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The Lobster – la recensione

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The Lobster è un film del 2015 diretto da Yorgos Lanthimos, ambientato in un futuro distopico. È stato presentato lo stesso anno al Festival di Cannes, dove ha vinto il premio della giuria. È inoltre il quinto film del regista greco e il primo in lingua inglese.

Cast

La pellicola vede protagonisti Collin Farrell, nel ruolo di David e Rachel Weisz, nel ruolo della donna miope. A seguire nel cast troviamo anche: Jessica Barden (donna), Olivia Colman (direttrice hotel), Ashley Jensen (donna dei biscotti), Ariane Labed (cameriera), Angeliki Papoulia (donna senza cuore), John C. Reilly (uomo con la zeppola).

The Lobster – trama

In un futuro distopico, è severamente vietato essere single. Le persone single vengono “arrestate” e portate in un hotel in cui sono costrette a trovare, entro quarantacinque giorni, una persona con cui creare una coppia. Il fallimento comporta la trasformazione in un animale a loro scelta.

David, il protagonista, viene a sapere che la moglie lo ha lasciato per un altro e viene quindi trasferito nell’albergo per trovare l’anima gemella. Porta con sé suo fratello Bob, che è stato trasformato in un cane di razza Border Collie.

Quando le cose si mettono male, David riesce ad infrangere le regole e fuggire nel bosco, dove troverà un gruppo di solitari. Questi vivono la vita con delle regole opposte rispetto a quelle dell’hotel: è vietato avere relazioni sentimentali. Troverà poi, proprio dove non è consentito, l’amore della sua vita.

La recensione – i rischi di un mondo senza amore

The Lobster è un’opera apparentemente bizzarra e allo stesso tempo profonda, che vede protagonista l’amore e diverse riflessioni sociologiche contemporanee. Lanthimos da sempre inserisce nei suoi film delle riflessioni sociali attraverso l’utilizzo di elementi perturbanti.

Nella pellicola in questione affronta in modo assurdo e attraverso un cupo umorismo, l’amore e le sue conseguenze. Violenza fisica e violenza psicologica convivono in un film surreale che mette in scena la preoccupazione di restare soli, amplificandola in ogni senso. La coppia non è più legata a due persone che si innamorano per scelta ma diventa una vera e propria convenzione sociale.

Il film sembra essere apparentemente una riflessione sul modo in cui vengono viste le persone single nella società odierna ma, ad un certo punto, il regista cambia registro portandoci nella comunità dei solitari, mettendo in scena la contraddizione tra i due mondi

The Lobster ci mostra quindi, da qui in poi, quanto sia difficile liberarsi dalle regole e al contempo quando sia difficile vivere e convivere nell’assenza di queste. La realtà senza questi codici è infatti ancora più opprimente di quella iniziale e porta i protagonisti ad una strada senza via d’uscita. I single clandestini, per sopravvivere, sono costretti a delle regole ancora più rigide di quelle dell’hotel.

The Lobster – la scelta del titolo

Come già anticipato, ogni ospite dell’hotel al suo ingresso nella struttura è costretto a scegliere l’animale in cui vuole essere trasformato nel caso in cui non dovesse trovare l’anima gemella nei quarantacinque giorni prestabiliti.

David, arrivato sul posto, comunica che in caso di fallimento vorrebbe essere trasformato in un’aragosta, perchè sono animali che vivono a lungo e perchè ama il mare.

Come accade per tutto il film in cui ogni scelta risulta essere sbagliata, anche in questo caso, il pensiero di David riguardo l’animale scelto viene smentito dagli amici che gli ricordano che le aragoste finiscono nel piatto di un ristorante, finendo per fare quindi una brutta fine e non una lunga vita come pensa il protagonista.

Il finale

Il film è in grado di tenere lo spettatore ancorato allo schermo perché pur presentando delle dinamiche assurde e surreali, riesce a renderle condivisibili nei temi universali trattati.

Quello che risulta essere invece un pò forzato e povero di emozioni è proprio il finale: nonostante l’intenzione del regista sia quella di mettere in scena dei personaggi clinici (e in qualche modo statici o sottomessi) il finale, che dovrebbe essere il momento dal maggiore coinvolgimento emotivo, sembrerebbe lasciare lo spettatore distaccato e freddo sul fronte empatico.

Nel tentativo di evitare spoiler, ci limitiamo a dire solo che, il finale aperto lascia inoltre allo spettatore una serie di riflessioni su cos’è l’amore e quale sarà la scelta di David. Il destino del protagonista resta quindi un mistero ma ci fa riflettere su come, nella società odierna, l’amore possa essere semplicemente un’utopia.

The Lobster – Le motivazioni del regista

Lanthimos spiega che l’idea di questo film nasce dalle riflessioni su come le persone cerchino sempre di trovarsi in delle relazioni e dal modo in cui vedono (o vediamo) coloro che invece non hanno alcun tipo di relazione amorosa.

In uno scenario sociale come il nostro, questa riflessione, trova diverse strade e risulta essere abbastanza condivisa; per questo motivo il regista mette in scena un film come The Lobster.

Il film in questione, sicuramente ambizioso, sembra essere infine una sorta di rilettura del pensiero orwelliano.

Il trailer

PANORAMICA

Regia
Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

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