ANNA Joannovna, imperatrice di tutte le Russie in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

ANNA Joannovna, imperatrice di tutte le Russie

Enciclopedia Italiana (1929)

ANNA Joannovna, imperatrice di tutte le Russie

Sergio Volkobrun

Nella notte del 18-19 gennaio 1730 moriva a Mosca l'ultímo rappresentante della linea maschile dei Romanov, il giovane imperatore Pietro II. Il consiglio supremo segreto, l'istituzione più alta dell'Impero, elesse al trono la nipote di Pietro il Grande, la duchessa di Curlandia Anna, figlia dello zar Joann Alekseevič e della zarina Praskovja Fedorovna (Saltykova), nata il 28 gennaio 1693 e vedova del principe Federico Guglielmo di Curlandia. Pose, tuttavia, alcune condizioni che A. accettò:1. osservare la fede ortodossa; 2. non maritarsi; 3. non nominare l'erede al trono 4. tenere accanto a sé sempre un consiglio supremo segreto di otto membri; 5. senza questo consiglio, non decidere le questioni di guerra e di pace, non levare imposte, non nominare nessuno a cariche alte e di corte, non privare i nobili della vita, dell'onore e dei beni, non donare a nessuno terre e non consumare il tesoro dello stato. Ma i progetti oligarchici del consiglio furono distrutti dalla sfiducia della nobiltà, la quale accettava, sì, la limitazione del potere autocratico, ma intendeva anche conquistare qualche vantaggio dalla scelta della nuova sovrana, e perciò aveva preparato in quei giorni tutta una serie di progetti di carattere costituzionale. Offesi, invece, dalla condotta del consiglio segreto, buona parte dei nobili si schierarono con i partigiani dell'autocrazia. Nel pieno ardore delle lotte politiche, A. arrivò a Mosca. E dopo dieci giorni, il 25 febbraio, guidata dal barone A.I. Osterman (che conosceva benissimo gli umori della società russa), appoggiata dalla nobiltà e dalla guardia, A. strappò pubblicamente le condizioni da lei sottoscritte a Mitau e il 1° marzo 1730 si fece proclamare imperatrice autocrata. Il consiglio supremo segreto fu abolito. Dotata di bell'aspetto e di buona intelligenza, incline anche alle cose di stato, A. non. aveva un forte carattere, e si sottomise in tutto al suo favorito Ernesto Giovanni Biron, che, avvicinata la giovane principessa a Mitau, nel 1724, l'aveva poi seguita in Russia e qui era rapidamente asceso a primo dignitario dello stato. Così, se nella prima metà del regno A. si interessò degli affari di governo, a poco a poco li abbandonò, per amor di quieto vivere e di piaceri: frequenti conversazioni con monaci su argomenti religiosi e, insieme, balli, cacce, mascherate, feste lussuose di corte, quali sino allora la Russia non aveva mai viste.

Sono tuttavia da ricordare riforme ed iniziative notevoli del regno di Anna. Nel 1731, essa formò un gabinetto ministeriale di tre membri (conte Golovkin, conte Osterman, principe Čerkasskij), che, poco alla volta, prese il posto di suprema istituzione statale dell'Impero e sottomise a sé il senato, ristabilito al principio del regno nella sua primitiva potenza. Fu formata anche una nuova commissione, per preparare una nuova codificazione (1730); fu abolita la legge della successione unica (1731); venne formato un corpo di cadetti della nobiltà (1731); fu ribadito il dovere della nobiltà di prestar servizio, pur con alcune mitigazioni; vennero, per questo servizio e per l'educazione della nobiltà, stabilite norme precise; l'obbligo militare fu ridotto a 25 anni (1736). Nel campo delle finanze, la Russia attraversava ancora la crisi provocata dalle riforme e dalle guerre di Pietro il Grande. Si tentò di riordinare il tesoro dello stato con nuove istituzioni finanziarie, dai ben determinati compiti; fu stabilito un libro delle entrate e delle uscite di tutto lo stato; si cercò di ricuperare le imposte arretrate, di regolare meglio il sistema fiscale e di migliorare le monete. Nel campo della politica estera, si applicarono fermamente i principî di Pietro. Nella piccola Russia, dopo la morte dell'hetman Apostol (1734), non ne fu nominato un altro, ma venne fondata la "direzione interinale dell'hetmanato", c0n tre grandi-russi e tre piccoli-russi, sotto la direzione del senato. Verso il 1737, si rafforzò l'influenza russa sulla Curlandia, come era stato nell'aspirazione di Pietro, e il conte Biron divenne duca di Curlandia. Nella guerra di successione di Polonia la Russia favorì Augusto di Sassonia e lo elevò al trono polacco (1733); poi investì e prese Danzica (28 giugno 1734), che dové pagare alla Russia un milione di ducati. Tra il 1735 e il 1739 si svolse la guerra contro la Turchia, in Crimea e nella Moldavia; ma, nonostante le brillanti vittorie riportate dai suoi eserciti (presa di Azov, Kinburn e Perekop nel 1736; di Očakov nel 1737; di Chotin e di Jaşi nel 1739), A. fu costretta, per il tradimento dell'Austria, che era alleata della Russia, e gli intrighi della diplomazia francese, ad entrare in trattative con la Turchia e firmare la pace di Belgrado (1739), non corrispondente certo ai successi militari conseguiti.

Ammalatasi gravemente, il 5 ottobre 1740, A. nominò successore il piccolo-Ioann, figlio della sua nipote Anna Leopoldovna, principessa di Brunswick; ma, dopo parecchi giorni di discussione, Osterman, Minich, Löwenwold, Čerkasskij e Bestužev decisero di pregare l'imperatrice di nominar reggente il duca Biron. Il 16 ottobre, A. firmò la nomina e il 17 morì.

Bibl.: S. M. Solojev, Istorija Rossii s drevnejèich vremen (Storia della Russia dagli antichissima tempi), XIX e XX; V. O. Ključevskij, Kurs russkoj istorii, IV Mosca 1904; E. P. Karnovič, Zamysly verchovnikov i čelobitnikov v 1730, in Ot. Zap., 1872 (Disegni degli alti dignitarî e dei sollecitatori nel 1730); Značenie bironovsčiny v russkoj istorii (Importanza del periodo e delle maniere di Biron nella storia russa), in Ot. Zap., 1873; Zagoskin, Verchovniki i sljachetsvo (Gli alti dignitarî e la nobiltà), 1881; D. Korsakov, Vocarenie imperatricy Anny Joannovny (La salita al trono dell'imperatrice A. I.), 1880; Filippov, Pravitelstvujuèčaja oligarchija posle Petra VElikago (L'oligarchia governativa dopo Pietro il Grande), in Russkaja Myslj, 1894; P. N. Miljukov, verchovniki i sljachetstvo (Gli alti dignitarî e la nobiltà), Pitroburgo 1905; Stroev, Bironovsčina i kabinet ministrov (Il periodo di Biron e il gabinetto dei ministri), 1910; Domesenija inostrannych poslov pri russkom dvore (Rapporti degli ambasciatori stranieri alla corte russa), in Sb. I. R. ist. Obsčestva, V, XX, LXVI, LXXV, LXXXV e XCI. In ital. v. I. Stepanow, Storia della Russia, Firenze 1923.

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