Beatrix Potter: il meraviglioso mondo dei libri illustrati

Beatrix Potter: il meraviglioso mondo dei libri illustrati

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Di Stella Grillo

Beatrix Potter, una delle più note illustratrici, scrittrici e naturaliste britanniche conosciuta per i suoi libri illustrati per bambini. Il nuovo appuntamento Letteratura per l’Infanzia, la ricorda nella settimana del suo anniversario di nascita.

Beatrix Potter, l’amore per la natura

Nata nel quartiere di South Kensington, a Londra, il 28 luglio 1866 da una famiglia benestante; riceve una formazione esclusiva come ogni tipica famiglia vittoriana abbiente, del tempo. Quando, però, l’istruzione del fratello Bertam è spostata a scuola come da tradizione, Beatrix resta in compagnia dei numerosi animali domestici: furetti, rane, conigli. Saranno questi ultimi ad essere i suoi preferiti e a divenire fonte di ispirazione per i suoi primi disegni. Nascono, così, Benjamin e Peter.

Beatrix Potter, particolare illustrazione - photo Credits: web
Beatrix Potter, particolare illustrazione – photo Credits: web

Tuttavia, la fonte primaria del suo estro, deriverà soprattutto dalle vacanze estive con la famiglia nella regione dei laghi scozzesi: la meta estiva fissa della sua infanzia, determinerà nella piccola Beatrix uno sconfinato amore per la natura. Un incontro sarà fondamentale per l’implemento della sua passione: a Wray Castle incontra il vicario del luogo, Canon Hardwicke Rawnsley. Quest’ultimo le insegna la cura della fauna locale, il modo di preservarla e salvaguardare il suo habitat. L’istruzione di Beatrix Potter, sarà interrotta a quindici anni in quanto ritenuta più che sufficiente nonostante la sua predisposizione agli studi.

Beatrix Potter, la magia dei libri illustrati: natura e pittura

Una mente fervida di interessi culturali abbinata ad uno sconfinato amore per la natura e la pittura: Beatrix Potter manifesta questa peculiarità attitudinale fin da piccola. Uno zio, successivamente, chiede che venga ammessa come studentessa presso i Giardini Botanici di Kew: la Potter sarà rifiutata solo perché donna. Nonostante il contesto storico vittoriano che vedeva le donne relegate a ruoli prettamente casalinghi e femminili, la giovane non demorde: prosegue da autodidatta la propria formazione. Affascinata dalla potenza scientifica e tecnologica del microscopio, grazie a questo strumento analizzerà il suo mondo naturale tanto amato: Beatrix scopre il mondo segreto del sottobosco fatto di licheni, piante, muschi, funghi. I suoi disegni così attenti e minuziosi, derivano proprio da questo attento studio dei particolari. Tale precisione attrarrà l’attenzione della comunità scientifica. Disegni fatti ad acquarello, attenti e precisi: tuttavia, l’Accademia di Scienze britannica, la Royal Society, rifiuta di pubblicare i suoi lavori; anche qui, l’unico motivo è perché è donna. Riesce, però, ad impartire delle lezioni alla Scuola di Economia di Londra.

Interessi scientifici e letteratura per l’infanzia: il connubio perfetto di Beatrix Potter

Non solo scienza, ma soprattutto amore per la narrazione, fervida immaginazione e preponderanza per il mondo classico: inizia così a scrivere piccole storie ispirate alle fiabe classiche di cui, lei stessa, è stata un’appassionata lettrice. Dai Fratelli Grimm, ad Andersen, agli antichi Esopo e Fedro. La sua attenzione si sposta soprattutto sul mondo animale e sul loro habitat, suoi compagni fin dalla tenera età. Le prime produzioni affiancano noti personaggi fiabeschi a piccoli animali antropomorfi che costituiranno il fulcro della sua produzione artistica. Nel 1890 inizia a vedere i primi risultati sul lato economico, cominciando anche a disegnare cartoline natalizie che, in epoca vittoriana, difficilmente riportano soggetti legati alla sfera religiosa: i piccoli animali disegnati dalla Potter, ben si adattano al contesto storico del periodo. L’impresa Hildesheimer e Faulkner acquista le illustrazioni che ritraggono il coniglio Benjamin Bunny; uno dei suoi più famosi racconti sarà una breve narrazione accompagnata da delicate illustrazioni che, Beatrix, inviava alla sua ex governate Annie Moore: ”Quattro piccoli coniglietti di nome Flopsy, Mopsy, Cottontail e Peter”.

”La storia del coniglio Peter”, la prima pubblicazione

“La storia del coniglio Peter”, un libro illustrato per ragazzi che la Potter decide di pubblicare a sue spese nel 1901. Una delle copie raggiunge Norman Warne, capo della casa editrice Frederick Warne & Co. Da qui, il successo: il libro vende 28.000 copie. Successivamente, la pubblicazione de “La storia dello scoiattolo Nutkin” che ottiene altrettanta notorietà. Divenuta ormai un’artista conosciuta, apprezzata e stimata dal suo pubblico, è però costretta a frequentare in segreto il suo editore, Norman Warne, a causa dell’opposizione dei genitori.

Peter Rabbit, prima edizione - Photo Credits: web
Peter Rabbit, prima edizione – Photo Credits: web

Si arriva ad un punto di rottura con la famiglia, e tuttavia il fato, le impedisce di coronare il suo sogno d’amore in quanto Norman si ammala di anemia fulminante e muore in poco tempo. Nel 1913, sposa l’avvocato William Heelis, e si trasferisce in una grande fattoria nella regione dei Laghi: cani, gatti e un porcospino dal nome “Mrs. Tiggy-Winkle” popolano le sue giornate. Appartengono a questo periodo le storie “The Tale of Jemima Puddle-Duck” e “The Tale of Tom Kitten”.

Ultimi anni e la colorazione dei disegni

Gli ultimi anni sono dedicati all’acquisto di terreni in seguito all’eredità pervenuta dai genitori. In questo periodo l’illustratrice decide anche di dar colore ai disegni, originariamente in bianco e nero. Un’esistenza che fluisce tra storie, cura dei possedimenti per favorire la fauna naturale del territorio, e la cura delle sue illustrazioni. Nel 1920, a causa di problemi alla vista, smette di scrivere. Muore il 22 dicembre 1943 in seguito a una polmonite e una malattia di cuore. Il suo animo sensibile e il suo amore sconfinato per la natura circostante l’accompagnerà fino all’ultimo. Nei suoi ultimi testi, infatti, descrisse il suo timore riguardante la Seconda Guerra Mondiale: il suo pensiero era che, la modernità e tutto ciò che ne conseguiva, potevano essere un imminente pericolo che poteva annientare la natura.