Harold Alexander

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Harold Alexander

Governatore generale del Canada
Durata mandato12 aprile 1946 –
28 febbraio 1952
MonarcaGiorgio VI
Elisabetta II
PredecessoreAlessandro di Teck
SuccessoreVincent Massey

Ministro della difesa
Durata mandato1º marzo 1952 –
18 ottobre 1954
MonarcaElisabetta II
PredecessoreWinston Churchill
SuccessoreHarold Macmillan

Gran maestro dell'Ordine di San Michele e San Giorgio
Durata mandato25 marzo 1960 –
12 ottobre 1967
PredecessoreEdward Wood, I conte di Halifax
SuccessoreEdward, duca di Kent

Dati generali
Prefisso onorificoThe Right Honourable
FirmaFirma di Harold Alexander
Harold Alexander
I conte Alexander di Tunisi
NascitaLondra, 10 dicembre 1891
MorteSlough, 16 giugno 1969
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Forza armata British Army
UnitàIrish Guards
Anni di servizio1911 - 1946
GradoFeldmaresciallo
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'indipendenza lettone
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Francia
Guerra del Pacifico
Campagna del Nordafrica
Campagna d'Italia
BattaglieOperazione Dynamo
Conquista giapponese della Birmania
Operazione Torch
Sbarco in Sicilia
Sbarco a Salerno
Battaglia di Cassino
Sbarco di Anzio
Liberazione di Roma
Battaglia della Linea Gotica
Offensiva di primavera
Battaglia di Bologna
Comandante diMiddle East Command
18th Army Group
15th Army Group
Southern Command
Studi militariRoyal Military College, Sandhurst
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Harold Rupert Leofric George Alexander, I conte Alexander di Tunisi (Londra, 10 dicembre 1891Slough, 16 giugno 1969), è stato un generale e politico britannico, ministro della Difesa e governatore del Canada.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Partecipò alla prima guerra mondiale, durante la quale si comportò con grandissimo valore; si racconta che portasse sempre una piccola bandiera irlandese in tasca perché, diceva: «Voglio essere il primo a piantarla a Berlino». Uno dei grandi protagonisti della seconda guerra mondiale, Alexander fu il capo del corpo di spedizione alleato che sbarcò in Sicilia. Lo sbarco in Sicilia contribuì in maniera rilevante alla cacciata dell'esercito tedesco dalla Sicilia e alla caduta del regime fascista. Eppure, il generale Alexander nella prima metà della guerra si era trovato a dirigere soltanto catastrofiche ritirate. Nel 1940, infatti, al comando del I Corpo d'armata, guidò l'operazione Dynamo che prevedeva l'evacuazione delle truppe alleate da Dunkerque; si narra che Alexander fu l'ultimo a lasciare la spiaggia e prima di imbarcarsi, volle ancora perlustrare la costa su un motoscafo per accertarsi che non fosse rimasto nessuno da mettere in salvo.

Nel 1942 arrivò in Birmania quando Rangoon (futura capitale) era ormai circondata dai giapponesi; la fulminea invasione giapponese obbligò l'esercito di Alexander a una umiliante e frettolosa ritirata da Rangoon e dalla Birmania. Così, paradossalmente, furono due sconfitte a far sì che gli fossero affidati altri importantissimi comandi: nel 1942, quello di tutte le forze britanniche nell'Africa settentrionale (in concomitanza con l'arrivo del generale Bernard Montgomery al comando dell'VIII armata britannica), e alla fine del 1944, dell'intero esercito alleato nel mar Mediterraneo (sostituendo il generale Henry Maitland Wilson). Nel gennaio 1943 partecipò alla conferenza di Casablanca, incontro fra Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Charles de Gaulle. Organizzò la spedizione inglese nell'Africa del nord; fermò e respinse l'Afrika Korps del generale Erwin Rommel. Le truppe italo-tedesche furono costrette a ritirarsi dall'Egitto, per tutta la Libia, fino in Tunisia; a Tunisi furono definitivamente sconfitte nel maggio del 1943.

Dopo la conquista del Nord Africa, Alexander ebbe il comando di tutte le forze alleate presenti in Italia (e il comando della Sicilia occupata, dal luglio al settembre 1943) e insieme con il generale Dwight David Eisenhower, concluse l'armistizio (costituito da un armistizio "corto" e da uno "lungo") con il maresciallo Pietro Badoglio, che divenne operativo e ufficiale l'8 settembre 1943. Continuò la guerra contro i tedeschi fino alla presa di Roma (4 giugno 1944). Nell'agosto 1944 Alexander diffuse un foglio d'istruzioni[1] in cui invitava i vari Comitati di Liberazione Nazionale ad "assalire i comandi e i piccoli centri militari[1] "Uccidere i germanici alle spalle, in modo da fuggire alla reazione per poterne uccidere degli altri".[2][3]

Il 26 agosto dello stesso anno Nello Iacchini, partigiano italiano, gli salvò la vita catturando un cecchino tedesco appostato nei pressi di Saltara sulla strada lungo la quale poco dopo sarebbero passati Alexander e Winston Churchill, in visita in Italia. Il 13 novembre 1944 lanciò per radio l'ordine alle formazioni partigiane il "Proclama Alexander"[4] di «cessare le operazioni organizzate su vasta scala», pur specificando che era necessario «conservare le munizioni e i materiali» e «approfittare però ugualmente delle occasioni favorevoli per attaccare i tedeschi e i fascisti» oltre che «continuare nella raccolta delle notizie di carattere militare concernenti il nemico». Contro le stesse intenzioni di Alexander, il messaggio fu interpretato come un invito a desistere. In ogni caso il comando del Corpo volontari della libertà evitò lo smantellamento inopinato della Resistenza.[5]

