Libri per ragazzi, Orianne Lallemand e Éléonore Thuillier: “Il nostro buffo, travolgente amico Lupo” - la Repubblica

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Libri per ragazzi, Orianne Lallemand e Éléonore Thuillier: “Il nostro buffo, travolgente amico Lupo”

Libri per ragazzi, Orianne Lallemand e Éléonore Thuillier: “Il nostro buffo, travolgente amico Lupo”
Per la prima volta in Italia, abbiamo incontrato la scrittrice e l’illustratrice della serie francese, bestseller anche nel nostro Paese, centrata su una versione gentile dell’animale che fu di Esopo e Cappuccetto Rosso
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Bologna

Quando era molto piccola, una delle mie figlie aveva una terribile paura dei lupi cattivi delle fiabe. Allora io, che già da dieci anni scrivevo storie per bambini, ho pensato: ci vorrebbe proprio un lupo gentile, buffo, un “antilupo”. Et voilà, è così che è nato Lupo». Orianne Lallemand è l’autrice francese che ha dato vita, con l’illustratrice Éléonore Thuillier, a un fenomeno editoriale da 7 milioni di copie nel mondo, tradotto in 50 paesi e 23 lingue. Solo in Italia, dove è arrivato dieci anni fa, Lupo ha venduto oltre due milioni di copie tra cartonati, libri tattili, da completare o con gli adesivi e gli è stato dedicato anche un cartone animato in onda su Rai Gulp e Rai Yoyo. Le due autrici — perfettamente assortite, una scrive, l’altra disegna, una è bionda, l’altra mora, una è un fiume di parole, l’altra più pacata e riflessiva — sono molto attive negli incontri con i bambini in Francia e in occasione di questo anniversario hanno visitato per la prima volta anche alcune scuole italiane. Noi le abbiamo incontrate a Bologna.

Orianne Lallemand e Éléonore Thuillier, scrittrice e illustratrice, hanno dato vita in Francia al bestseller Lupo portato felicemente in Italia da Gribaudo 10 anni fa: un fenomeno editoriale tradotto in 23 lingue e pubblicato in 50 paesi che ha dato vita anche a un cartone animato in onda su Rai Gulp e Rai Yoyo

Orianne Lallemand e Éléonore Thuillier, scrittrice e illustratrice, hanno dato vita in Francia al bestseller Lupo portato felicemente in Italia da Gribaudo 10 anni fa: un fenomeno editoriale tradotto in 23 lingue e pubblicato in 50 paesi che ha dato vita anche a un cartone animato in onda su Rai Gulp e Rai Yoyo

 

Il vostro Lupo fa divertire, è buffo, mette il broncio e ha conquistato il cuore anche dei bambini italiani. Pensavate sarebbe diventata una serie così amata e tanto prolifica?

Éléonore Thuillier: «Non era assolutamente previsto, non avevamo idea che sarebbe stato un successo di questa portata. Con Lupo è iniziata la mia carriera da illustratrice, è stato il mio primo personaggio e pensavamo finisse lì, dopo il primo libro, Il Lupo che voleva cambiare colore. Ma sin dall’inizio gli insegnanti hanno amato molto questo libro che parla di identità, differenze, accettazione di sé. È grazie a loro se c’è stata una diffusione così capillare e per noi totalmente inattesa».

E dopo dieci anni Lupo continua ad affascinare anche una nuova generazione di bambini. Perché?

Orianne Lallemand: «Perché li fa sognare! Lupo permette ai bambini di vivere attraverso i libri quelle avventure che avrebbero voglia di fare di persona ma nella vita di tutti i giorni magari non ti capitano: come andare nello spazio, fare il giro del mondo, o semplicemente andare al museo. Da una parte c’è questa dimensione di scoperta, al tempo stesso Lupo è un amico e c’è quindi anche una dimensione affettiva, come quando di romanzo in romanzo ritroviamo lo stesso personaggio».

L’amicizia e poi l’aiuto reciproco, l’accettazione di sé e la bellezza di essere se stesso… quali altri valori emergono dalle storie di Lupo?

