Marilyn Manson – Recensione: Antichrist Superstar

Marilyn Manson – Recensione: Antichrist Superstar

Quel che si dice essere la persona (o meglio il personaggio) giusta nel momento giusto. Correva l’anno 1996, il rock e il metal erano in crisi profonda (la rinascita dell’heavy classico sarebbe avvenuta da lì a poco ma ancora non vi erano solide basi),  il grunge teneva botta ma aveva già intrapreso una inesorabile parabola discendente. I media trasmettevano a rotazione la musica spazzatura di boy band, girl band e improponibili meteore da quattro soldi a biascicare insulse rime cuore/amore. I portabandiera del rock non sapevano più cosa inventarsi. E’ l’anno dei Metallica che pubblicano “Load” e si dichiarano un gruppo pop. E’ l’anno dell’America clintoniana che propina tutti quei valori di bontà, onestà, amore, pace, famiglia, dovere, buon senso. Insomma, un vero disastro per i ribelli di quasi vent’anni fa.

Ma ecco arrivare il nostro Reverendo. Il precedente album “Portrait Of An American Family” (1994), sul quale si ironizzava già pesantemente sul modello americano, ebbe un buon successo ma non l’eco mondiale che toccò a “Antichrist Superstar”. Forse nacque tutto spontaneamente. In modo magari anche inconsapevole, il Signor Brian Hugh Warner divenne un’icona per tutti quei giovani che avevano necessità di trovare una valvola di sfogo verso le istituzioni e il marciume tenuto nascosto, verso quel buonismo che stava raggiungendo vette paradossali. O forse solo perché, quando si è ragazzi, è anche divertente fare incazzare a modino i genitori e gli insegnanti emulando i propri idoli e ascoltando una musicaccia per loro incomprensibile.

E così Marylin Manson divenne il Satana di quei tempi, uno dei pochi baluardi a difesa della necessità di ribellione giovanile. E forse anche una delle ultime rockstar più genuine. Per inciso, “Antichrist Superstar” non è affatto musicaccia, anzi. Siamo di fronte al capitolo finale della trilogia in ordine anticronologico (poi sviluppata nei successivi “Mechanical Animals” e “Holy Wood”) sulla storia di un uomo chiamato “The Worm”, “Il Verme” un essere involuto che desidera diventare parte di un’èlite plutocrate (presente quella “Beautiful People”? Ecco…) che schifa ma al tempo stesso ammira. Per diventare qualcuno il protagonista si trasformerà in un superuomo nietzscheiano privo di sentimenti ed empatia, pronto a distruggere tutto ciò che lo circonda fino ad autoincoronarsi “Anticristo Superstar”. Il suo cammino lo porterà a distruggere anche sé stesse e i suoi desideri, fino a sentirsi sovrano di una terra senza più un futuro.

E la musica? Grandiosa certo, per quanto Manson non abbia inventato nulla che non fosse già stato sviluppato da Black Sabbath, Alice Cooper (soprattutto nell’immaginario gotico suscitato), ma anche dai Ministry o dagli stessi mentori Nine Inch Nails. Non a caso la mano della produzione è quella di Trent Reznor, che mette anche la firma su alcuni brani. Eppure tutto scorre alla perfezione. “Antichrist Superstar” è un album plastificato a dovere ma anche cattivo, sardonico, fastidioso e urlato a pieni polmoni. Proprio ciò che la società non voleva.

E il disco è proprio gustoso, in parecchi episodi. Ad esempio in quella “Irresponsible Hate Anthem” che da il via alle danze macabre con le sue chitarre industrial pesanti e la voce caratteristica del Reverendo che già vomita rabbia. E’ il ponte ideale per la celeberrima “Beautiful People”, canzone dal refrain irresistibile e calcio nel culo a tutti i meccanismi di comando. Il meglio arriva con l’accoppiata “Tourniquet” e “Little Horn”, tiratissima e malvagia la prima, più “intellettuale” ed elettronica la seconda ma altrettanto violenta, con la firma di Trent Reznor. Altri pezzi da novanta sono “Mister Superstar”, pezzo di elettro rock dall’enfasi bestiale e ancora “Angel With The Scabbed Wings”, uno dei brani più dolorosi e caratteristici del platter, con un Manson che urla rabbia dietro al microfono, sostenuto da strumenti poderosi e basi elettroniche pulsanti.