Fu nominato feldmaresciallo e comandante supremo delle forze alleate del Mediterraneo durante la fase finale della guerra e della Resistenza nel Nord Italia tra il 1944 e il 1945. Il comando delle truppe alleate in Italia passò al generale statunitense Mark Clark, che instaurò una più duttile collaborazione con il CLN. Fu lui a consegnare a Tito i prigionieri di guerra jugoslavi anticomunisti (in particolare dello Stato Indipendente di Croazia) che furono poi sterminati dai partigiani jugoslavi in quello che è noto come massacro di Bleiburg. Il 9 giugno 1945 firmò a Belgrado l'accordo relativo ai confini provvisori, la linea Morgan, tra l'Italia e la nuova Jugoslavia.

Nel 1946 venne nominato Governatore Generale del Canada (l'ultimo di origine britannica a ricopre tale carica) e sempre nel 1946 fu nominato visconte con il titolo di Alexander di Tunisi (Alexander of Tunis) e venne insignito anche della Legion d'Onore dal governo francese. Fu ministro della Difesa dal gennaio del 1952 all'ottobre del 1954. Morì a Slough, nei pressi di Londra, il 16 giugno del 1969.

Massone, fu membro effettivo della Loggia Athlumney n. 3245 di Londra, della quale fu Maestro venerabile nel 1938-1939, ed ebbe varie cariche nella Gran Loggia unita d'Inghilterra, tra le quali quella di Gran sorvegliante[6].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Harold Alexander, Conte Alexander di Tunisi
Conte Alexander di Tunisi
Stemma
Stemma
In carica1952-1969
Predecessore"Titolo creato"
SuccessoreShane Alexander, II visconte Alexander di Tunisi
Altri titoliVisconte Alexander di Tunisi
NascitaLondra, 10 dicembre 1891
MorteSlough, 16 giugno 1969

Onorificenze britanniche[modifica | modifica wikitesto]

Gran Maestro dell'Ordine di San Michele e San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria
— Dal 25 marzo 1960 al 12 ottobre 1967
Military cross - nastrino per uniforme ordinaria
— 14 gennaio 1916
1914-15 Star - nastrino per uniforme ordinaria
— 1919
British War Medal - nastrino per uniforme ordinaria
— 1919
1939–45 Star - nastrino per uniforme ordinaria
— 1945
Burma Star - nastrino per uniforme ordinaria
— 1945
Italy Star - nastrino per uniforme ordinaria
— 1945
Africa Star - nastrino per uniforme ordinaria
— 1945

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Ordine di Suvorov di I Classe (URSS) - nastrino per uniforme ordinaria
— 29 febbraio 1944

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Oscar Mondadori, Cles (TN), 2010, p. 387.
  2. ^ Pietro Caporilli, Trentanni di vita italiana, Michele Nastasi editore, 1967, Roma, pag. 653-654.
  3. ^ Manifesto di Kesselring 1944- Italia Germania Militaria (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2010).
  4. ^ Il testo del Proclama Alexander (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2007)., dal sito ANPI Cremona.
  5. ^ AA.VV., Storia d'Italia, De Agostini, 1991, p. 507.
  6. ^ Giordano Gamberini, Mille volti di massoni, Roma, Ed. Erasmo, 1975, p. 235.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore GOC I Corps Successore
Michael Barker 1940 Laurence Carr
Predecessore GOC-in-C Southern Command Successore
Claude Auchinleck 1940-1942 Henry Loyd
Predecessore Comandante in capo del Middle East Command Successore
Claude Auchinleck 1942-1943 Henry Maitland Wilson, I barone Wilson
Predecessore Vice Comandante dell'Allied Forces Headquarters Successore
Nuovo titolo 1943-1944 Sconosciuto
Predecessore Comandante supremo dell'Allied Forces Headquarters Successore
Henry Maitland Wilson, I barone Wilson 1944-1945 Titolo abolito
Predecessore Governatore del Canada Successore
Alexander Cambridge 1946-1952 Vincent Massey
Predecessore Ministro della difesa Successore
Winston Churchill 1952-1954 Harold Macmillan
Predecessore Lord luogotenente della contea di Londra Successore
Alan Brooke, I visconte Alanbrooke 1956-1965 Titolo abolito
Predecessore Gran Maestro dell'Ordine di San Michele e San Giorgio Successore
Edward Frederick Lindley Wood, I conte di Halifax 1959-1967 Edward Windsor, duca di Kent
Predecessore Conestabile della Torre di Londra Successore
Henry Maitland Wilson, I barone Wilson 1960-1965 Gerald Templer
Predecessore Lord luogotenente della Grande Londra Successore
Titolo inesistente 1965-1966 Gerald Templer
Predecessore Visconte Alexander di Tunisi Successore
Titolo inesistente 1946-1969 Shane Alexander, II visconte Alexander di Tunisi
Predecessore Conte Alexander di Tunisi Successore
Titolo inesistente 1952-1969 Shane Alexander, II conte Alexander di Tunisi
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