O.L.: «Per me il tema più importante è l’accettazione dell’altro e il diritto alla differenza. Il nostro non è un lupo come gli altri e già questo ci porta al tema della differenza: è fondamentale che in questi libri passi un messaggio di tolleranza e la possibilità di percepire che la differenza è arricchimento».

É.T.: «Tra i temi che in questo momento ci sono più a cuore c’è l’ecologia, il rispetto della natura. Lupo può aiutare i bambini a prendere coscienza di problemi che esistono, come il cambiamento climatico o la malattia, ma non ne parleremo mai con violenza o angoscia. La difficoltà è proprio riuscire a portare all’attenzione dei bambini temi corposi, un po’ pesanti se vogliamo, in una maniera che sia però leggera».

Quanto conta il fattore identificazione nel successo di questa serie? Con i suoi difetti ma anche le sue qualità in Lupo ogni bambino può trovare qualcosa di sé.

O.L.: «Fin dall’inizio abbiamo scelto un lupo che non è assolutamente perfetto. Io scrivo storie in cui va in collera, sbaglia, succedono cose che lui non vorrebbe eppure la vita va avanti. Éléonore lo ha disegnato con la pancia, con un occhio più grande e uno più piccolo. Anche fisicamente è imperfetto e questo lo rende credibile, crea fiducia nei bambini, permette un’identificazione e dà vita a un rapporto di amicizia e amore. E la materializzazione fisica di Lupo attraverso il peluche, che porto sempre con me quando incontro i bambini, lo ha reso più vicino: esiste, è presente, è vivo e funziona!».

E quanto invece conta l’ironia in queste storie?

O.L.: «Per i bambini l’umorismo è un approccio fondamentale, semplice, che permette di entrare in contatto diretto. Se piango o rido sono coinvolto e il coinvolgimento emotivo è un aspetto vincente che si ottiene attraverso la risata, l’ironia. E al tempo stesso l’umorismo è importante per i genitori che leggono con i bimbi queste storie perché li rende più partecipi».

Anche la ripetizione ha un ruolo importante: tutte le storie iniziano con una sorta di formula rituale: “C’era una volta un lupo… e questo lupo si chiama Lupo”.

O.L.: «La ripetizione crea musicalità nel testo e permette ai bambini di imparare più rapidamente. Per me è un modo di portare la poesia nel testo, dare un ritmo alla storia: anche utilizzare parole in rima aiuta i bambini ad appropriarsi del testo e così quando arriva quella frase la riconoscono perché la sanno già e possono dirla anche loro insieme a chi legge».

Oltre a Lupo esiste anche Lupetto: che relazione hanno i due personaggi?

É.T.: «Lupetto nasce in un secondo momento dall’intento di coinvolgere i più piccoli, ma non è assolutamente la stessa cosa, anche se graficamente si somigliano molto, forse sono parenti almeno a livello visivo (sorride, ndr). Le storie di Lupetto hanno un obiettivo diverso, più educativo, rientrano in quelli che si chiamano “libri specchio”, che permettono ai bambini di imparare qualcosa del loro quotidiano. Le avventure di Lupetto sono calate completamente nel quotidiano, non c’è la dimensione di avventura che troviamo in Lupo. Proprio perché in queste storie accadono le stesse cose che avvengono nella vita di un bambino di quell’età, come il vasino, il pannolino, il bambino si identifica completamente. Spesso i due personaggi vengono confusi, alcuni ci chiedono: è il figlio? È lui da piccolo? Va bene anche così, che si facciano queste domande, ma il concetto che c’è dietro, i contenuti e l’ambientazione sono diversi».

E per il futuro cos’altro ha in serbo per noi Lupo? Potete già anticiparci qualcosa?

O.L.: «Arriverà un film di animazione per il cinema. Questo lo possiamo dire: abbiamo iniziato a lavorarci!».

Il libro
Il Lupo che voleva essere felice
di Orianne Lallemand Éléonore Thuillier (Gribaudo, traduzione Anna Fusari, pagg. 32, euro 12,90, età: 5+)

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