Giovanni Antonio Caldora (XV secolo)

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Giovanni Antonio Caldora
Conte di Trivento
Stemma
Stemma
TrattamentoConte
Altri titoliConte di Monteodorisio e Pacentro
MorteNapoli, 1500 circa
DinastiaCaldora
PadreBerlingiero Caldora
MadreFrancesca Riccardi
ConsorteLucrezia/Lucietta Barile
FigliBerlingiero
ReligioneCattolicesimo
Giovanni Antonio Caldora
MorteNapoli, 1500 circa
Dati militari
Paese servito Regno d'Aragona
Regno di Napoli
Bandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia
Ducato di Milano
Stato Pontificio
Forza armataMercenari
Anni di servizio60 (1440-1500)
GradoCondottiero
ComandantiAntonio Caldora
Bartolomeo Colleoni
Roberto Malatesta
Battaglie
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Giovanni Antonio Caldora (... – Napoli, 1500 circa) è stato un nobile, condottiero, camerlengo e capitano di ventura italiano, conte di Monteodorisio, Pacentro e Trivento[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«Inuitti campioni furono Giacomo, e Gio. Antonio suo nipote Caudoli, ò sien Caldori; de' quali il primo fiorì negli vltimi anni de' Re francesi con grido vniuersale che fosse, il primo capitano dell'Italia, siccome tutti gli storici conchiudono. Ruppe Braccio da Montone perugino, e ottenne maravigliose vittorie nell'imprese del Regno napoletano. Il secondo, essendo capitano di vinitiani, trionfò de' Turchi, e fù sì temuto, e riuerito, che riceué soldo da tutte le potenze dell'Italia, perché non andasse lor contro.»

Giovanni Antonio II Caldora nacque in data e luogo sconosciuti da Berlingiero Caldora e Francesca Riccardi[2]. Venne avviato sin da giovane alla carriera militare, schierato nella compagnia di ventura dello zio Antonio Caldora, prendendo così parte alla battaglia tra gli Angioini e gli Aragonesi, pretendenti al trono del Regno di Napoli[1].

Nel 1448 partecipò alla battaglia di Piombino[3]. Anni dopo, nel 1455, ebbe un acceso diverbio con Ignazio di Guevara, marchese di Vasto; il duello concordato tra i due non avviene a causa dell'intervento del re del Regno di Napoli Alfonso V d'Aragona[4]. Succeduto al trono il figlio di questi, Ferrante d'Aragona, nel 1459 appoggiò la causa del rivale Giovanni d'Angiò-Valois insieme allo zio Antonio[1].

Negli anni seguenti fu impegnato in vari conflitti in Abruzzo che ebbero termine con la presa di Vasto nel 1464 da parte del sovrano[1]. Conseguentemente a ciò, subì la confisca dei feudi e fu costretto a lasciare il Regno di Napoli, preferendo seguire il condottiero Jacopo Piccinino, in procinto di sposarsi a Milano con Drusiana Sforza, figlia del duca Francesco Sforza[1]. Terminate le nozze, entrò al servizio della Repubblica di Venezia, sotto il comando di Bartolomeo Colleoni[1]. Prese così parte alla battaglia della Riccardina del 1467[1]. L'anno seguente passò al servizio del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza[1].

Negli anni successivi riportò numerose vittorie contro i Turchi, serie che si concluse nel 1477 con la sua cattura nei pressi di Gradisca d'Isonzo[1]. Condotto in Bosnia ed Erzegovina, venne liberato dietro il pagamento di 3 200 ducati e ricevette un risarcimento da parte della Repubblica di Venezia, per la quale militava[1].

Inviato in Toscana nel 1479, fu imprigionato da Roberto Sanseverino d'Aragona e liberato poco dopo; assediò così nel 1482 i feudi di Bagnacavallo, Lugo e Fusignano[5]. Si spostò quindi a Roma al seguito di Roberto Malatesta, prendendo così parte alla battaglia di Campomorto del 1482 contro le milizie aragonesi[1]. Terminato il conflitto, andò in Emilia-Romagna ad assediare alcuni feudi[1]. L'anno seguente disertò in favore dello Stato Pontificio: si oppose quindi ai veneziani e prestò soccorso al duca di Ferrara Ercole I d'Este[1]; sul finire dell'anno figura tra i partecipanti alla congiura dei baroni contro il re del Regno di Napoli Ferrante d'Aragona[6].

Nel 1486 fu coinvolto in nuovi scontri contro gli Aragonesi; si pacificò con essi nel 1492 e due anni dopo, nel 1494, presenziò all'incoronazione di Alfonso II d'Aragona[1].

Giovanni Antonio Caldora morì a Napoli intorno al 1500[1].

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni Antonio Caldora "Raimondaccio" Caldora  
 
Luisa d'Anversa  
Jacopo Caldora  
Rita Cantelmo Giacomo Cantelmo  
 
?  
Berlingiero Caldora  
Niccolò d'Evoli Francesco d'Evoli  
 
? di Sangro  
Medea d'Evoli  
Jacopa Conti Tommaso Conti  
 
?  
Giovanni Antonio Caldora  
Francesco Riccardi ?  
 
?  
Bartolomeo Domenico Riccardi  
? Capece Zurlo ?  
 
?  
Francesca Riccardi  
Marino Camponeschi Lalle II Camponeschi  
 
Elisabetta Acquaviva  
Margherita Camponeschi  
? ?  
 
?  
 

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Antonio Caldora si sposò con Lucrezia/Lucietta Barile, da cui ebbe Berlingiero, anch'egli condottiero[7].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Girolamo Bonoli, Storia di Lugo, Faenza, Stampa dell'Archi, 1732, ISBN non esistente.
  • Filiberto Campanile, Dell'armi, overo insegne dei nobili, Napoli, Antonio Gramignano, 1680, ISBN non esistente.
  • (FR) Alphonse de Candolle, Recherches sur les Candolle et Caldora de Provence et de Naples d'après les documents inédits napolitains comparés pour la première fois avec les documents provençaux, Ginevra, Charles Schuchardt, 1885, ISBN non esistente.
  • Angelo di Costanzo, Historia del Regno di Napoli, Napoli, Domenico Antonio Parrino, 1710, ISBN non esistente.
  • Cesare d'Engenio Caracciolo, Enrico Bacco, Ottavio Beltrano e al., Breve descrittione del Regno di Napoli, Napoli, Ottavio Beltrano e Novello de' Bonis, 1671, ISBN non esistente.
  • Jacopo Filippo Foresti, Supplemento de le Chroniche, 1508, ISBN non esistente.
  • (FR) Jacques Augustin Galiffe, John-Barthélemy-Gaifre Galiffe, Eugène Ritter, Louis Dufour-Vernes e Aymon Gali, Notices genealogiques sur les familles genevoises depuis les premiers temps jusqu'a nos jours, Ginevra, J. Barbezat, 1830, ISBN non esistente.
  • Camillo Porzio, La congivra de' Baroni del Regno di Napoli contra il Re Ferdinando I, Roma, 1565, ISBN non esistente.
  • Francesco Senatore e Francesco Storti, Poteri, relazioni, guerra nel regno di Ferrante d'Aragona, Napoli, ClioPress, 2011, ISBN 978-88-88904-13-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]