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“Senza tecnica, un dono non è altro che una brutta mania” Georges Brassens (1921-1981) - Le Mauvais Sujet Repenti
Sono tantissimi i musicisti principianti che desiderano impararare a suonare la chitarra, il pianoforte e il violino. Nella pratica degli strumenti, invece, sono molti di meno coloro che vogliono imparare a suonare il basso.
Spesso, sono i chitarristi stessi che iniziano, per un motivo o per l’altro, a suonare la chitarra, anche se, in realtà, basso e chitarra si suonano in modo diverso e, quindi, lo studio e la pratica dei due strumenti sono diversi gli uni dagli altri.
È opinione comune che il basso rivesta un ruolo secondario nella band. Ma se guardiamo al cognome di tutti i bassisti dei grandi gruppi rock in Italia, Europa e non solo, ci accorgiamo di come la loro attività sia parte integrante dei brani più celebri. Insomma, il bassista è uno che conta nel gruppo, eccome!
Ti piacerebbe sapere qualcosa in più dell’universo del basso? Eccoti, allora, un breve approfondimento sulla storia del basso!
Il basso, una chitarra speciale dalla storia molto recente
Le musiche tradizionali africane e orientali hanno tramandato all’Occidente degli strumenti, la cui tessitura, il numero ridotto di corde, la posizione orizzontale di utilizzo e il ruolo all’interno dell’orchestra, hanno, nel corso del tempo, dato origine a quello che noi oggi conosciamo come basso.
Si tratta, in particolare, del liuto a manico lungo (imzad) dei Tuareg, del molo suonato con il plettro, del khalam del Senegal (a cinque corde). Va citato anche il gembri a tre corde dei Gnawa.
Nel corso del XX secolo, i contrabbassisti cercavano una soluzione per suonare un po’ più “forte”.
Negli anni Trenta negli Stati Uniti, lo swing e il jazz erano i generi di musica tradizionale più ascoltati, più suonati, più ballati. La musica viene suonata sempre più intensamente e i gruppi si devono spostare sempre più di frequente da una città all’altra, di concerto in concerto.
A causa delle sue dimensioni, il contrabbasso è difficilmente trasportabile e il suo volume sonoro non riesce a rivaleggiare con l’ultimo arrivato del mercato della musica: la chitarra elettrica di Les Paul.
Il basso elettrico, proprio come la chitarra elettrica, è stato inventato per colmare il vuoto di potenza sonora degli strumenti acustici utilizzati negli stili di musica country, rock n’ roll, jazz e blues.
Così, i liutai e li musicisti si misero a cercare (e a creare) uno strumento più potente e meno voluminoso del contrabbasso. La società Gibson concettualizzò il primo basso acustico nel 1910: il Mando Bass. Si trattava di un prototipo di basso senza amplificatore, ma questa innovazione non rispondeva ancora ai bisogni dei musicisti di suonare più forte nell’orchestra.
Si dovranno aspettare gli anni Trenta per vedere il primo basso elettrico.
Nel 933, l’americano Paul Tutmarc riesce a costruire dei bassi elettrici, della misura di un violoncello e in serie limitata: si tratta del Model 736 Bass Fiddle.
Lo strumento è munito di un diapason di 30°, di un corpo solidbody, di un microfono elettromagnetico.
In seguito, ne concepirà un secondo modello, della misura delle chitarre, con dei tasti e suonabile in senso orizzontale.
L’aggiunta dei tasti al modello di basso a quattro corde facilita ai musicisti il compito di suonare e di suonare in modo corretto: questo basso è, infatti, più maneggevole rispetto ai precedenti.
Nel corso degli anni Trenta, lo strumento di Paul Tutmarc, però, non riesce a sfondare e cade nell’oblio o quasi: i fabbricanti Gibson e Rickenbacker cercano invece di realizzare un modello di contrabbasso elettrico. Ma nemmeno questa idea riesce a penetrare nel mercato degli strumenti musicali. E sarà necessario attendere quasi vent’anni, prima che l’invenzione di Tutmarc non riemerga: il basso elettrico nasce e finalmente andrà a rivoluzionare la storia della musica, così come la cultura americana.
E, in un contesto di accelerazione della mondializzazione dei commerci, dei mercati e degli usi e costumi, il basso elettrico avrebbe sconvolto la cultura mondiale tutta.
