimetro di stoffa che si ritira.

“Tutto quello che accade in questa stanza resta riservato, ma da entrambe le parti”.

Ailes mette così in chiaro le cose. È una sorta di scambio – dammi il tuo corpo e io ti darò una telecamera – impostato su un rapporto di potere totalmente sbilanciato, dove la “lealtà”, mantra di Ailes, è solo un altro modo di definire “sesso orale”.

E tu, da che parte stai?

A seguito della denuncia della Carlson tutte le dipendenti devono scegliere da che parte stare: da quella del potentissimo presidente che può rovinarle professionalmente e che pure è uomo di grande generosità, oltre che brillante nel suo lavoro, o da quella della verità e delle donne.
La Kelly si trova così a metà: deve tutto ad Ailes, ma anche lei ne è stata molestata. Pur avendolo rifiutato, non ha subito il suo ostracismo, anzi. Eppure sa cosa è giusto fare. Lei e la Carlson hanno entrambe delle figlie femmine. Basta guardarle per trovare la forza di sfidare un sistema di oppressione che tutela sé stesso e che renderà difficilissima, se non impossibile, la continuazione delle loro carriere.

“Nessuna donna fa causa al proprio capo”.

La regia

Registicamente Bombshell appare forse un po’ debole, così come a livello di scrittura avrebbe potuto essere più incisivo. Per sua fortuna può contare su un cast stellare, perfettamente in grado di sopperire alle mancanze tecniche, riuscendo così a fare qualcosa di più che non una semplice drammatizzazione della cronaca.
Charlize Theron, che grazie allo straordinario trucco è resa incredibilmente somigliante alla Kelly, è abilissima nell’interpretare questa donna non molto simpatica, ma sfaccettata e dalla forza innegabile. Del resto, lei non è nuova a personaggi femminili di polso, coraggiosi ma non per questo meno fragili e umani.

Non succede, ma se succede…
Charlize Theron interpreta il segretario di Stato americano

Curiosamente, Prime Video offre un altro film che la vede protagonista e che – sebbene volgendolo in commedia romantica – affronta il tema della vita doppiamente difficile che spetta alle donne di potere. Non succede, ma se succede…, nonostante l’infelice traduzione italiana del titolo Long Shot, è un film gradevole e divertente. La Theron vi interpreta il segretario di Stato degli Stati Uniti, proprio mentre è sul punto di rivelare la propria candidatura come prossimo presidente (vedi qui il trailer).

La protagonista assume come ghost writer un amico d’infanzia che non vedeva dai tempi del liceo, interpretato da Seth Rogen, per dare ai suoi discorsi uno spunto ironico e farle guadagnare nei sondaggi sul fronte simpatia – uno dei suoi pochi punti deboli. All’inizio della loro collaborazione lui le porta alcune idee, ma lei è costretta a rifiutarle. La battuta con cui gli spiega il motivo riassume perfettamente come, purtroppo, sono spesso percepite le donne:

“Se sono arrabbiata, sono isterica. Se sono emotiva, sono debole. Se alzo la voce, sono una stronza”.

Lui, da uomo abituato a scrivere da uomo, commenta sostenendo che così il suo lavoro è difficile. Lei ribatte: “Mai come il mio”. Ecco, questo scambio appare un utile commentario a Bombshell (guarda il trailer), almeno quanto quello dei suoi veri protagonisti che ne commentano la visione a caldo sul canale Youtube di Megyn Kelly.

MeToo

Ovunque c’è una donna di potere, ci sono degli uomini che l’hanno amata e sostenuta. Ma c’è anche chi ha cercato di approfittarsi di lei, chi ha sminuito il suo lavoro, chi l’ha giudicata per l’aspetto fisico o l’abbigliamento o per i suoi supposti sbalzi ormonali. Per fortuna, ci sono delle donne che si sono fatte avanti per permettere a chi verrà dopo di loro di non dover subire nulla di tutto questo. Bombshell ha il merito e l’ambizione di portare sullo schermo questa sgradevole realtà. Ci riesce nella misura in cui mostra, al suo apice, un sistema tossico e disturbante, oltre alle contraddizioni di chi deve farci i conti quotidianamente.

Marzia Flamini

Marzia Flamini

Prima di approdare alla Finarte, sono stata assistente in una galleria d'arte a Via Margutta, guida turistica e stageur fra musei, case d’asta e la rivista ArteeCritica. Vivo circondata dai libri, vado al cinema più spesso di quanto sia consigliabile e viaggio appena posso.

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