La celeberrima titletrack segna la nascita dell’Anticristo e del suo potere distruttivo, salmodiato da un Reverendo in grande spolvero, ma sono i brani in coda che più lasciano il segno nel loro essere potentissimi ed abrasivi. Parliamo di “Minute Of Decay”, introspettiva ma terribilmente maligna, “Reflecting God”, ancora con la mano di Reznor e la toccante “Man That You Fear”, splendida ballad acustica a chiudere l’opera in cui l’Anticristo realizza come l’essere diventato qualcuno abbia portato a una terribile desolazione, forse interiore (e su eventuali riferimenti autobiografici a voi il giudizio).

Ciarlatano, fenomeno da baraccone, maschera tragica o genio? Chi lo sa. Probabilmente Manson è una rockstar intelligente e opportunista arrivata (ripetiamolo) proprio nel momento in cui più se ne sentiva il bisogno. A parte questo “Antichrist Superstar” è anche un ottimo disco.

Voto recensore
S.V.
Etichetta: Nothing Records

Anno: 1996

Tracklist:

01.  Irresponsible Hate Anthem
02.  Beautiful People
03.  Dried Up, Tied And Dead To The World
04.  Tourniquet
05.  Little Horn
06.  Cryporchid
07.  Deformography
08.  Wormboy
09.  Mister Superstar
10.  Angel With The Scabbed Wings
11.  Kinderfeld
12.  Antichrist Superstar
13.  1996
14.  Minute Of Decay
15.  Reflecting God
16.  Man That You Fear

17.  Empty Sounds Of Hate (Ghost Track)


Sito Web: http://www.marilynmanson.com/

andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

3 Comments Unisciti alla conversazione →


  1. Fabio

    I bei tempi in cui il Reverendo spaccava, ora, mi spiace dirlo, ha perso la sua energia, sia dal vivo, ma soprattutto su cd, i lavori degli ultimi anni sono osceni e questo nuovo album che deve uscire…uhm, non mi ispira nulla di buono, peccato.
    Per me il Reverendo resta un grande e quei suoi primi lavori hanno ancora oggi una carica pazzesca, però ormai mi duole dirlo, ha fatto il suo tempo.

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  2. IMH

    l’indiscusso capolavoro, nonché l’unica cosa di veramente buono che ha fatto nella sua vita quel ricchio**zzo di marilyn manson… le ottime idee, anche se un po’ acerbe, di “portrait of an american family” trovano pieno compimento in questo oscuro e affascinante concept… alcuni pezzi rimangono storici anche al giorno d’oggi, su tutti “irresponsible hate anthem”, “the beautiful people”, la titanica titletrack e la sempre sublime “the reflecting god”… già dal successivo album inizierà ad uscire dal mondo del metal, non reggono il confronto con il marciume e l’oscurità dei primi due… su ciò che è diventato negli ultimi 10 anni lasciamo perdere, potrei essere molto cattivo nei suoi confronti, oltre a rischiare di essere bannato… voto: 9

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  3. Capitan Andy 74

    a mio parere questo personaggio e’ sempre stato un falso dalla prima canzone che ha scritto!!!…ha fatto successo solo perche’ mtv l’ha spinto all’inverosimile e si doveva inventare un personaggio horror music per le nuove generazioni….100 milioni di volte meglio erano Alice cooper , ozzy osbourne o i death ss per rimanere in italia….molto piu’ genuini…il suo nome d’arte doveva essere marylin talento zero!…ehi ehi ehi ehi…ehi stoopid!

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