Quali sono i brani più belli in cui il basso si fa notare?
I primi bassi elettrici a metà del XX secolo
Il basso elettrico è uno dei pochi strumenti ad essere stato inventato al solo scopo di essere collegato ad un amplificatore.
A partire dal momento in cui Paul Tutmarc diede il “la” alla creazione del primo basso collegato ad un amplificatore, non restò più che migliorare l’innovazione principale con delle innovazioni secondarie.
In economia, si parla di invenzioni a grappoli: dal momento in cui un processo industriale è stato avviato grazie ad una prima e maggiore innovazione (il treno a vapore, la macchina, il computer) le innovazioni secondarie consentono di migliorare il prodotto e di diversificarne la produzione.
Leo Fender (1909 - 1991) lancia nel 1951 il primo basso elettrico a cassa piena: il Precision Bass.
Si tratta di un basso munito di tasti, che consentono di ovviare al problema dell’intonazione delle note del contrabbasso, con un microfono collocato tra il manico e il ponte. Questo basso è stato molto utilizzato nella musica soul, in particolare da Jet Harris (del gruppo The Shadows), James Jamerson (del gruppo Moton) e, ancora, Rocco Prestia.
Questo basso restituiva a chi lo suonava un groove molto particolare.
Un nuovo modello di basso uscì nel 1960: il Jazz Bass. Questo basso modifica le sonorità e offre un rinnovo musicale, soprattutto perché comporta due microfoni e un manico più sottile, rispetto al Precision Bass, più vecchio di lui di una decina di anni.
Il microfono vicino al ponte dà una sonorità media, mentre quello all’inizio del manico riproduce un suono molto basso.
Nel corso degli anni Sessanta, i fabbricanti moltiplicano le loro varianti: Gibson, Höfner, Rickenbacker, Fender inondano il mercato della musica.
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Il basso elettrico, soprattutto il Jazz Bass di Fender, entra prepotentemente negli studi di registrazione e sui palchi dei concerti.
Gli anni Sessanta, segnano l’età d’oro del rock: The Beatles, Pink Floyd, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Led Zeppelin, The Animals, The Rolling Stones, Bob Dylan, Joan Baez, The Who, The Doors, etc. I video disponibili oggi dei concerti dell'epoca ci fanno sognare ancora oggi!
I Trenta Gloriosi e il Dopo Guerra vedono un’esplosione culturale mondiale, che associata al progresso tecnico, crea un mercato mondiale florido per il basso elettrico.
Alla fine degli anni Sessanta, viene integrato allo strumento un preamplificatore, per potenziare gli alti e i bassi.
Numerosi musicisti, come il bassista Marcus Miller o Jaco Pastorius, utilizzeranno il Jazz Bass. Nel corso dello stesso decennio, i fabbricanti ampliano sempre più la loro offerta e molte nuove marche spunteranno nei negozi specializzati:
- Ibanez,
- Music Man,
- Danelectro,
- ESP Guitars,
- G&L Instruments,
- Bc Rich,
- Cort,
- Alembic,
- Warwick.
I bassi, accordati in quarti un’ottava più bassa rispetto alla chitarra (mi, la, re, sol) sostituiscono progressivamente i contrabbassi, soprattutto nel rock, nella musica pop e poi nell’hard rock e nel metal.
Ecco tutto quello che devi sapere sul basso e sulla sua pratica!
Il basso negli anni Settanta: come evolve?
Negli anni Settanta, alcuni bassisti fanno una sorta di passo indietro, nella direzione di un basso senza tasti: il basso fretless.
In particolare, il caso di Jaco Pastorius (1951-1987), noto per aver reso popolare il basso senza tasti, dà inizio all’utilizzo di questo strumento sia per accompagnare la melodia, sia per suonare come solisti.
Il basso fretless permetteva di suonare delle frequenze di note con un suono più caldo, più tondo, rispetto a quanto era possibile con un basso con i tasti. Il musicista poteva fare delle slide sul manico o dei vibrato, nel senso longitudinale, più facilmente.
Il desiderio di esplorare nuovi orizzonti porta alla creazione, nel 1974, di un basso a sei corde. Il bassista Anthony Jackson sollecita il liutaio Carl Thomson, chiedendo un prototipo su cui suonare.
