Autore poco conosciuto nel nostro paese Olaf Stapledon ha peraltro avuto una grande influenza sulla fantascienza, introducendo concetti come la mente collettiva, la sfera di Dyson e l'ingegneria genetica.

Attivo a partire dal 1930 Stapledon utilizzò la fantascienza per diffondere le proprie idee filosofiche presso il grande pubblico, narrando di come l'intelligenza non sempre fosse sufficiente per la continuità di una specie.

Per aver contribuito a inserire riflessione e filosofia nella fantascienza nel 2014 Stapledon è stato inserito nella Science Fiction Hall of Fame.

Nel lungo viaggio cosmico compiuto dal protagonista ne Il costruttore di stelle, pubblicato da Urania Collezione, vediamo che non tutte le civiltà aliene proseguono il loro cammino di progresso.

La ferocia della propria indole, filosofie totalmente sbagliate o semplice sfortuna possono far scomparire un'intera specie… e l'umanità non fa eccezione. Nella concezione dell'universo di Stapledon noi siamo qualcosa di trascurabile, in mezzo a una creazione enormente più vasta di noi.

Il libro

È una placida notte del 1937 quando un professore inglese di filosofia, col cuore colmo di amarezza, esce di casa per volgere lo sguardo verso le stelle.

In cima alla collina, tra l’erica e l’oscurità, ha inizio un’incredibile storia in grado di spaziare per infiniti anni luce nello spazio e cinque miliardi di anni nel tempo.

“L’immaginazione aggiunse quello che la vista non poteva raggiungere.”

Presto la collina, la casa e il mare scompaiono, e la contemplazione del cielo notturno da parte del professore si trasforma in un viaggio psichico, lontano dalla Terra e dal Sistema Solare.

L’avventura immaginifica di una mente slegata dal corpo e libera di raggiungere le profondità più recondite del cosmo, tra i vortici delle correnti stellari e gli infiniti abissi dell’universo fisico.

Un viaggio, il suo, mosso dalla pura e semplice sete di conoscenza. Il desiderio di trovare la vita nell’universo, un “noi” lontano, diverso dall’umanità, qualcosa di più vasto e onnicomprensivo.

Tra innumerevoli mondi e creature, utopie cosmiche, società galattiche, il professore viaggierà in lungo e in largo per il cosmo alla ricerca del misterioso Costruttore di Stelle, il motore primo dell’universo, l’essenza stesso dello spirito primigenio all’origine della creazione.

Star Maker, scritto dal brillante Olaf Stapledon nel 1937, resta uno dei più ambiziosi romanzi della storia della fantascienza. Costellato di speculazioni di psicologia, sociologia, biologia, fisica e cosmologia, fu molto apprezzato da scrittori del calibro di Arthur C. Clarke, Jorge L. Borges e Virginia Woolf.

L'autore

Olaf Stapledon – nacque nel 1886 a Poulton-cum-Seacombe, una cittadina di fronte a Liverpool, ma si trasferì subito con la famiglia a Port Said, in Egitto.

Tornato in patria conseguì il Master of Art al Balliol College a Oxford e iniziò a lavorare prima come insegnante e poi in una compagnia di navigazione.

Nel 1929 pubblicò il saggio A Modern Theory of Ethics e l'anno successivo il romanzo Infinito (Last and First Men, 1930), diventando uno scrittore a tempo pieno.

Tra le altre sue opere possiamo citare Il costruttore di stelle (Star Maker, 1937) e Sirius (Sirius: A Fantasy of Love and Discord, 1944)

Stapledon ci ha lasciati nel 1950, quattro anni dopo venne pubblicata la sua autobiografia (rimasta incompiuta) The Opening of the Eyes.

Olaf Stapledon, Il costruttore di stelle, (Star Maker, 1937), Urania Collezione, euro 6,90.