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Il film più sottovalutato degli ultimi vent’anni? Animali Notturni

Tom Ford, il doppio, la paura, l’amore e Jake Gyllenhaal. Come un flop divenne un classico

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Jake Gyllenhaal in Animali Notturni rivisto dall'illustratrice turca Ipek Komurcu.

MILANO – «Ho cominciato a leggere la sceneggiatura di notte. Ero solo, in casa. Pagina dopo pagina. Pagina dopo pagina. Pagina dopo pagina. Non sono più riuscito a smettere». Se ci fosse una classifica per i film più sottovalutati degli ultimi vent’anni, per noi di Hot Corn al primo posto ci sarebbe senza dubbio Animali Notturni di Tom Ford. Capolavoro misconosciuto, dimenticato, che, in fondo, sta tutto chiuso nella frase di Jake Gyllenhaal citata a inizio articolo: «Pagina dopo pagina. Non sono più riuscito a smettere». Prima una mail, poi lo script, quindi la proposta di Ford a Gyllenhaal e un’ossessione che prende forma. Presentato a Venezia nel 2016, ignorato dagli Oscar (una sola nomination per Michael Shannon, che di statuette ne valeva due) e solo 30 milioni di dollari al botteghino, Animali Notturni è considerato un flop eppure – rivisto oggi – è un cult assoluto. «Un’opera che parla d’amore, del vero amore. Quello che ti spezza il cuore», precisò Gyllenhaal.

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Amy Adams in uno dei poster di Animali Notturni.

Un film che mette paura. Un film che lavora su differenti livelli e che rimane addosso allo spettatore per anni, si pianta negli occhi, nella mente, fin dai titoli di testa. Arte contemporanea mescolata alla maestosa colonna sonora di Abel Korzeniowski, porta d’ingresso verso un incubo dalle molte facce. Edward Sheffield e Tony Hastings, Jake Gyllenhaal e Jake Gyllenhall, due volti, due uomini. Forse lo stesso. Basta amare qualcuno per non perderlo? Basta sperare in qualcosa per riuscire a sopravvivere? Quanto è colpevole non agire? E soprattutto: cosa avresti fatto tu se fossi stato lì? Quanto sei disposto o quanto sei in grado di difendere qualcuno o qualcosa che ami? Silenzio. Nero. Buio.

Animali Notturni
Il volto di Gyllenhaal in uno dei manifesti del film.

«Tony non crede nella violenza», raccontò Gyllenhaal del suo personaggio. «Non sa usare la pistola, non sa fare a pugni. Non solo: è passivo rispetto a quello che accade perché non ha gli strumenti per difendersi. Perfino nell’uso del suo corpo è limitato. Crede che agire a cuore aperto, agire in maniera spontanea salverà la sua famiglia. Crede che sia sufficiente amare la propria famiglia». Amore e morte, c’è altro dentro una vita? No. Davanti a Animali notturni – oggi lo ritrovate in streaming su CHILI qui – lo spettatore perde progressivamente forza e controllo, si fa affascinare dall’estetica di Ford senza pensare che nel frattempo, in profondità, il regista stia scavando per raccontare altro.

Animali Notturni.
Il volto di Aaron Taylor-Johnson, il folle Ray Marcus.

E l’unico difetto del film sta proprio qui: Tom Ford. Fosse stato diretto da un regista newyorchese indie o da qualche autore minore, Animali notturni sarebbe finito in qualche Top 10 cult da mandare a memoria, citato e stracitato. Invece no. Essendo uno stilista, Ford ha pagato il pregiudizio nonostante venisse già da un piccolo classico come A Single Man. Ma l’impressione che ebbero molti è che il suo fosse un gioco, l’hobby vanitoso e costoso di un uomo impegnato a fare altro e che invece no, che invece qui racconta il suo Texas con una ferocia e una lucidità totali, senza fare sconti a nessuno. Non ci sono innocenti tra gli animali notturni, tutti hanno una colpa da scontare, a ciascuno la sua condanna.

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Tom Ford dirige Jake Gylenhaal e Michael Shannon sul set di Animali Notturni.

Animali notturni uscì negli Stati Uniti il 18 novembre del 2016, il giorno prima era uscito in Italia. Sul mercato americano incassò 10 milioni di dollari, nel mondo meno di 20, un flop per la Focus Features che aveva creduto nel progetto e aveva acquistato a Cannes prima l’intero progetto per 20 milioni di dollari. Ford – scottato dal pessimo marketing che Weinstein aveva fatto su A Single Man – ottenne il final cut e il controllo sul film, ma non servì. La Focus puntò tutto sull’Award Seasons, arrivarono tre nomination ai Golden Globe e la vittoria di Aaron Taylor-Johnson, ma l’Academy ignorò il film, assegnando l’unica nomination a Michael Shannon. Poco male: il tempo ha capito Animali Notturni più di pubblico e critica, trasformandolo in un classico moderno destinato a durare negli anni, un cult da tramandare e consigliare agli amici. «Pensi mai che la tua vita sia diversa da come la volevi?». Boom.

  • Potete (ri)vedere il film su CHILI:
  • Qui sotto una featurette di Animali Notturni:

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