L'obiettivo? Suonare più basso, un quarto al di sotto della corda mi.
Questo professionista della realizzazione di strumenti aggiunse quindi una corda acuta in do e una corda grave in si: Jackson battezzò lo strumento “contrabbasso”. Gli anni Settanta sono gli anni rock, i cui si cercò di diversificare le essenze dei legni utilizzati: ebano, acero, abete rosso, palissandro, frassino.
E i liutai moltiplicarono le corde capacità e i loro strumenti!
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Gli anni Ottanta e il basso
L’era del digitale e l’informatica hanno creato, dalla metà del XX secolo, nuovi stili musicali e nuovi strumenti musicali: tra questi, oltre alla chitarra elettrica, c’è anche il basso elettrico, con amplificatore.
Sono stati creati dei bassi a cinque, sei e otto corde; dei bassi con manico più grosso, con manico piatto, con manico in carbonio.
Gli anni Ottanta, vedono anche la diversificazione dei microfoni e dei pulsanti del volume e della tonalità, oltre che il miglioramento delle meccaniche e dell’osso del ponte. I fabbricanti cercano allora di ampliare l’offerta, per soddisfare la domanda (oltre che le cifra d’affari!) e la diversità dei gusti dei suonatori e degli appassionati del basso. Negli anni Ottanta e Novanta, i compositori cercano di arricchire l’espressione musicale e, per questa ragione, vengono inventate diverse versioni dello strumento: con o senza tasti, corde raddoppiate, bassi a sei corde, tese su 24 tasti, sub-bassi accordati un’ottava al di sotto del basso standard.
I bassi a cinque o sei corde sono utilizzati in particolare per gli stili latino, jazz, funk e metal. Con appena 90 anni di storia, il basso si declina in diversi tipi di sotto strumenti:
- Basso elettrico
- Basso elettro acustico, per i concerti unplugged, come un contrabbasso ma con i tasti
- Basso fretless,
- Basso a tessitura estesa (ERB): bassi a cinque o sei corde
I bassisti di oggi utilizzano degli amplificatori di stile combo o delle teste di amplificatori con diverse tecnologie, in particolare a lampade o a transistor.
Chi sono, per te, i migliori bassisti oggi?
Attenzione: gli amplificatori per basso sono diversi dagli amplificatori per chitarra, dato che non sopportano le stesse frequenze.
Ora, sai tutto sulla storia del basso e questo potrebbe aiutarti, forse, anche a scegliere il tuo strumento, prima di iniziare il tuo primo corso di basso!
Articolo interessante quello che cercavo grazie.. Una piccola ‘nota’.. Forse avete fatto errore di scrittura :
Nella pratica degli strumenti, invece, sono moltiiba (molti?) di meno coloro che vogliono imparare a suonare il basso.
Spesso, sono i chitarristi stessi che iniziano, per un motivo o per l’altro, a suonare la chitarra(forse il basso?) , anche se, in realtà, basso e chitarra si suonano in modo diverso..
Grazie per lettura attenta e la segnalazione, abbiamo corretto il refuso!
Grazie. Molto interessante. Potrebbe suggerirmi libri su basisti o qualcosa che possa interessare un bassista?
Grazie
Cristiana
Gentile Cristiana,
Purtroppo non sapremmo suggerirle opere in italiano, ma invitiamo le persone che leggono i commenti a farlo se ne conoscono. Se invece legge l’inglese, “Standing in the Shadows of Motown” di Dr. Licks è una lettura coinvolgente che racconta la vita di James Jamerson, un bassista influente, tramite interviste e trascrizioni musicali. Per una visione d’insieme della storia del basso elettrico, “The Bass Book” di Tony Bacon e Barry Moorhouse è una scelta eccellente. Se è alla ricerca di manuali pratici, “How to Play Bass Guitar” di Laurence Canty è una guida utile, mentre “The Jazz Bass Book – Technique and Tradition” di John Goldsby è ideale per chi è interessato al jazz. Infine, “The Improvisor’s Bass Method” di Chuck Sher è apprezzato per la sua copertura di una vasta gamma di stili musicali e tecniche, rendendolo una risorsa preziosa per i bassisti di tutti i livelli. In alternativa, le consigliamo di chiedere nei negozi di musica e nelle librerie specializzate!