Il film: Back to Black, 2024. Regia: Sam Taylor-Johnson. Cast: Marisa Abela, Jack O’Connell, Eddie Marsan Genere: Biografico, Drammatico, Musicale. Durata: 122 minuti Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: La straordinaria storia della rapida ascesa al successo di Amy Winehouse e della realizzazione del suo rivoluzionario album, Black to Black. Raccontato dalla prospettiva di Amy e ispirato dai suoi testi profondamente personali, il film segue la donna straordinaria dietro il fenomeno e la tumultuosa relazione al centro di uno degli album più leggendari di sempre.
A chi è consigliato: a tutti gli appassionati di musica e ai fan di Amy Winehouse.
Da sempre il cinema celebra le star della musica, ma mai come in questi ultimi anni i biopic sui grandi cantanti della storia sono diventati una tendenza al centro dei progetti delle produzioni. Pensiamo, ad esempio, a Ray (2004), il film con Jamie Foxx nei panni di Ray Charles, arrivando ai più attuali Bohemian Rapsody (2018), Rocketman (2019), Elvis (2022) e il recentissimo Bob Marley – One Love (2024). E ancora moltissimi altri titoli di questo sottogenere devono vedere la luce in sala, come A Complete Unknown, l’opera biografica su Bob Dylan con Timothee Chalamet e diretta da James Mangold.
Back to Black è solamente l’ultimo di questa serie di film diventati ormai un fenomeno diffusissimo, e sarà presente nelle programmazioni di tutti i cinema italiani a partire dal 18 aprile 2024. Diretta da Sam Taylor Johnson (al suo secondo biopic musicale dopo aver raccontato nel 2009 l’adolescenza di John Lennon in Nowhere Boy), la pellicola è incentrata sulla carriera di Amy Winehouse. In particolare, come vedremo nella nostra recensione di Back to Black, sui primi successi della cantautrice londinese fino alla consacrazione definitiva con il suo secondo album, Back to Black.
Avanti senza il mio uomo
“Io e la mia testa alta/ e le mie lacrime prosciugate/ vado avanti senza il mio uomo”. Questi sono alcuni versi di Back to Black, la canzone firma di Amy Winehouse da cui il titolo del film. L’ultima fatica della regista di 50 sfumature di grigio ha come obiettivo proprio quello di ripercorrere la storia della creazione di uno dei più grandi album del XXI secolo, dalla genesi fino al riconoscimento con l’ambito Grammy, cercando di focalizzarsi sulla vita privata della cantante, in particolar modo sui suoi disagi esistenziali esternalizzati durante le esibizioni sul palco.
Perchè Back to Black è un pezzo nato da uno stato di depressione per via della rottura di un rapporto amoroso da parte della Winehouse. L’abbandono di un ragazzo, Black (Jack O’Connell), che ha segnato per la star londinese un ritorno al “nero”, in riferimento alla depressione che l’ha condotta verso comportamenti eccessivi, abuso di alcool e sostanze stupefacenti provocato da relazioni instabili e sbalzi d’umore. Ma nonostante questo, rimane forte e va avanti senza il suo uomo.
“Devo vivere le mie canzoni”
“Devo vivere le mie canzoni, ancor prima di esibirle”. Questa battuta recitata da Marisa Abela è forse la chiave per afferrare la poetica dell’opera di Amy Winehouse. L’intento di Sam Taylor-Johnson vuole sembrare proprio di quello di raccontare una delle vite più brevi ma intense del panorama musicale, con uno sguardo proiettato sulla persona ancor prima che sul personaggio. Perché quella di Amy Winehouse è stata una vita costellata di traumi esorcizzati tramite la musica, un mezzo per addentrarsi meglio all’interno delle proprie fragilità. La musica vista come un antidoto più potente di una qualsiasi cura psichiatrica, che la protagonista si rifiutava di ricevere con il timore che potesse intaccare la sua creatività. E anche per questo la sua voce era considerata una delle più talentuose ed autentiche di sempre.
Peccato che il film fallisca nel tentativo di offrire un profondo sguardo sulla vita e sulla carriera della cantante morta prematuramente all’età di ventisette anni, limitandosi a raccontare timidamente il suo stile e la sua musica, senza mai però penetrare dentro quella stessa musica di cui Amy Winehouse si serviva per cercare una via di fuga dalla realtà. Perché dietro quella voce potente c’era molto di più, c’era un malessere esistenziale che il film stenta ad indagare, un disagio avvolto da una spirale autodistruttiva, fatta di eccessi, alcool e droghe.
Tale e quale show
Purtroppo anche la performance di Marisa Abela (più che un’attrice pare una concorrente di Tale e quale show, che imita senza donare una particolare complessità all’interpretazione, nonostante un lavoro ottimo sulla vocalità) fatica ad offrire un valore aggiunto a quello che possiamo definire a tutti gli effetti un compitino scolastico, superficiale ed incapace di dissezionare una delle artiste più complesse, sfacciate ed incomprese della storia della musica internazionale, le cui fragilità erano sommerse da quei litri di alcool che l’hanno fatta annegare nel maledetto 2011. E di raccontare più di quanto fosse già scritto e raccontato su questa star che se n’è andata via troppo presto, lasciando un vuoto indelebile nei cuori degli appassionati.
Allora c’è da chiedersi quale sia il mordente che spinge le produzioni a progettare tutti questi biopic musicali, se non quello di provare a riscuotere successo omaggiando le grandi leggende defunte, e rivolgendosi ad un parterre molto ampio, dal grande pubblico fino ai veri e propri appassionati di musica. Perché quello che Back to Black fa, esattamente come molti altri titoli di questo sottogenere, è proprio cercare di colmare un’assenza di un’artista che non c’è più, facendo rivivere la sua musica negli animi dei fan, attraverso la magia del grande schermo. Senza mai, però, andare oltre la mera celebrazione.
Back to Black si rivela l'ennesimo biopic musicale incapace di andare oltre la mera celebrazione della star, e di offrire un profondo ed interessante sguardo sulla vita breve ma intensa di Amy Winehouse. Nonostate un ottimo lavoro sul fronte della voce, Marisa Abela fatica a donare un particolare spessore alla performance, limitandosi ad imitare.
Pro
- Ottima performance canora da parte di Marisa Abela
Contro
- Recitazione alquanto imitativa e macchiettistica
- Disagi e fragilità della protagonista troppo poco approfonditi.
- Incapacità di raccontare la vita dell'artista con uno sguardo interessante e non convenzionale
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Voto CinemaSerieTV